La cultura aziendale frena l’innovazione, secondo 7 CIO italiani su 10
Nel percorso di trasformazione digitale delle proprie aziende, i CIO hanno un ruolo sempre importante. Non sono solo esperti di tecnologia, ma anche promotori del cambiamento della cultura e dei processi aziendali. Come emerge dalla ricerca “CIOs & The Board”, condotta da Cionet e Workday, in Italia per 7 CIO su 10 la cultura aziendale è la principale barriera all’innovazione.
“La trasformazione digitale è un cambiamento culturale prima che operativo e proprio la paura del cambiamento è il primo ostacolo da superare”, ha commentato Federico Francini, country manager di Workday per l’Italia. “Le organizzazioni devono adottare strumenti di gestione aziendale digitali e innovativi che possano aiutare l’azienda ad adattarsi rapidamente ai nuovi scenari di business”.
La ricerca ha coinvolto 178 Chief Information Officer di grandi aziende operative in Italia, intervistati a maggio 2022. Dal quadro complessivo emerge che le imprese italiane sono impegnate in un percorso di trasformazione digitale e il 61% degli intervistati le ritiene la propria azienda “parzialmente digitalizzata”. Questo significa che c’è ancora lavoro da fare per ottimizzare e rendere più agili le attività di business.
Gli ostacoli principali indicati dai CIO in questo percorso sono:
- cultura organizzativa aziendale (71%)
- skill dei dipendenti (54%)
- requisiti di compliance e privacy in materia di cybersicurezza (33%)
- accesso a dati di qualità e utili (21%)
- infrastruttura tecnologica (17%)
Tra le divisioni aziendali dove si concentreranno le iniziative di innovazione nei prossimi dodici mesi i CIO italiani hanno indicato Product & Operations (38%), seguite da Marketing & Sales (21%), ICT (17%), Customer Services (12%), Ricerca e Sviluppo (8%).
Come evolve il ruolo del CIO
La collaborazione strategica tra le varie business unit aziendali è ormai divenuta un imperativo all’interno delle organizzazioni e i CIO dedicano sempre più impegno e risorse. Oltre il 66% dei rispondenti ha indicato di riservare tra il 40 e il 60% del proprio tempo a questa attività, mentre il 30% afferma di dedicare quasi interamente il proprio tempo (oltre il 60%) a programmi d’innovazione e digitalizzazione dell’azienda.“È evidente come il CIO diventi un manager a 360 gradi”, ha sottolineato Luigi Pignatelli, Head of Digital and Information Technologies di Carl Zeiss Vision Italy e Board Member di Cionet. “Necessita e necessiterà sempre di più di capacità di visione strategica, spinta innovativa verso il cambiamento e di stabile e continuativa relazione con il board aziendale”.
La ricerca completa è disponibile qui: CIOs & The Board.