IA nel settore pubblico tra aspettative, opportunità e valutazione dei rischi
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Oltre all’annuncio dell’integrazione dell’AI generativa in tutto lo stack tecnologico di Oracle di cui abbiamo parlato in questa notizia, l’evento Oracle Data & AI Forum tenutosi la scorsa settimana al MAXXI di Roma ha ospitato anche riflessioni su benefici, rischi e opportunità legati all’impiego dell’intelligenza artificiale in qualsiasi settore, pubblico e privato.
In particolare, durante la Tavola Rotonda, alcuni esponenti di primo piano del settore pubblico (Università di Torino, Inail, MEF e Sogei) hanno riflettuto sulla risposta collettiva all’introduzione di una tecnologia innovativa.
Se tradizionalmente la pubblica amministrazione non era associata all’innovazione e al digitale, negli ultimi anni le iniziative di trasformazione sono state numerose e con risultati talvolta egregi. Spinta dalla necessità di digitalizzare i processi nel periodo post pandemico, e alimentata dai finanziamenti del PNRR, il settore pubblico sta affrontando un periodo di forte trasformazione digitale, che coinvolge anche l’intelligenza artificiale. Ecco come ne hanno parlato i partecipanti alla tavola rotonda organizzata da Oracle.
Pisano (UniTo): la società deve tenere il passo della tecnologia
“La risposta della società all’introduzione di una tecnologia innovativa è sempre lenta e il futuro ha contorni inaspettati, non sempre corrispondenti alle nostre previsioni”, ha esordito Paola Pisano, Docente di Economia e Management dell’innovazione all’Università di Torino, e già Ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale.
“Oggi l’intelligenza artificiale ha diverse applicazioni, anche tra le piccole e medie imprese che spesso hanno più difficoltà a innovare. Si passa da quelle più specialistiche, per esempio quando vi si fa ricorso per aumentare la produttività delegando gli aspetti più noiosi e routinari del proprio lavoro, alle applicazioni in ambito finanziario, farmaceutico e nella pubblica amministrazione. Tra questi, penso all’utilizzo da parte del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per prevedere le possibilità di picchi di violenza in 190 Paesi, con tre mesi di anticipo”.
Pisano ha annunciato anche la prossima apertura di un laboratorio su intelligenza artificiale e dati per promuovere la ricerca e la collaborazione tra l’Ateneo e le imprese private e pubbliche. Si prevede inoltre di lanciare una sperimentazione che coinvolgerà il personale amministrativo e docente del dipartimento di Economia, per indagare le applicazioni pratiche dell’AI nella loro attività quotidiana.
Tomasini (MEF): le aspettative della PA
L’intervento di Stefano Tomasini, Dirigente Generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha fatto luce sulle aspettative della PA in merito al ricorso all’intelligenza artificiale: “Da un lato, la sua integrazione nei processi quotidiani rappresenta un’aggiunta di intelligenza a quella umana, non una sostituzione. Dall’altro, i rischi ci sono e sono grandi: tra questi la paura che la pubblica amministrazione non sappia sfruttarne a pieno le potenzialità. Occorre rendere le amministrazioni più consapevoli delle opportunità che queste offrono. I cambiamenti che ne derivano sono organizzativi: man mano che cresce il livello di sofisticazione, il ricorso alla tecnologia diventa meno evidente. Di pari passo, la consapevolezza dei decisori deve crescere, così da renderli capaci di scegliere quali tecnologie adottare all’interno delle diverse organizzazioni”.
Una domanda riguardava l’approccio strategico e organizzativo ideale per la IA nel settore pubblico: serve ripensare i progetti o bisogna ricrearli da zero? Come bilanciare status quo e innovazione?
Su questo, Tomasini ha affermato che “L’approccio ideale non c’è. Dipende dal contesto in cui ci si muove. Sicuramente è bene mantenere il servizio tradizionale innovandolo con una tecnologia capace di migliorare ed efficientare il processo. Ma per riuscirci, occorre ripensare completamente i processi in ottica di dare dei servizi, integrandoli con quelli di altre organizzazioni, e in questo è importante il ruolo dell’IT in ognuna di esse”.
Stumbo (Sogei): aspetti etici e tutela del dato personale
Parlando dell’approccio di Sogei all’AI come abilitatore tecnologico e facilitatore interno, Maurizio Stumbo, Direttore Soluzioni e Servizi per la Pubblica Amministrazione Centrale di SOGEI, si è concentrato sull’aspetto etico della responsabilità nell’utilizzo dell’AI nel settore pubblico.
“La Pubblica Amministrazione deve avere per sua natura una sensibilità specifica nell’uso di questi strumenti di supporto – ha sottolineato – avendo a che fare con i dati dei cittadini, che sono da proteggere prima ancora che da valorizzare.”
A questo si lega strettamente il discorso della generazione dei dati, che devono essere governati e certificati con responsabilità, controllando le fonti fonti e la sicurezza dei dati lungo tutta la catena di sviluppo dell’intelligenza artificiale, perchè “una PA non può generare nuove informazioni che potrebbero avere un impatto su un servizio pubblico, senza essere certi della loro qualità e veridicità”.
Infine, Stumbo ha citato alcuni casi d’uso di Sogei, come ad esempio la valorizzazione delle basi dati storiche per l’orientamento scolastico, con la proposta di percorsi formativi che aiutino le famiglie nella scelta.
Sappa (Inail): la IA a supporto di personale e cittadini
Anna Sappa, Responsabile Architetture e piattaforme dell’Organizzazione digitale di Inail, ha illustrato i progressi finora compiuti dall’Istituto, che non è nuovo all’utilizzo della IA: “L’intelligenza artificiale è una tecnologia già disponibile sul mercato e capace di rispondere alle nostre necessità, come quella di offrire agli utenti, cittadini e imprese, servizi di sempre maggiore qualità e nel minor tempo possibile e, al contempo, semplificare la ‘vita amministrativa’ all’interno di un ente pubblico”.
Per fare un esempio concreto, “Inail eroga finanziamenti a fondo perduto – oggi anche in misura maggiore rispetto agli anni precedenti – per migliorare la salute e il benessere dell’ambiente di lavoro. Il flusso di lavoro è favorito dall’uso dell’intelligenza artificiale, che interviene nel supportare l’utente durante la compilazione e l’inoltro della domanda e nella valutazione delle pratiche ricevute. Senza l’intelligenza artificiale il nostro personale, a cui resta il compito di valutare il documento elaborato, non avrebbe la possibilità di seguire tutto il percorso di compilazione”.
Guardando al futuro, Sappa ha poi sottolineato: “I terreni in cui sperimentare queste tecnologie sono molteplici e c’è spazio per tutti, anche oltre ad Oracle, IBM e Microsoft, per citare tre grandi nomi con i quali quotidianamente lavoriamo. Il mio auspicio è che la pubblica amministrazione abbia una governance sull’AI e faccia un lavoro di squadra, promuovendo uno sviluppo corale dove in ultima analisi sia il cittadino il principale beneficiario”.