In Italia e all’estero, il fenomeno dei “ghost jobs” (annunci di lavoro falsi) sta creando preoccupazioni crescenti, soprattutto nel settore tecnologico dove le aziende pubblicano inserzioni per posizioni inesistenti o già occupate. Queste offerte di lavoro fittizie, spesso utilizzate per scopi interni o per obblighi legali, ingannano i candidati portandoli a investire tempo ed energie in domande senza reale opportunità.

Un recente studio di MyPerfectResume ha rilevato che l’81% dei reclutatori ha ammesso di pubblicare ghost jobs, e nel 41% dei casi, più della metà degli annunci erano fittizi. Resume Builder ha inoltre riscontrato che il 40% delle aziende ha pubblicato annunci falsi nell’ultimo anno, con uno su tre ancora attivo a giugno scorso.

Le ragioni dietro queste pratiche variano: alcune aziende cercano di apparire in crescita, mentre altre vogliono semplicemente raccogliere candidati per future necessità. Tuttavia, molte usano i ghost jobs per manipolare i propri dipendenti, facendogli credere che nuovi rinforzi siano in arrivo o che siano facilmente sostituibili. Il 63% dei manager ha dichiarato di aver pubblicato ghost jobs per dare l’illusione di un supporto imminente, mentre il 62% lo fa per mantenere alta la pressione tra i dipendenti.

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I ghost jobs creano anche una falsa speranza e un senso di instabilità tra i lavoratori, che rischiano di cadere nella trappola di aumentare la propria produttività per un lavoro che, di fatto, non è minacciato. Secondo Resume Builder, queste pratiche hanno impatti positivi sui profitti e, in parte, sul morale, almeno finché i dipendenti non comprendono la realtà della situazione. Questi annunci sono usati anche per valutare quanto sarebbe difficile sostituire i dipendenti attuali e per mantenere l’azienda visibile durante i periodi di blocco delle assunzioni.

Non esistono leggi specifiche per contrastare i ghost jobs e questo vuoto normativo potrebbe far sì che tali pratiche continuino, soprattutto in periodi di instabilità lavorativa come quello attuale. Stacie Haller di Resume Builder ha espresso preoccupazione per il ruolo dei dipartimenti HR, responsabili di oltre un terzo dei ghost jobs, poiché dovrebbero invece garantire trasparenza e veridicità negli annunci. Steven Chung, avvocato tributarista, ha sottolineato che eventuali leggi dovrebbero trovare un equilibrio tra trasparenza per i candidati e la flessibilità di cui le aziende necessitano nelle assunzioni.

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Sebbene la FTC (Federal Trade Commission) abbia mostrato interesse per recenti questioni legate al lavoro, sembra improbabile che si possa intervenire presto contro i ghost jobs. Nel frattempo, ai candidati non resta che fare attenzione a questi annunci ingannevoli, cercando di individuare e evitare le trappole dei ghost jobs che rischiano di far perdere tempo e risorse senza alcuna possibilità di impiego reale.