Ufficialmente, Mario Draghi non ha più un incarico all’interno del parlamento UE, eppure la sua influenza è ancora determinante nelle decisioni prese. Una dimostrazione arriva dalla nuova squadra che Ursula von der Leyen ha annunciato dopo che lo stesso Draghi ha presentato il suo rapporto. Senza alcune esitazione, Draghi aveva auspicato una presa di posizione netta e una profonda revisione delle politiche europee, mosse fondamentali per colmare il gap che separa il nostro continente da Stati Uniti e Cina. Un divario che si averte particolarmente sul versante digitale.

Per meglio occuparsi di questo aspetto strategico, Ursula von der Leyen ha modificato la struttura che se ne occupava in precedenza, affidando alla finlandese Henna Virkkunen, il ruolo di vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia. Nella nuova posizione, Virkkunen supervisionerà la digitalizzazione e l’infrastruttura digitale, che, proprio a fronte del rapporto Draghi, von der Leyen ritiene fondamentali per la competitività dell’Europa a livello globale e definisce come prerequisiti per essere all’avanguardia nella ricerca e nello sviluppo.

La “vecchia” squadra di Ursula von der Leyen

Nella precedente squadra di von der Leyen, a gestire il portafoglio digitale era la vicepresidente esecutiva danese Margrethe Vestager, che era anche alla guida della Direzione generale per la concorrenza (lascerà il suo posto a novembre). Inoltre, attraverso il programma Europa pronta per l’era digitale aveva una focalizzazione sulle startup tecnologiche. Responsabile delle politiche digitali era invece il Commissario francese Thierry Breton che possedeva il portafoglio del Mercato Interno e dei Servizi, inclusa la guida della DG CNECT (Direzione generale per le reti di comunicazione, contenuti e tecnologie), di cui invece ora si occuperà Henna Virkkunen. Breton presiedeva anche la DG DEFIS (Direzione generale per l’industria della difesa e lo spazio) quale responsabile dei dossier relativi allo spazio e alla difesa.

Come Ursula von der Leyen, anche Breton era un fervido sostenitore della sovranità tecnologica, del desiderio della UE di competere a livello globale con Stati Uniti e Cina. Ed è questa linea di condotta che, nella speranza di creare le versioni UE di Google o Amazon, aveva portato a dare priorità alla scelta di campioni europei, spesso giganti dell’industria tradizionale sponsorizzati con miliardi di euro di fondi pubblici. Iniziative che sono tutte fallite.

Breton lascia, arriva Séjourné, fedelissimo di Macron

Pur avendo strenuamente appoggiato le idee di von der Leyen, immediatamente dopo la nomina di Henna Virkkunen, Breton ha annunciato le proprie dimissioni, citando motivi personali legati al rapporto con la presidente von der Leyen. Più di recente, Breton ha accusato von der Leyen di averlo estromesso in cambio di un “portafoglio più autorevole” per la Francia. Così, il successore di Breton, Stéphane Séjourné, la cui candidatura è stata fortemente caldeggiata da Emmanuel Macron, è il vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale, responsabile del portafoglio Industria, Piccole e medie imprese e Mercato unico.

Inoltre, le politiche relative allo spazio e alla difesa sono ora pertinenza del Commissario lituano Andrius Kubilius, che riferisce direttamente a Virkkunen.

La nuova vicepresidente esecutiva Teresa Ribera ha assunto la responsabilità per le politiche antitrust e per l’attuazione del Green Deal, concentrandosi su una transizione equa, competitiva e sostenibile. In precedenza, era Vestager la Commissaria per l’antitrust della UE e lavorava in sinergia con Breton con il quale aveva avviato alcune importanti iniziative contro le Big Tech statunitensi, tra le quali spiccano due rilevanti vittorie: la Corte di giustizia europea si è pronunciata contro gli accordi fiscali irlandesi di Apple e contro le pratiche anticoncorrenziali di Google.

La UE, riferimento globale per il digitale

L’Unione Europea ha adottato una strategia appropriata nel promuovere le proprie aziende e i propri valori digitali a livello globale. Bruxelles ha consolidato la propria posizione come attore normativo di riferimento nel panorama mondiale, guidando la definizione di regolamentazioni in ambito digitale, con particolare riferimento a tematiche quali i social media, la concorrenza online e l’intelligenza artificiale. Potenze come gli Stati Uniti o, ancor più, la Cina hanno adottato approcci meno incisivi. La presidente von der Leyen deve ora intensificare questo primato, sfruttando il potenziale economico delle tecnologie di prossima generazione per rafforzare ulteriormente la competitività dell’UE.

Von der Leyen dovrebbe adottare una versione più aperta e flessibile della politica digitale che superi il protezionismo e l’enfasi su settori industriali storici, spesso supportati dall’approccio della sovranità tecnologica. Al contrario, l’attenzione dovrebbe essere posta sulla sperimentazione imprenditoriale e sul rafforzamento dei collegamenti tra l’economia europea e i mercati internazionali, promuovendo così un’integrazione economica più ampia.

Nel contesto digitale, l’Europa ha molto da offrire, non solo attraverso la definizione di standard normativi come il Digital Services Act e l’Artificial Intelligence Act, ma anche con una visione di “sovranità tecnologica” che promuova una leadership imprenditoriale e un’apertura dei mercati. L’obiettivo dovrebbe essere lo sviluppo di un’innovazione di livello globale, non limitata alla sola protezione contro i rischi digitali, ma orientata alla creazione di mercati aperti e al finanziamento di progetti di eccellenza.

Se von der Leyen vuole veramente posizionare l’UE come un leader competitivo a livello mondiale, in linea con quanto da Mario Draghi nel suo rapporto, deve fornire a tutte le aziende europee gli strumenti necessari per poter competere globalmente, evitando di limitarsi a favorire le grandi industrie tradizionali. La nuova Commissione dispone degli strumenti per realizzare questa visione.

Il ruolo strategico di Henna Virkkunen

La scelta di Henna Virkkunen, deputata del Parlamento europeo con una lunga esperienza nelle priorità digitali dell’Europa, come vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, riflette chiaramente l’intento di von der Leyen di posizionare l’Unione Europea come leader globale nelle questioni digitali.

La Finlandia, che è parte del gruppo dei paesi membri favorevoli all’innovazione rispetto al protezionismo, rappresenta un modello per l’agenda digitale dell’UE. Attualmente, il paese registra il più alto utilizzo di servizi di cloud computing all’interno dell’UE, considerati fondamentali per la crescita economica futura, e ha raddoppiato i propri investimenti nell’high performance computing di proprietà pubblica, essenziale per lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale di nuova generazione.

Questo approccio dovrebbe servire da esempio per il resto dell’Europa. Tuttavia, Virkkunen dovrà collaborare strettamente con Stéphane Séjourné. Quale alleato del presidente Macron, è facile immaginare che Séjourné sia un sostenitore di una politica di “sovranità tecnologica” mirata a promuovere gli interessi nazionali francesi all’interno del blocco, il che potrebbe portare a politiche più orientate al protezionismo industriale.

Per evitare che l’UE sia condannata a un ulteriore declino e si debbano prendere decisioni molto difficili, nel suo rapporto Draghi sostiene che si debba evitare qualsiasi approccio che porti a una chiusura economica dell’Europa. Piuttosto, Ursula von der Leyen deve sfruttare il mandato della sua Commissione per promuovere una crescita digitale aperta e competitiva nei prossimi cinque anni. Confermando il proprio controllo sulle principali leve del potere a Bruxelles, von der Leyen ha già dimostrato la propria capacità di prendere decisioni strategiche; ora, deve orientare queste ambizioni verso la trasformazione dell’UE in una potenza innovativa proiettata verso il mondo, un obiettivo che l’Unione è ben posizionata per raggiungere. E nel quale gioca un ruolo essenziale Henna Virkkunen.