Bitdefender, Fulvio Fabi Channel Manager per l’Italia

Fulvio Fabi e Annalisa Acquaviva di Bitdefender
Nel contempo Annalisa Acquaviva diventa Channel Director Italia e Iberia. Fabi proviene da CommScope, con precedenti esperienze tra l’altro in Esprinet, IBM e Ready Informatica

A 5 anni dall’arrivo in Italia con una filiale diretta, Bitdefender ha annunciato l’ingresso di Fulvio Fabi come National Channel Manager, con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente il business sul canale in Italia. L’Italia, spiega una nota di Bitdefender, è già risultata nell’ultimo anno la miglior regione in Europa sui KPI di crescita del canale grazie a una strategia di semplificazione del Partner Program, creazione di un team di vendita dedicato al canale e focus commerciale sul mercato enterprise e sul canale Managed Service Provider (MSP).

Nel contempo Annalisa Acquaviva, precedentemente Distribution Manager Italy, Spain and Portugal, assume il nuovo ruolo di Channel Director, Italia e Iberia, per sviluppare la strategia e il team di canale in Italia, Spagna e Portogallo ed espandere ulteriormente il portfolio di distributori, partner e rivenditori.

“Sono lieto di dare il benvenuto nel team italiano di Bitdefender a Fulvio Fabi e della nuova sfida professionale per Annalisa Acquaviva. Fulvio è una nuova importante risorsa per le nostre attività di canale a livello Italia. Il suo approccio pragmatico allo sviluppo del business permetterà di far crescere la presenza di Bitdefender nel mercato Enterprise per la sicurezza informatica”, commenta nella nota Emilio Roman, SVP, Global Sales & Channels, Enterprise WW Sales & Marketing di Bitdefender.

“Inizia per me una nuova importante esperienza con Bitdefender, vendor che ormai si è saldamente affermato sul mercato italiano”, commenta Fulvio Fabi. “La nostra strategia per il 2022 è volta a supportare il canale grazie anumerose attività di formazione, condivisione di informazioni e incontri per aiutare i partner ad affrontare le principali sfide di questo particolare momento storico, consolidando i rapporti esistenti e sviluppandone di nuovi”.

Prima di entrare in Bitdefender, Fulvio Fabi ha lavorato per CommScope, dove è stato Territory Account Manager per Italia, Cipro, Grecia e Malta. Precedentemente, per oltre cinque anni, si è occupato di sviluppo del canale per la divisione cybersecurity e networking di V-Valley/Itway (Gruppo Esprinet). Fabi vanta oltre 30 anni di esperienza nell’industria IT dove ha ricoperto ruoli di sviluppo del canale e della distribuzione per IBM, Lacie, Enterasys Network, Wyse Technology, Ready Informatica. Si è inoltre occupato della sicurezza informatica e della gestione di infrastrutture/networking di diversi vendor, tra cui McAfee, Bluecoat, Secure Computing, Citrix e Ruckus.

“Sono davvero entusiasta di proseguire il mio percorso professionale in Bitdefender con questo nuovo incarico”, afferma nella nota Annalisa Acquaviva, neo Channel Director, Italia, Spagna e Portogallo. “Il canale è un pilastro essenziale per Bitdefender, abbiamo ambiziosi obiettivi per il 2022 nel corso del quale puntiamo a espandere l’ecosistema dei partner”.

Acquaviva – che nel nuovo ruolo guiderà la strategia e il team di tutti i canali (distributori e partner rivenditori e MSP) in Italia e Iberia – ha un’esperienza ventennale nel canale italiano, ed è in Bitdefender dal settembre 2018. In precedenza ha lavorato presso Ingram Micro, in cui ha ricoperto vari ruoli direzionali fino a quello di B2B Sales Account Director e Cloud Business Lead a riporto diretto del Country Manager Italia e sviluppando relazioni e business con i principali partner (VAR, Corporate, System Integrator, etc) del canale.

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Oltre 8000 startup e PMI innovative ICT in Italia: +23% in un anno

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I numeri di un report di Anitec-Assinform e Infocamere: in forte crescita soprattutto le nuove imprese specializzate in Blockchain e Cybersicurezza

Le Startup e PMI innovative italiane del settore ICT sono oltre 8000, e nell’ultimo anno sono aumentate di circa il 23% in numero, grazie all’accelerazione della digitalizzazione nel Paese, e nonostante la crisi sanitaria e l’incertezza legata alla guerra in Ucraina.

Questo il principale dato del terzo report di monitoraggio sulle Startup e PMI innovative italiane iscritte nel Registro Imprese con i codici Ateco relativi al settore ICT (comparti hardware, software a pacchetto, software custom e consulenza, distribuzione, servizi IT, servizi TLC), presentato ieri da Anitec-Assinform e InfoCamere, con dati aggiornati al 4 aprile 2022.

Più precisamente, le Startup e PMI innovative ICT italiane (d’ora in poi per comodità S&PMII) sono in totale 8169 (+22,6% rispetto a inizio marzo 2021) di cui 797 PMI e 7372 Startup.

Più di 7 su 10 sono negli ambiti software e consulenza IT e quasi 2 su 10 nei servizi IT, mentre oltre 9 su 10 sono SRL.

Nel 2021 le nuove registrazioni di startup e PMI innovative ICT sono state 2579 (+28,6% rispetto al 2020), ovvero 2321 startup innovative e 258 PMI innovative. Questo tasso di crescita è superiore di più di 10 punti a quello generale delle nuove registrazioni in tutti i settori.

La distribuzione geografica delle S&PMII ICT non evidenzia grandi sorprese: la Lombardia ha la maggiore concentrazione con quasi il 30%, seguita da Lazio (14%) e Campania (8%). Stabili o in diminuzione Emilia-Romagna (7,1%) Veneto (6,8%) e Piemonte (5,5%). In aumento le quote di Puglia (4,7%) e Toscana (4,6%).

È una distribuzione simile a quella dell’intero settore ICT, anche se con una concentrazione ancora maggiore in Lombardia, che oltretutto ospita oltre un quarto di tutte le startup innovative italiane (26,6%). Inoltre la Lombardia è la prima regione per incidenza (quasi il 70%) di S&PMII sul totale delle società ICT costituite negli ultimi 5 anni, incidenza che tocca invece valori minimi in Umbria e Veneto (44,5%) e Sicilia 23,3%. Rimane preoccupante la carenza di S&PMII di ICT al Sud: Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia messe insieme non arrivano al 20% del totale.

Fonte: Anitec-Assinform/Infocamere

Fonte: Anitec-Assinform/Infocamere

Quasi 7 su 10 hanno al massimo 4 addetti. Pochi gli imprenditori giovani e donne

Come tutte le startup e PMI innovative, anche le S&PMII nel settore ICT sono soprattutto microimprese: più di due su tre (68,6%) hanno al massimo 4 addetti, e poco più del 5% raggiunge o supera i 20 addetti. 8 su 10 hanno un capitale proprio inferiore a 50.000 euro e più della metà ha valore della produzione sotto i 100mila euro, mentre meno del 9% supera il milione.

Quanto al profilo imprenditoriale, è smentita la classica immagine delle imprese innovative create dai giovani: meno di una S&PMII ICT su 5 (19,4%) è stata fondata da under-35, e risultano molto poche anche le imprese fondate da imprenditrici (10,7%).

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Fonte: Anitec-Assinform/Infocamere

Le specializzazioni più diffuse: AI, IoT, soluzioni digitali e Mobile App

Le tecnologie digitali più innovative, definite da Anitec-Assinform “Digital Enabler”, confermano il loro ruolo trainante ovviamente anche per le S&PMII.

Dall’analisi dei filoni di attività indicati sulla piattaforma #ItalyFrontiers, 764 di esse sono specializzate in soluzioni digitali, 757 su intelligenza artificiale e machine learning, 721 realizzano soluzioni di IoT e 569 si concentrano sullo sviluppo di Mobile app.

Rispetto alla crescita complessiva del 23% del numero di S&PMII italiane dell’ICT in 12 mesi, i segmenti con crescita superiore alla media sono blockchain (+52%), cybersecurity e cripto (+35%), soluzioni digitali (+34%), Artificial Intelligence e Machine Learning (+26%), e-commerce (+29%), mobile app (+24%). Leggermente inferiori alla media, ma sempre a doppia cifra, gli aumenti di numero nei comparti automation (+21%), cloud (+20%), big data e data science (+17%) e social science (+15%).

Inoltre anche molte delle S&PMII con core business in settori non ICT indicano filoni di attività ad alto contenuto digitale. Più precisamente 517 S&PMII non ICT indicano di essere attive nell’ IoT, 446 in Industria 4.0 e 230 in IA e machine learning.

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Fonte: Anitec-Assinform/Infocamere

Ricerca e sviluppo e brevetti, il Sud fa meglio del Nord-Est

Resta critica la bassa presenza di attività brevettuale malgrado i progressi negli ultimi anni nella regolamentazione e nell’erogazione di incentivi.

Sono 1328 le S&PMII ICT depositarie o licenziatarie di privativa industriale o titolari di software registrato: sono aumentate di quasi il 22% rispetto al 2021 ma restano una minoranza (16,3%) del totale, percentuale che si alza al 37% nel Nord-Ovest e al 22% nel Nord-Est.

In 2046 casi (25% delle S&PMII ICT registrate) si rileva la presenza di un team composto da personale altamente qualificato, presenza definita come “almeno 2/3 del personale con laurea magistrale oppure almeno 1/3 del personale fatto di dottorandi, dottori di ricerca o laureati con 3 anni di esperienza in attività di ricerca certificata”. Il dato è in calo rispetto a un anno fa (era il 26,6%) e anche qui la percentuale al Nord-Ovest è molto più alta (oltre il 37%, in aumento), mentre al Centro è del 21% (in aumento), nel Sud e isole è del 24% (in calo). Sorprendentemente la percentuale più bassa (18%, e pure in calo) è quella del Nord-Est.

Le crescite al Nord-Ovest e al Centro fanno pensare che negli altri territori sono meno diffusi il ricorso a finanziamenti e incentivi per la creazione di startup e le iniziative di collaborazione con le università, e più forte è la carenza di competenze STEM e ICT.

Gay: “Un segmento da stimolare con politiche industriali e PNRR”

Sono 6063, ovvero il 74% del totale, le S&PMII ICT con livello significativo di intensità di spesa R&S (almeno il 15% del maggior valore fra costo e valore totale della produzione). Sono 4 volte e mezzo di più delle S&PMII ICT con brevetti.

Anche qui la concentrazione più alta è nel Nord-Ovest, e quella al Centro e al Sud & isole è maggiore rispetto al Nord-Est.

In conclusione le S&PMII ICT hanno confermato in questi due anni molto instabili una forte dinamica di crescita, ma il loro potenziale resta molto dipendente (in positivo e in negativo) dagli ecosistemi economici e territoriali di riferimento, che possono fare da freno per i noti punti deboli legati a disponibilità di investitori strutturati (venture capital privati, aziendali, regionali e statali) e di competenze avanzate, imprenditorialità giovanile e femminile e attrattività dell’economia italiana.

Per quanto riguarda gli investimenti in particolare le startup hi-tech in Italia nel 2021 hanno raccolto quasi 1,5 miliardi di euro, un valore in forte crescita (+118% rispetto al 2020) ma pur sempre 6 e 8 volte inferiore a quelli raccolti rispettivamente dalle startup tedesche e francesi.

Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, commenta così questi dati: “La crescita delle startup e PMI innovative del settore ICT continua malgrado la crisi sanitaria e il conflitto Russia-Ucraina. Questo segmento si conferma protagonista della trasformazione digitale del Paese in un momento economico instabile con Pil in calo (-0,2% nel primo trimestre 2022) e inflazione in aumento (in aprile è al 6,2%). Mi auguro che le politiche industriali e i nuovi progetti supportati dal PNRR riescano a stimolare la crescita di nuove S&PMII ICT”.

Paolo Ghezzi, Direttore Generale di InfoCamere, ha così commentato: “I dati confermano che l’innovazione oggi si declina al digitale e che le competenze necessarie vanno sviluppate rafforzando i collegamenti tra università, territorio e impresa. Non è un caso se il 53% circa di tutte le startup innovative si concentra nella produzione di software e consulenza informatica e nella ricerca e sviluppo, attività strettamente funzionali all’evoluzione dell’intero ecosistema produttivo nazionale. Il fenomeno delle startup e PMI innovative – riassunto dalle informazioni nel portale startup.registroimprese.it – è dunque un sensore attendibile per capire le direzioni di sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale ed elaborare le politiche più opportune a sostenerlo e promuoverlo”.

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