Sapere digitale, in Svizzera il SIT rilancia
La competitività digitale a livello Paese è una delle misure più interessanti in quest’epoca di trasformazione digitale. Secondo il Digital Competitiveness Report stilato annualmente da IMD, la Svizzera è il terzo Paese al mondo (dati 2019 e 2018), superata solo da Singapore e dagli Stati Uniti. Per la cronaca, in questa classifica l’Italia è stabile al quarantunesimo posto.
Ha perfettamente senso, quindi, che un investitore di Singapore metta nome, tempo e denaro per lanciare in Svizzera un istituto di tecnologia che operi al massimo livello. È quanto è successo con il SIT, lo Schaffhausen Institute of Technology, che ha trovato sponda con Serguei Beloussov, fondatore e Ceo dell’azienda di cyberprotection Acronis e fondatore e co-chairman di Runa Capital. Per capirci, Runa è la venture investment firm dedicata alla tecnologia che tra i suoi interessi ha annoverato Nginx, MariaDb, Acumatica, Brainly e molte altre aziende di grande successo.
Nel valutare la posizione offerta a Serguei Beloussov, che ama farsi chiamare SB, vanno ricordati i numerosi bachelor, master e Pd ricevuti in computer science e fisica, anche a ricordare che la formazione scientifica diventa preponderante soprattutto in periodi di trasformazione dei processi.
Formazione universitaria: guida al progetto
In Svizzera le università hanno compreso il senso della trasformazione digitale, elaborando una proposta formativa completa. Avendo a disposizione un background così competitivo, è immediato per un nuovo organismo identificare le componenti più avanzate per completare l’ecosistema. Il SIT, Schaffhausen Institute of Technology, è una nuova istituzione nata per accelerare scienza ed innovazione attraverso tecnologie innovative o rivoluzionarie. I campi affrontati fin dall’inizio sono cyberprotection, artificial intelligence e machine learning, cripto-architetture distribuite e blockchain, materiali avanzati, quantum computing e molti altri.
Il Cantone di Schaffhausen ha stanziato per l’iniziativa tre milioni di franchi svizzeri, ovvero poco meno di tre milioni di euro, per i prossimi quattro anni. La guida dell’iniziativa è stata affidata a SB, la cui azienda Acronis ha sede a Singapore e in Svizzera e che già ha esperienza in questo tipo di iniziative a livello universitario.
Il SIT sta proponendo alcune giornate di formazione su argomenti di grande importanza tra i quali “la digitalizzazione dell’intrattenimento” con Markus Gross, Direttore della rete di laboratori Disney Reaseach, e “la bellezza del software” con Bertrand Meyer, Rettore del Sit. L’evento di lancio del gennaio 2020 è stato invece dedicato alla tecnologia dei quanti, presentando come oratori Gilles Brassard e lo stesso Serguei Beloussov.
Crittografia, tempo di revisione
Brassard, professore di informatica all’università di Montreal, è molto apprezzato nel mondo per la sua ricerca sulla fisica dei quanti: nel 2018 ha ricevuto il premio Wolf, insieme a Charles Bennett, per il loro lavoro sull’informatica quantistica. “Non sono un fisico di formazione – ci ha detto Brassard – e questo mi aiuta a vedere le cose in maniera alternativa, trovando soluzioni più facili da vedere per un informatico“. Il suo contributo all’evento è stato un quadro storico della crittografia e di come le trattazioni seminali di Cocks (1973), Merkle (1974), Diffie-Hellman (1976) e anche di RSA (Rivest, Shamir ed Adleman, 1977) siano frantumate dall’approccio quantistico, lasciando in piedi -ma per quanto ancora?- le intuizioni di Ellis (1970) e le conclusioni di McEliece (1978).
I tre principali problemi matematici, difficilissimi da risolvere in tempi ragionevoli anche per gli attuali supercomputer, potrebbero infatti essere facilmente superabili da un computer quantistico specificamente progettato per quello scopo.
La tecnologia quantica è dunque l’argomento del momento. Beloussov consce molto bene l’argomento, sia per essere un fisico di formazione, sia per aver guidato Qwave, un fondo d’investimento specializzato nel settore.
In cerca del quantum computing
Tra le soluzioni innovative che si stanno facendo strada, Beloussov indica anche la fotonica. Usarla nell’elaborazione dei dati è un modo per “spezzare i principali vincoli imposti dal silicio, frequenza di funzionamento e dissipazione di energia“, dice Serguei, citando ad esempio i cervelli per AI di tipo ottico (Lightelligence) e Luminous Computing o i progetti neuromorfici di Cerebras. Ma certo è il momento del quantum computing. In coro Beloussov e Brassard avvertono di fare molta attenzione alle dichiarazioni rilasciate al grande pubblico, perché spesso sono confezionate in modo poco scientifico. E anche se “non abbiamo ancora una killer application“, molte aziende stanno proponendo approcci quantici di grande rilevanza: dai superconduttori (Google, IBM, Rigetti) alle trappole ioniche (IonQ), dalla fotonica (PsiQuantum) all’approccio topologico (Microsoft), per finire con gli atomi freddi seguiti, tra gli altri, da Mikhail Lukin.
Il confronto con l’Italia
Nel progetto SIT, chiarezza d’intenti e velocità di realizzazione non sono certo paragonabili a quelli italiani. Ovviamente la catena di comando, una piccola area con forti poteri decisionali, non può essere paragonata con quella di una nazione di medie dimensioni. Resta il fatto che la gestione del sapere e quella del potere in Italia sono affrontate in modo assolutamente dispersivo. È inutile continuare a raccontare la favola delle nostre cosiddette eccellenze: in Italia la base è scarsa e i livelli successivi, laddove abbiano la necessaria qualità, sono affondati dal sistema.