Project Management Office (PMO): cos’è e a cosa serve

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Le aziende che cercano un più stretto monitoraggio dei progetti IT stanno aprendo PMO in numero crescente. Di cosa si tratta esattamente?

Un Project Management Office (PMO) è un gruppo, interno o esterno a un’azienda, che definisce, mantiene e garantisce gli standard per la gestione dei progetti all’interno di tale organizzazione. In pratica un “custode” centralizzato delle migliori pratiche, dello stato e della direzione dei progetti.

Secondo una recente ricerca di PM Solutions, l’85% delle aziende aveva un PMO nel 2016 (un aumento del 5% rispetto al 2014), mentre il 30% di quelle che ne erano ancora prive avevano comunque un piano per istituirne uno. Il ruolo del PMO potrebbe cambiare man mano che l’intelligenza artificiale e la trasformazione digitale prendono piede, ma nel clima economico di oggi vi spieghiamo cosa dovrebbe fare un PMO, quale tipologia dovreste prendere in considerazione e chi ne ha davvero bisogno.

Ruoli e responsabilità di un PMO

Un PMO assicura che le procedure, le pratiche e le operazioni aziendali vadano nel modo giusto, puntuale e preventivato. Secondo il report Pulse of the Profession del Project Management Institute, del 2017, le aziende che allineano il loro PMO aziendale alla strategia aziendale non solo hanno il 38% in più di progetti che raggiungono gli obiettivi rispetto a quelli che non lo fanno, ma vantano anche il 33% di progetti in meno considerati falliti.

Secondo gli esperti, le caratteristiche che definiscono un buon Project Management Office sono:

• fornire vantaggi tangibili, ripetibili e a lungo termine all’azienda
• allinearsi con la strategia e la cultura aziendale
• essere abbastanza agile da adattarsi ai cambiamenti di strategia
• essere un elemento chiave per l’organizzazione ad alte prestazioni
• integrare dati e informazioni da progetti strategici aziendali
• consentire la condivisione di risorse, metodologie, strumenti e tecniche per il successo del progetto all’interno dell’azienda
• identificare e sviluppare la metodologia di gestione del progetto, le migliori pratiche e gli standard
• istruire e fornire supervisione per i project manager e il personale.

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Diversi tipi di PMO

I Project Management Office possono essere suddivisi in tre principali tipologie, in base alla funzione che svolgono: supporto, controllo e comando.

Un PMO di supporto fornisce aiuto solo se necessario.

Un PMO di controllo invece, oltre a essere il più comune e diffuso, fornisce modelli, procedure e report aziendali. È un po’ una via di mezzo tra il far rispettare alcuni standard e il fornire l’intero spettro di supporto, pur non essendo ancora responsabile di tutto.

Un PMO di comando indirizza invece la gestione del progetto del lavoro, supporta e controlla l’intero progetto delineando le procedure e i requisiti di reporting. Questa è la modalità più comune in ambienti altamente regolamentati e ad alto rischio.

I PMO possono essere  interni o esterni. I PMO interni colmano il divario tra i team che stanno facendo uno sviluppo agile e uno sviluppo molto ripetitivo. Sono comuni nelle aziende che eseguono programmi di grandi dimensioni nella trasformazione dei processi di business. I PMO esterni hanno molte delle stesse caratteristiche di quelli interni, ma sono anche abili nel comunicare con i clienti e gli azionisti.

Avete bisogno di un Project Management Office?

La prima cosa a cui pensare se state considerando di dotarvi o meno di un PMO è osservare attentamente come opera la vostra azienda e vedere se i diversi comparti stano già lavorando insieme e in sintonia attraverso sistemi e gruppi, oppure se operano come silos separati con differenti sistemi e non parlano spesso l’uno con l’altro.

Se la vostra azienda fa parte di questo secondo scenario, allora un PMO può aiutarvi. Se inoltre state per implementare progetti significativi o cambiamenti di strategia, o se la strategia che avete già in atto non viene soddisfatta, quella di un PMO potrebbe essere una scelta giusta per la vostra azienda. Naturalmente più grandi sono i progetti, più grande è il budget e più progetti ci sono, più si può beneficiare di un PMO.

Ciò che le aziende riconoscono oggi come PMO potrebbe però non essere più tale in futuro. Gartner stima ad esempio che il numero di PMO diminuirà in seguito alla rivoluzione digitale, anche se alcuni si trasformeranno in funzioni di gestione dei cambiamenti e diventeranno parte della funzione di strategia del C-level.

Sempre Gartner si aspetta che, entro il 2030, le partnership tra umani, macchine intelligenti e intelligenza artificiale elimineranno circa l’80% di quel lavoro che rappresenta oggi la maggior parte della disciplina e delle attività di gestione di un progetto e per i PMO ciò significa adeguare comportamenti e pratiche.

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Massimizzare i vantaggi dell’IT ibrido con la Service Orchestration

Massimizzare i vantaggi dell’IT ibrido con la Service Orchestration
Una strategia di Service Orchestration per gli ambienti IT ibridi accelera ulteriormente l'implementazione delle tecnologie digitali.

La Service Orchestration è la chiave per sbloccare il vero potenziale delle complesse infrastrutture Hybrid IT. E’ quanto emerge da una recente indagine commissionata da Fujitsu a Forrester, i cui risultati rivelano come l’integrazione, la gestione e l’ottimizzazione delle infrastrutture IT ibride portino le imprese ad offrire servizi ad alto valore aggiunto per il business, fornendo contemporaneamente maggiore flessibilità ed agilità.

Le aziende intervistate hanno riconosciuto la necessità di adottare tecnologie digitali flessibili e agili, implementando allo stesso tempo infrastrutture Hybrid IT sempre più complesse. Tuttavia, se da un lato gli ambienti IT ibridi accelerano l’implementazione delle tecnologie digitali, dall’altro portano anche nuove complessità e sfide. In particolare, le imprese hanno manifestato preoccupazioni sui temi legati alla sicurezza (44%), alla privacy (43%), alla maggiore difficoltà di gestione e ai maggiori costi nell’utilizzare più ambienti IT (40%).

Grazie al coordinamento dei sistemi e dei servizi aziendali in una struttura di gestione unificata, un’efficace orchestrazione dei servizi permette di massimizzare la tecnologia già in uso in una organizzazione. Il punto di partenza deve essere quello di aggregare e coordinare le diverse piattaforme per aumentarne la velocità, il controllo e l’agilità dell’azienda.

Inoltre, estendendo questo approccio alla gestione dei fornitori, alla sicurezza e alla supply-chain, si potrà offrire un ambiente veramente efficiente. Gli intervistati riconoscono il valore di questo miglior coordinamento: il 70% di essi ha affermato infatti che la Service Orchestration è una priorità rilevante.

Service Orchestration

Secondo la ricerca i vantaggi più rilevanti nell’implementazione di una soluzione di service orchestration sono la possibilità di poter gestire contemperatemene più applicazioni e workload (lo afferma il 44% degli intervistati), una migliore user experience (42%) e la facilità di sistemare le applicazioni attraverso diverse hybrid cloud (40%).

La gestione dell’orchestrazione può però rivelarsi complessa. Il 41% degli intervistati sa che stare al passo con il progresso tecnologico è una sfida, mentre il 33% pone l’accento sulle difficoltà di trovare uno staff qualificato. Per quasi un intervistato su 3 (il 32%) inoltre trovare il giusto equilibrio tra le priorità IT e quelle di business è una sfida non da poco.

Di conseguenza le aziende cercano una terza parte che indichi come trovare il giusto compromesso tra agilità e controllo. Nella selezione di un partner un intervistato su tre (33%) guarda più all’esperienza tecnologica come la capacità di offrire soluzioni as-a-service, mobile e i big data.

Il 31% sceglie invece la capacità di saper integrare sistemi cloud e legacy, mentre il 28% quella di implementare rapidamente la soluzione. Il 28% degli intervistati indica infine come importante anche la capacità di saper far dialogare il top management con i responsabili IT, senza dimenticare (per il 27%) la crucialità del customer service.

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