Ridefinire la complessità: le strategie del Design Thinking per aiutare le aziende
Il mondo in cui ci troviamo è sempre più caratterizzato da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità (VUCA – Volatility, Uncertainty, Complexity & Ambiguity), uno scenario che richiede nuovi approcci e metodi per affrontare problemi difficili da definire e inquadrare. In uno scenario simile il Design Thinking può dare un aiuto e una risposta, portando alla ridefinizione dei problemi tramite logiche creative che aiutino a capirne meglio la natura, e trovare nuove soluzioni.
Analogical Reasoning (ragionamento analogico), Associative Thinking (pensiero associativo) e Abductive Reasoning (ragionamento abduttivo) sono tre logiche creative che permettono di affrontare le sfide dell’innovazione. Il ragionamento analogico descrive come gli individui estraggono la conoscenza da una fonte e la trasferiscano ad un obiettivo. Il pensiero associativo consiste nel creare e trovare link tra informazioni e conoscenze distanti che non sono per nulla collegate. Il ragionamento abduttivo crea invece nuova conoscenza attraverso la formazione di ipotesi esploratorie che pongono proposte plausibili di spiegazione con lo scopo di riconciliare le differenze tra diverse informazioni e conoscenze.
Queste tre logiche vengono differentemente adottate in risposta ad una diversa formulazione della sfida di innovazione che ci si trova a dover fronteggiare. In particolare, tutte e tre le logiche ottengono risultati simili quando il problema da affrontare è ben definito, ma il ragionamento analogico mostra valori significativamente inferiori nelle sfide dell’innovazione mal definite, in cui invece le operazioni di estrazione delle differenze, trasformazione dell’insieme di informazioni e costruzione immaginativa appaiono particolarmente utili. Da ultimo, in un problema quasi ben definito, il ragionamento abduttivo è percepito come prezioso ed efficace e le operazioni di costruzione immaginativa attraverso la costruzione di scenari what-if sono tra le più efficaci e con molteplici spiegazioni possibili.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Design Thinking for Business della School of Management del Politecnico di Milano presentata nei giorni scorsi durante il convegno Reframing through Design Thinking: Cognitive and Making Pracrices aimed to Reframe Innovation Challenges.
“Lo scopo del Design Thinking è quello di accompagnare per mano aziende e manager nel processo di innovazione, ridefinendo il reale e dandogli una nuova cornice. Tutto ciò nella consapevolezza che, nel definire e ridefinire il problema, non si sta perdendo tempo, ma si sta già approcciando la risoluzione delle sfide stesse” ha affermato Claudio Dell’Era, Direttore dell’Osservatorio Design Thinking for Business.
Operazioni creative alla base
Le logiche creative sono caratterizzate da una serie di operazioni creative che si differenziano a seconda delle logiche stesse. In particolare, le operazioni creative che abilitano il pensiero associativo risultano essere efficaci in problemi mal definiti. Le operazioni creative del ragionamento abduttivo sono più efficaci di altre in problemi quasi ben definiti, mentre il ragionamento analogico è più efficace in sfide di innovazione ben definite.
In un problema quasi ben definito, il ragionamento abduttivo è percepito come prezioso ed efficace. Soprattutto le operazioni di costruzione immaginativa con le voci degli scenari what-if sono riconosciute tra le più efficaci e con molteplici spiegazioni possibili. In una situazione in cui la sfida dell’innovazione è quasi definita ma non del tutto vincolata da obiettivi specifici e chiare direzioni risolutive, avere la capacità di immaginare scenari probabili, possibili e plausibili è considerato un aspetto importante per gestire il problema stesso. In effetti, dedurre e creare possibili spiegazioni per la definizione di un problema può aiutare a vedere aspetti non intenzionali ed esplorare il cosiddetto spazio del problema.
Infine, passando al ragionamento analogico e alla sua efficacia in sfide di innovazione ben definite, ciò che emerge è che il supporto di casi già esistenti sembra efficace in sfide di innovazione ben definite. Soluzioni simili e casi o stimoli ispiratori sono riconosciuti come gli elementi più efficaci alla base delle operazioni creative dell’incarnazione basata sulla similitudine. Creare analogie con soluzioni già esistenti può aiutare i manager ad affrontare problemi ben definiti nella gestione della sfida dell’innovazione che li attende. Creare analogie con soluzioni reali aiuta gli innovatori a vedere le opportunità nello spazio problematico e a comprendere ancora meglio la sfida.
Per concludere, possiamo quindi dire che a fronte di sfide di innovazione che differiscono per definizione e predisposizione all’innovazione, le logiche creative che abilitano e supportano i processi di Design Thinking nel fare framing e reframing cambiano per appropriatezza e valore mostrato. Questo aiuta manager e imprenditori che affrontano sfide sempre più complesse a gestirle meglio e a comprenderle, facilitando quindi una riflessione iniziale che aiuta a valorizzare il processo risolutivo.