Secondo l’OECD, i lavori nell’ICT, istruzione e finance sono i più esposti al rischio di automazione con le IA
Dal nuovo nuovo report dell’OECD dal titolo Job Creation and Local Economic Development 2024: The Geography of Generative AI emerge che l’IA generativa ( o GenAI) si distingue per il suo potenziale di trasformare il mercato del lavoro in modo più ampio rispetto alle tecnologie precedenti. Questo è dovuto alla sua capacità di automatizzare compiti cognitivi e non ripetitivi, influenzando un ventaglio più ampio di persone e settori.
Nei paesi OCSE, circa un quarto dei lavoratori è “esposto” alla GenAI, il che significa che almeno il 20% delle loro mansioni potrebbe essere completato il 50% più rapidamente grazie a questa tecnologia. Con l’integrazione di nuove applicazioni basate sull’IA generativa, il numero di lavoratori ad alta esposizione (50% delle attività completabili il 50% più velocemente) potrebbe inoltre variare dal 16% al 70% a seconda delle regioni OCSE.
Questa rivoluzione differisce dalle precedenti ondate di automazione, che hanno colpito principalmente mansioni ripetitive e a basso valore cognitivo, tipiche di regioni non metropolitane o legate al settore manifatturiero. Al contrario, la GenAI incide maggiormente su industrie ad alta intensità di competenze come educazione, ICT e finanza, aumentando l’esposizione nelle aree metropolitane. Sorprendentemente, regioni finora considerate a basso rischio di automazione risultano ora tra le più vulnerabili.
Il cambiamento colpisce soprattutto i lavoratori altamente qualificati e le donne invertendo la tendenza storica delle precedenti automazioni, che penalizzavano principalmente gli uomini con competenze più basse. Questa peculiarità rende necessaria una riconsiderazione delle politiche di formazione e riqualificazione, in modo che i lavoratori possano affrontare le sfide di un mercato del lavoro sempre più orientato verso l’IA.
Sebbene gli effetti precisi della GenAI in termini di creazione e perdita di posti di lavoro siano ancora incerti, i trend dell’automazione suggeriscono che l’impatto netto potrebbe essere positivo. Nei paesi OCSE, la quota di lavori ad alto rischio di automazione varia dall’1% al 29%, ma, in media, queste trasformazioni hanno portato a un aumento della produttività del lavoro pari al 5,6% in cinque anni.
Tuttavia, in alcune regioni, l’automazione ha effettivamente ridotto l’occupazione complessiva, evidenziando come i benefici non siano distribuiti uniformemente. Inoltre, anche nei casi di creazione netta di posti di lavoro, i nuovi ruoli non sempre hanno offerto opportunità ai lavoratori che avevano perso il proprio impiego.
L’IA generativa rappresenta però una risorsa strategica per affrontare sfide economiche e del mercato del lavoro, come la carenza di personale e il rallentamento della produttività. La diffusione di strumenti e programmi di formazione basati sull’IA può consentire alle regioni di valorizzare talenti spesso sottoutilizzati, come i lavoratori poco qualificati o con disabilità, ampliando così l’accesso a ruoli tradizionalmente inaccessibili. Inoltre, l’IA può integrarsi direttamente con il lavoro umano, mitigando l’impatto dell’invecchiamento demografico e delle carenze di forza lavoro.