Windows Pro a 20 euro con licenza ESD o Digital Key: è legale?
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(Questo articolo è stato aggiornato rispetto alla pubblicazione originale per inserire alcune novità normative e maggiori chiarimenti sul software aziendale)
Spesso sui siti di annunci o aste, ma persino su Amazon, si trovano licenze di software Microsoft vendute anche a meno di un decimo del prezzo di listino, in versione ESD. Cos’è questo particolare tipo di licenza? Quali sono le differenze ci sono rispetto alle normali licenze retail o OEM? Quali sono i vincoli o le limitazioni? Ma soprattutto: è legale acquistarle per usarle sul proprio computer personale o aziendale?
Cosa sono le licenze ESD o Digital Key
ESD sta per Electronic Software Delivery. Nel gergo Microsoft, indica un software acquistato solo in forma scaricabile, senza scatola né supporto fisico. Microsoft offre diversi prodotti in questa modalità, tra cui Windows e Office, che sono venduti al pubblico unicamente sul Microsoft Store o attraverso il partner Digital River.
Sono distribuite come ESD però anche alcune licenze particolari, per esempio quelle riservate agli sviluppatori accreditati al programma Microsoft Developers Network (MSDN), ai professionisti IT registrati al programma TechNet o istituzioni scolastiche e accademiche.
In altri casi, alcuni distributori vendono licenze ESD OEM ai produttori di PC o rivenditori hardware, che possono legalmente venderle in abbinamento a pc completi o alcuni componenti. Queste licenze quindi sono quindi vincolate a un uso specifico (sviluppo, test, ricerca), oppure all’utilizzo da parte di determinate categorie di utenti (svilppatori registrati, studenti, insegnanti…) e non possono essere vendute singolarmente al pubblico.
Windows Pro e Office a meno di 20 euro: possibile?
Sui principali siti di aste e annunci, ma persino su piattaforme ecommerce come Amazon, è facile trovare in vendita prodotti Microsoft con licenza ESD con sconti superiori al 90% sul prezzo di vendita ufficiale. Per fare alcuni esempi, al momento vediamo su eBay una licenza Windows 11 Pro ESD o Digital Key a 4,99 euro contro un prezzo di 259 euro (IVA inclusa) del Microsoft Store, o Microsoft Office Professional 2021 a 9 euro invece dei 579 euro chiesti da Microsoft.
Alle richieste di chiarimento dei potenziali acquirenti, comprensibilmente insospettiti da prezzi “troppo buoni per essere veri”, i venditori rispondono in modo rassicurante anche se incompleto, indicando la mancanza del supporto fisico e l’alto volume di vendite generato come giustificazioni di uno sconto così importante, e affermando che l’attivazione del codice di licenza viene effettuata sul sito Microsoft e genera un prodotto senza alcuna limitazione tecnica rispetto alla versione normalmente in commercio.
Tutte affermazioni vere, ma che evitano di rispondere alla domanda più importante, e cioè…
…è legale acquistare e vendere licenze Microsoft Windows e Office?
Forse può sorprendere, ma la risposta è “sì”, con qualche “però”. A stabilirlo è una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, del 2012, che definisce il “principio dell’esaurimento del diritto di distribuzione”. In sintesi, significa che il legittimo proprietario di una licenza d’uso può legalmente rivederla a terzi.
“Il diritto esclusivo di distribuzione di una copia di un programma per computer coperta da tale licenza si esaurisce con la prima vendita”, spiega la sentenza. “L’autore di un software non può opporsi alla rivendita di proprie licenze ‘usate’ che consentono di utilizzare i suoi programmi scaricati via Internet”.
Il principio si applica sia a software distribuiti attraverso un supporto informatico tangibile (CD-ROM o DVD), sia mediante download da un sito Internet.
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La sentenza parla chiaro, ma questo non significa che qualsiasi acquisto effettuato attraverso piattaforme come eBay o Amazon sia legale. Come per qualsiasi altro prodotto, i prezzi troppo bassi rispetto allo store ufficiale sono un campanello d’allarme. Tuttavia, non è il prezzo che fa la differenza: prima di effettuare un acquisto bisogna assicurarsi che il venditore sia legittimamente proprietario del bene che offre, e che questo sia stato ottenuto nel rispetto delle leggi vigenti.
Ovviamente non c’è una regola per stabilire l’affidabilità di un rivenditore, ma ci sono elementi che possono aiutare a orientarsi. Alcuni venditori, per esempio, dichiarano esplicitamente il rispetto delle direttive europee C-128/11 del 3 luglio 2012 e C.E. C-128/2011 (che fanno riferimento alla sentenza sopra citata), le condizioni d’uso della licenza (che non devono essere modificate nei vari passaggi di proprietà), la politica di reso, la reperibilità attraverso un servizio clienti o un numero di telefono.
Il rischio che si corre è acquistare licenze che sono già state utilizzate e non non sono state dismesse, oppure acquistate violando i termini d’uso del fornitore ufficiale.
Software usato e aziende
Quanto detto finora vale per le licenze retail vendute al mercato consumer, ed è ancor più importante per quanto riguarda i software per uso aziendale, spesso venduti con licenze a volume.
Anche le aziende infatti possono risparmiare sulle licenze, ricorrendo al mercato del “software usato”, ma devono rivolgersi a società specializzate che operano in questo settore, che possono fornire fondamentalmente due servizi: suddividere una licenza a volume in più pacchetti, fornendo quindi al cliente una licenza per il numero di utenti effettivamente necessari, e rilasciare una certificazione della validità e legalità della licenza.
“Noi ci occupiamo soprattutto di software Microsoft, che è il più diffuso nelle imprese”, spiega Corrado Farina, Director Sales della filiale italiana di Relicense, azienda nata in Germania nel 2008 che acquista licenze software da società pubbliche o private e le vende ad altre società. “L’aspetto fondamentale della compra/vendita di software usato tra aziende è la certificazione completa della catena di proprietà del software”. Le aziende interessate devono fornire o richiedere tutta la documentazione relativa al tipo di contratti trasferiti, versioni e codici SKU dei prodotti, precedenti proprietari.
“Se manca questa documentazione, l’azienda che acquista corre il rischio di vedere considerato nullo il trasferimento sia in caso di controllo esterno (audit), che attraverso organi di vigilanza interni all’azienda o alla P.A.”, precisa il manager.
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“Il mercato enterprise ha regole più stringenti rispetto a quello consumer”, sottolinea Farina. “Potremmo paragonarli all’acquisto, rispettivamente, di un’auto e di una bicicletta. Un’auto non può uscire dal concessionario senza la targa e i documenti che ne attestano la proprietà. Una bicicletta invece può essere acquistata, nuova o usata, semplicemente fidandoci di chi la vende”.