La trasformazione digitale nelle imprese è un percorso che coinvolge tutte le aree del business. Come stanno reagendo i CFO e quali strategia hanno messo in atto a questo momento di forte cambiamento delle dinamiche aziendali?

Una panoramica sulla situazione italiana si trova nella ricerca “The future of CFO in the Enterprise 4.0 era”, che ha coinvolto 100 CFO italiani intervistati nel mese di aprile 2019. La terza edizione del report è stata presentata da Business International, divisione di Fiera Milano Media – Gruppo Fiera Milano, in occasione del CFO Summit, che si è svolto questa settimana a Milano.

L’obiettivo della ricerca, condotta in collaborazione con Luciano Olivotto, Professore Ordinario di Economia Aziendale, è mettere a confronto esigenze e competenze tipiche del passato, come quelle amministrative, finanziarie, di controllo e fiscali, con quelle attualmente richieste da ambienti aziendali molto sfidanti.

La richiesta delle imprese: più innovazione

Dalla ricerca emerge una visione globale che si sposta verso nuovi modelli di business digitale. Nell’ambito della gestione finanziaria l’aspettativa delle imprese è introdurre la digitalizzazione per favorire l’automazione e permettere ai professionisti di concentrarsi su compiti più importanti, agevolando un loro maggiore dialogo con il CEO.

L’adeguatezza del modello di business si conferma il punto centrale con cui tutte le funzioni aziendali oggi devono confrontarsi di fronte alle pressioni dell’innovazione tecnologica. Dall’indagine emerge che il 41% delle imprese ritiene adeguato il proprio modello di business,il 51% lo considera solo parzialmente al passo con i tempi e l’8% non è soddisfatto della situazione attuale della propria realtà sotto questo profilo.

Per migliorare il proprio modello di business o reagire alla sua inadeguatezza, le aziende si stanno orientando verso una “agilità strategica” che permetta di offrire nuovi prodotti e servizi, ampliando mercati e alleanze. Questo passa da un approccio costruttivo con i “fallimenti”, nel quale la gestione dei dati consente di affrontare situazioni anche non note in partenza, ma rese visibili grazie a continui processi adattivi sui possibili futuri scenari. La maggior parte degli intervistati (51%) dichiara di porre attenzione in maniera eguale sia ai compiti tradizionali, legati ancora ad attività di controllo e gestione dell’ambito finanziario, sia alle nuove attività analitiche e strategiche. Rimane tuttavia un significativo numero di professionisti del settore (35%) che si interessa alle nuove mansioni “data-driven” solo nel 20% del proprio tempo lavorativo.

Il ruolo del CFO 4.0

Dal report emerge che i CFO 4.0 hanno una consapevolezza sempre maggiore nel considerare il proprio ruolo come cruciale in questa quarta rivoluzione industriale. Tra le skill che gli intervistati ritengono fondamentali, e sui non si sentono ancora preparati, ci sono la capacità di essere facilitatori del cambiamento (39%), leader del processo di evoluzione (26%) e produttori di smart data di supporto alla trasformazione (23%).

Nel contesto della data-driver economy, i responsabili delle aree finanziarie riconoscono la loro responsabilità nel costruire scenari di business alternativi per investimenti innovativi. Un asset che avvicina sempre di più il mondo del finance a quello dell’IT e delle Analytics.

Gli obiettivi per il prossimo futuro

I CFO intervistati hanno mostrato di avere le idee chiare sulle aree di intervento per facilitare la trasformazione digitale dell’azienda.

Il 20% ritiene fondamentale un continuo sforzo per migliorare i processi di raccolta e di elaborazione dei dati per rendere sempre più affidabili i processi di analisi strategica e consentire le previsioni di sviluppo del modello di business o gli scenari strategici di cambiamento e innovazione.

Un altro fattore importante è la ricerca di innovazione, che si realizza attraverso partnership con startup (9%), reclutamento di nuovi talenti (16%) o investimenti in tecnologia e digitalizzazione (20%).

I CFO puntano anche a un coinvolgimento più diretto sulle tematiche core (16%), al reperimento di risorse finanziarie alternative all’ambito bancario (5%) e alla necessità di investimenti per rendere sempre più sostenibile il proprio modello di business(6%).