Lenovo indaga sul presente e il futuro dello smart working
Una nuova ricerca realizzata da Lenovo a livello globale evidenzia gli aspetti vincenti, le sfide e le conseguenze dell’adozione improvvisa del modello work-from-home (WFH) durante la pandemia COVID-19, e come le aziende e i loro dipartimenti IT possano abilitare una nuova era del lavoro da remoto. In particolare, questo studio rivela come oltre la metà della forza lavoro intervistata a livello globale ritenga che in futuro si lavorerà da casa sempre di più e sempre più spesso.
Lo studio analizza le modalità con cui i dipendenti in tutto il mondo stanno affrontando questa “nuova normalità” dello smart working dopo che la grande maggioranza di quanti hanno risposto (72%) ha confermato un cambiamento nelle dinamiche lavorative negli ultimi tre mesi. Lavorando da casa, ci si sente più connessi e produttivi che mai, ma i dati mostrano anche timori legati al proprio benessere economico, fisico ed emotivo.
L’85% degli intervistati ha dichiarato di fare maggiore affidamento sul proprio PC (laptop e/o desktop) rispetto a quando si trovava in un ufficio e circa due terzi degli intervistati (63%) si sentono più produttivi lavorando da casa rispetto a quando erano in ufficio. Il 52% degli intervistati ritiene che continuerà a lavorare da casa più di quanto facesse prima del COVID-19 anche quando non saranno più obbligatorie le misure di distanziamento sociale.
Questa nuova fiducia nel lavoro da remoto ha accresciuto la necessità per le aziende di dotarsi di soluzioni IT personalizzabili, moderne e scalabili. Il 79% degli intervistati concorda sul fatto di aver dovuto fare da responsabile IT di se stesso, lavorando da casa, e la maggior parte degli intervistati ritiene che i datori di lavoro debbano investire di più in formazione sulla tecnologia per agevolare il lavoro da casa in futuro.
Con un passaggio al lavoro da casa tanto rapido quanto quello generato dalla recente pandemia, i lavoratori hanno però dovuto fare investimenti personali in tecnologia quando non l’hanno fatto i loro datori di lavoro. Più precisamente 7 dipendenti su 10 dichiarano di aver acquistato nuovi dispositivi tecnologici per lavorare da remoto e circa il 40% degli intervistati ha dovuto migliorare a proprie spese, in toto oppure in parte, la propria dotazione tecnologica.
Gli intervistati in Italia hanno dichiarato di aver speso personalmente in media circa 305 euro per aggiornare o migliorare la tecnologia necessaria per lavorare da casa durante la pandemia da COVID-19, circa 62 euro in più rispetto alla media mondiale di 238 euro. Il nuovo approccio al lavoro ha anche messo in luce alcune difficoltà. Il 71% degli intervistati lamenta infatti l’emergere di nuove problematiche o il peggioramento di alcune condizioni, tra cui mal di testa, dolori alla schiena oppure al collo, difficoltà a dormire e molto altro.
Avere una postazione adeguata per lavorare da casa, che comprenda ad esempio mobili appropriati e un monitor esterno di grandi dimensioni che possa essere adattato alle proprie esigenze, è importante per aumentare il comfort. Prendersi delle pause è altrettanto importante, poiché molti di quei break a cui siamo abituati in ufficio (fare stretching, alzarsi per andare a prendere un caffè, uscire per pranzo, ecc.) si verificano a ritmi diversi durante il lavoro da remoto.
Oltre a disturbi fisici, gli intervistati hanno identificato alcune altre importanti sfide che si sono ritrovati ad affrontare lavorando da casa. Sono infatti diminuiti i contatti personali con i colleghi, si avverte un’incapacità di separare la vita lavorativa dalla vita domestica e diventa difficile concentrarsi durante le ore di lavoro a causa delle distrazioni che li circondano in casa. La formazione e l’adozione di dispositivi di videoconferenza di alta qualità quali cuffie con cancellazione del rumore e webcam per i PC, tablet o telefoni di lavoro possono aiutare i dipendenti a sentirsi più connessi con i colleghi e meno distratti a casa.
I dipendenti di tutte le età concordano sul fatto che la loro principale preoccupazione relativamente alla tecnologia sia la maggiore vulnerabilità delle aziende per cui lavorano alle possibili violazioni dei dati. Di conseguenza, soluzioni di sicurezza avanzata dovranno essere sempre più integrate, a livello nativo, nell’hardware, nel software e nei servizi dei dipendenti (incluse quelle per implementarle e configurarle, oltre alla manutenzione) e ciò è particolarmente importante nel contesto delle pratiche odierne di lavoro da remoto.
Sebbene l’emergere di nuove tecnologie sia stato dibattuto in passato, i dipendenti si dimostrano entusiasti per il ruolo che la tecnologia svolge nel migliorare l’esperienza di chi lavora da casa. Quando è stato chiesto quali tecnologie emergenti avrebbero avuto il maggiore impatto in positivo sul loro lavoro nei prossimi anni, gli intervistati a livello globale hanno identificato come prime scelte il 5G, l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning.
Nell’implementazione di queste tecnologie, le aziende dovrebbero sollecitare i dipendenti a dare il proprio input, in modo da capire dove intervenire per avere il massimo impatto sulla qualità del loro lavoro. Il 5G offre una connessione stabile e più sicura dando ai dipendenti la possibilità di spostarsi, mentre l’AI può aiutare ad automatizzare i compiti ripetitivi. La maggior parte dei dipendenti ha infine espresso anche l’auspicio che le tecnologie emergenti possano aiutare a migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata.