Quando la Creative Disruption rafforza la fedeltà al brand
Secondo un nuovo studio dell’Institute for Business Value di IBM, due terzi dei Chief Marketing Officer (CMO) di tutto il mondo ritengono che la sfida di business più impegnativa che dovranno affrontare sia la convergenza dei settori industriali, dato che le tecnologie disruptive stanno abbattendo le barriere di ingresso che in passato esistevano tra settori allora ben distinti. Di conseguenza, lo studio IBM Redefining Markets (disponibile qui in versione integrale) ha rilevato che per il 63% dei CMO le priorità di investimento di quest’anno saranno legate alla necessità di offrire una customer experience più approfondita e focalizzata.
Tutto ciò in uno scenario caratterizzato da sconvolgimenti su larga scala in diversi settori industriali, scatenati dall’IoT, dal cloud e dalle tecnologie mobile stanno costringendo i CMO a reinventare il loro modo di interagire con i clienti. I CMO devono cogliere le opportunità che offre loro il cognitive commerce e devono ripensare ogni aspetto della loro strategia, della progettazione e delle operations, con l’obiettivo di valorizzare la customer experience.
Per realizzare il report, IBM ha intervistato 723 CMO in tutto il mondo appartenenti a 18 diversi settori industriali. A emergere per il 2016 sono principalmente quattro priorità. Eccole nel dettaglio.
Arricchire l’Arc of Engagement
I CMO considerano come prima priorità assoluta la creazione di una migliore customer experience. Tre quarti dei CMO più autorevoli utilizzano eventi e marketing esperienziale più estesamente dei direttori marketing meno innovativi.
Adottare la Creative Disruption
Il 67% dei CMO sta riesaminando la propria strategia alla luce della disruption provocata dalla tecnologia. I CMO delle organizzazioni leader hanno maggiori probabilità di adottare la “creative destruction” e di realizzare modelli di business più aperti e collaborativi per promuovere l’innovazione in modo efficace.
Utilizzare l’approccio Data-driven per ogni decisione di marketing
Anche se i CMO hanno compiuto grandi progressi nell’analytics, il 60 per cento di essi si sta orientando a sfruttare una quantità maggiore di insight nelle campagne di marketing dei prossimi 3-5 anni.
Aumentare il Digital Acumen
Il 79% dei CMO prevede di assumere collaboratori con competenze digital per aumentare l’efficacia digitale delle loro funzioni marketing. La maggior parte di essi è alla ricerca di risorse all’esterno della propria azienda e quasi tre quarti (il 7%) prevede di stabilire partnership con altre aziende per avvalersi delle loro competenze digitali oppure di ricorrere a società di consulenza.
IBM ha inoltre identificato due sottogruppi distinti di CMO: i Torchbearer (i leader provenienti da imprese con solidi risultati finanziari e reputazione altrettanto forte) e i Market Follower, ovvero i CMO che provengono da aziende con risultati finanziari e profili di mercato meno brillanti. Le differenze tra questi due gruppi si sono evidenziate chiaramente.
I CMO Torchbearer hanno la percezione di aver compiuto progressi molto più ampi relativamente alla gestione delle crescenti quantità di dati (47% contro il 27% dei Market Follower). Inoltre i CMO Torchbearer sono più concentrati sulla mappatura dei percorsi del cliente (82% rispetto al 65% dei CMO Market Follower). Infine i CMO Torchbearer sono più propensi a sperimentare modelli di business più aperti e collaborativi, che consentono loro di ampliare la propria portata e il proprio raggio d’azione, con l’obiettivo di creare maggior valore complessivo.