Il Rapporto 2024 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia, presentato a Roma da TEHA Group (The European House – Ambrosetti) in collaborazione con Fondazione IBM Italia, offre una fotografia complessa del cammino verso la digitalizzazione dell’Italia. Emergono infatti luci e ombre e se da un lato il Paese mostra importanti progressi in settori strategici, dall’altro rimangono sfide rilevanti che rallentano il pieno sviluppo digitale.

Uno dei problemi principali riguarda le competenze digitali. Solo il 46% degli adulti italiani possiede competenze di base e appena il 22% supera questo livello: un dato che colloca l’Italia al 23° posto in Europa. A questo si aggiungono uno dei tassi più bassi di laureati in discipline ICT (1,5%) e una significativa sotto-rappresentazione femminile nel settore, con le donne che costituiscono solo il 16% della forza lavoro digitale.

Anche le imprese faticano a tenere il passo: solo il 28% ha raggiunto un alto livello di intensità digitale, evidenziando la necessità di migliorare l’integrazione tecnologica nei processi produttivi.

Tuttavia, l’Italia può vantare risultati di eccellenza. È leader in Europa per i progetti di intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione e seconda per sperimentazioni complessive. Inoltre, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha destinato 48 miliardi di euro alla digitalizzazione, la cifra più alta tra i principali Paesi europei. Anche la copertura 5G è significativa, con il sesto posto in Europa che rappresenta un impegno concreto nell’innovazione tecnologica.

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Questi dati sono stati raccolti grazie al Tableau de Bord, uno strumento avanzato che, attraverso 33 indicatori chiave, ha analizzato l’andamento della digitalizzazione in tre ambiti principali: cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.

Per quanto riguarda i cittadini, cresce l’uso di Internet: l’85% degli italiani è online almeno una volta a settimana, con un incremento del 3% rispetto al 2023. Tuttavia, solo il 68,5% interagisce digitalmente con la Pubblica Amministrazione, un dato ancora al di sotto della media europea. Le imprese, pur registrando un lieve aumento di esperti ICT (+0,2% rispetto all’anno precedente), mostrano un ritardo complessivo nell’adozione di strumenti digitali.

Per accelerare la transizione digitale, il rapporto propone una visione strategica basata su tre pilastri:

  • Promuovere l’etica e l’inclusione nei processi di digitalizzazione
  • Rafforzare la formazione digitale attraverso approcci multidisciplinari
  • Facilitare l’interoperabilità tra banche dati e infrastrutture digitali

Secondo il report, solo un coordinamento efficace di questi tre elementi chiave e una visione unitaria potranno permettere all’Italia di colmare il divario digitale e diventare più competitiva a livello europeo, sfruttando appieno le opportunità offerte dalla trasformazione digitale.