Un recente sondaggio condotto da Gartner nel secondo trimestre del 2024 su 451 leader tecnologici senior, ha rilevato che il 45% dei CIO in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) è incaricato di guidare una strategia di IA nelle proprie aziende. Tuttavia, sono emerse quattro sfide principali per questi leader che complicano la generazione di valore attraverso l’intelligenza artificiale.

Alicia Mullery, VP Research di Gartner, ha affermato che a causa della continua innovazione nel settore tecnologico, i CIO si trovano a vivere costantemente nell’entusiasmo del momento, mentre la realtà dei risultati legati all’IA mostra quanto sia difficile ottenere valore concreto. Daryl Plummer, Distinguished VP Analyst e Chief Research presso Gartner, ha aggiunto che i CIO possono modulare il ritmo con cui affrontano l’implementazione dell’IA: un ritmo più costante per le aziende con ambizioni modeste e un ritmo accelerato per quelle con obiettivi più elevati o che operano in settori trasformati dall’IA.

I benefici aziendali dell’IA non sempre si realizzano

Per generare valore con l’intelligenza artificiale generativa (GenAI), è essenziale che le persone integrino costantemente questi strumenti nei loro flussi di lavoro. In un sondaggio condotto da Gartner nel secondo trimestre del 2024 su oltre 5.000 lavoratori digitali in vari paesi (tra cui Stati Uniti, Regno Unito e India), gli impiegati dellarea ’EMEA hanno dichiarato di risparmiare in media 3,37 ore settimanali grazie all’uso della GenAI. Tuttavia, i benefici non sono distribuiti uniformemente, visto che il guadagno in produttività varia a seconda della complessità del lavoro e dell’esperienza del dipendente.

Secondo Plummer, le organizzazioni più avanzate nell’uso dell’IA puntano anche a miglioramenti a livello operativo e di processo, come l’automazione dei processi aziendali chiave e la creazione di nuove fonti di ricavo. In questo contesto, Mullery consiglia ai CIO di gestire i benefici dell’IA come un portafoglio, bilanciando rischi e ricompense nei vari ambiti.

I costi dell’IA possono crescere rapidamente

Stando inoltre a un sondaggio di Gartner su oltre 300 CIO condotto a giugno e luglio 2024, più del 90% dei CIO ha dichiarato che la gestione dei costi limita la capacità di ottenere valore dall’IA; non a caso Gartner avverte che i costi associati all’IA possono rappresentare un rischio paragonabile a quello della sicurezza o delle “allucinazioni” generate dagli algoritmi.

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Plummer sottolinea l’importanza di comprendere a fondo la struttura dei costi dell’IA, consigliando ai CIO di creare prove di concetto non solo per testare la tecnologia, ma anche per valutare come i costi potrebbero aumentare. Errori nelle stime dei costi potrebbero infatti arrivare fino al 1.000%.

 

 

La diffusione dei dati e dell’IA crea nuove sfide

L’espansione dell’IA e dei dati in tutta l’azienda implica che essi non siano più asset centralizzati sotto il controllo diretto dell’IT. In media, solo il 35% delle capacità IA sarà sviluppato dai team IT, rendendo necessario adottare nuovi approcci per la gestione e la protezione dei dati e per il governo degli input e output dell’IA.

Plummer ha introdotto il concetto di “tech sandwich” per descrivere la nuova architettura dell’IA. Alla base ci sono i dati centralizzati gestiti dall’IT, mentre al vertice ci sono i dati provenienti da fonti decentralizzate. Al centro, le tecnologie TRiSM (Trust, Risk and Security Management) garantiscono un utilizzo sicuro e affidabile dell’IA.

Mullery ha spiegato che le organizzazioni che adottano un approccio “AI-steady” possono affidare la gestione dei loro sistemi a team umani e comitati, mentre le organizzazioni “AI-accelerated” dovranno integrare tecnologie TRiSM per garantire la sicurezza e il monitoraggio dei rischi.

L’Impatto dell’IA sul benessere dei dipendenti

L’uso dell’IA può influire positivamente o negativamente sulle performance e sul benessere dei dipendenti. Alcuni potrebbero sentirsi minacciati da essa, mentre altri potrebbero sviluppare una dipendenza eccessiva dagli strumenti tecnologici, portando a risultati comportamentali non intenzionali che compromettono le prestazioni lavorative.

Solo il 13% dei CIO in EMEA si concentra attivamente sulla mitigazione degli impatti negativi della GenAI sul benessere dei dipendenti. Mullery sottolinea che è cruciale gestire gli esiti comportamentali con la stessa attenzione dedicata agli obiettivi tecnologici e aziendali, raccomandando un approccio intenzionale nel determinare chi è responsabile di questi aspetti.