Gartner: il punto di vista dei CdA sulla trasformazione digitale
Secondo il report Gartner Board of Directors Survey 2023, la trasformazione digitale oggi è integrata in tutte le strategie di crescita aziendale, come conferma l’89% degli intervistati. Solo il 35%, tuttavia, ritiene di aver raggiunto o di essere sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di trasformazione digitale. Il report si basa su un sondaggio online condotto tra giugno e luglio 2022 tra 281 intervistati in Nord America, America Latina, Europa e Asia/Pacifico, che ricoprono un ruolo nel consiglio di amministrazione aziendale.
“I consigli di amministrazione (CdA) hanno raggiunto un punto in cui la strategia digitale e la strategia aziendale complessiva sono la stessa cosa”, ha commentato Jorge Lopez, Distinguished VP Analyst di Gartner. “I CIO hanno compiuto progressi significativi sfruttando la tecnologia per l’eccellenza operativa, ma ciò non è ancora sufficiente per realizzare i vantaggi aziendali strategici che i CdA cercano dagli investimenti digitali”.
Le aziende operano in un mondo in costante cambiamento in cui devono confrontarsi con instabilità geopolitiche, l’urgenza dei cambiamenti climatici, nuove esigenze da parte dei collaboratori. Per questo, secondo Jorge Lopez, i CdA più attenti al futuro stanno valutando come incertezze e rischi possano diventare fonte di opportunità. “CEO e CIO dovranno adottare questa mentalità poiché la tecnologia svolge un ruolo sempre più importante nel guidare il successo aziendale”.
Chi è responsabile della trasformazione digitale? Il CEO, seguito da CTO e CIO
Il 28% degli intervistati ha indicato il CEO come il principale leader responsabile della guida delle iniziative di trasformazione digitale all’interno dell’azienda, seguito da CTO (19%) e CIO (14%).
“Storicamente, i consigli di amministrazione si sono rivolti all’IT per guidare le iniziative digitali”, ha sottolineato Partha Iyengar, Distinguished VP Analyst di Gartner. “Tuttavia, dati i vantaggi macro e strategici che i CdA si aspettano dalla trasformazione digitale, oggi giustamente ritengono il CEO direttamente responsabile del suo successo, in modo simile alla responsabilità che hanno i CEO rispetto alle entrate o alla crescita dell’azienda“.
Le priorità degli investimenti in tecnologie “rivoluzionarie”
Dal report emerge l’interesse dei CdA per tecnologie “rivoluzionarie” che guideranno il successo del business digitale e delle imprese. Al primo posto delle tecnologie in cui vengono indirizzati gli investimenti ci sono l’intelligenza artificiale e le tecnologie di apprendimento automatico, ritenute indispensabili per il successo delle iniziative digitali dal 40% degli intervistati.
La seconda area di priorità degli investimenti è il miglioramento del software (30%). Al terzo posto si collocano dati e analytics (28%).
“I consigli di amministrazione stanno cercando di modernizzare e migliorare le basi come gli strumenti di pianificazione delle risorse aziendali (ERP) e di gestione delle relazioni con i clienti (CRM)”, ha commentato Lopez. “In pratica sono spesso strumenti complessi e rigidi, mentre le aziende hanno bisogno di agilità e cambiamento”.
Aumenta la propensione al rischio
L’assunzione di rischio è una componente chiave dell’accelerazione digitale. Il sondaggio ha rilevato che il 64% dei responsabili del CdA prevede di aumentare la propria propensione al rischio fino al 2024, sette punti percentuali in più rispetto ai risultati del sondaggio dell’anno precedente .
“I consigli di amministrazione riconoscono che il processo decisionale in un ambiente aziendale turbolento richiede un livello di rischio più elevato“, ha affermato Lopez. “Questa capacità di assunzione di rischi è fondamentale per competere alla velocità dell’innovazione“.
Emerge anche l’attenzione verso una “architettura di economia digitale”: il 71% degli intervistati dichiara di perseguire o pianificare una tale struttura economica quest’anno. Un’architettura economica digitale è l’approccio che le imprese non digitali possono utilizzare per ottenere benefici economici – tra cui crescita, redditività, capitalizzazione di mercato e valore del brand – simili a quelli ottenuti dai giganti digitali attraverso i loro modelli di business “nativi digitali“.