Future of Work: serve una forza lavoro più ibrida e flessibile
Nel momento in cui la pandemia ha imposto un’accelerazione delle iniziative di trasformazione digitale del lavoro, molte imprese si sono ritrovate a fare i conti con nuove sfide in termini di tecnologia, processi e policy. A queste, nel 2021 si sommeranno sfide più globali in materia di salute, sostenibilità ed etica, che imporranno ulteriori riflessioni sul modo di lavorare.
IDC definisce il futuro del lavoro (Future of Work) come un cambiamento fondamentale del modello di lavoro che promuove la collaborazione uomo-macchina, abilita nuove competenze ed esperienze dei lavoratori e supporta un ambiente intelligente e dinamico senza limiti nel tempo o nello spazio fisico. L’economia moderna richiede che i lavoratori operino come team dinamici e riconfigurabili in grado di adattarsi rapidamente alle esigenze aziendali e ai nuovi requisiti del mercato.
La pandemia ha evidenziato questa necessità e ha messo a nudo le lacune infrastrutturali e organizzative di molte imprese, poiché metà della forza lavoro è diventata remota dall’oggi al domani. Il processo di ripresa richiederà un nuovo livello di agilità e la comprensione che per competere nella nuova normalità servirà una forza lavoro ancora più ibrida e flessibile.
Ovviamente, il ruolo delle tecnologie rimarrà critico per sostenere la trasformazione del lavoro. Secondo IDC, le seguenti saranno essenziali per il successo:
- Un ambiente di lavoro intelligente in grado di servire e distribuire in modo proattivo le risorse necessarie a svolgere l’attività
- Connettività sicura a persone e risorse aziendali sempre, ovunque e da qualsiasi tipologia di dispositivo
- Strumenti collaborativi che abilitino ambienti conversazionali (non soltanto all’interno dell’azienda, ma anche con partner, clienti e altri stakeholder)
- Sicurezza e governance robuste che però non ostacolino produttività e user-experience
- Soluzione amministrative e per la gestione del personale self-service
- Sistemi intelligenti in grado di abilitare nuove competenze e di erogare una formazione continua
- Sistemi di rilevamento integrati sul posto di lavoro che ottimizzino e personalizzino l’esperienza dei dipendenti e migliorino la produttività, la sicurezza e la protezione
- Sistemi automatizzati per il miglioramento dei processi aziendali
Entro il 2023, IDC prevede che il 75% delle grandi aziende si impegnerà a fornire parità tecnologica alla forza lavoro ibrida, non importa se locale, remota, sul campo o in spostamento da una posizione all’altra. IDC definisce “parità tecnologica” la possibilità che tutti i lavoratori abbiano accesso sicuro alle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro, indipendentemente dal dispositivo e dal luogo.
Per supportare questo cambiamento, oltre alle tecnologie e ai processi servirà molta più attenzione alla persona. Le ricerche di IDC indicano che le organizzazioni con una forte vocazione all’employee experience hanno mediamente dipendenti cinque volte più coinvolti nel raggiungimento degli obiettivi aziendali, anche di fronte ai cambiamenti. Per attrarre e trattenere i lavoratori, le organizzazioni devono quindi diventare luoghi di lavoro migliori.
Entro il 2021, IDC prevede che il 65% dei lavoratori includerà considerazioni sulla salute oltre a valutazioni sociali, ambientali e umanitarie nella scelta del posto di lavoro. Via via che le imprese passeranno da una forza lavoro “ibrida per circostanza” a una “ibrida per disegno”, assisteremo all’evoluzione degli spazi di lavoro sia fisici che digitali, a stili di apprendimento innovativi e a un nuovo approccio alla leadership, con impatti significativi su innovazione, produttività, esperienza di lavoro e resilienza aziendale.