Dopo un buon 2020, il 2021 è stato un anno eccellente per la distribuzione ICT in Italia. Lo raccontano i dati di Context, dei quali abbiamo chiesto un commento a Isabel Aranda, country manager della società di ricerca in Italia.

Il fatturato delle vendite attraverso la distribuzione ICT in Italia nel 2021 è stato di 9,53 miliardi di euro, in crescita del 5,2% rispetto al 2020, ma con andamenti molto diseguali nel corso dell’anno. A una forte crescita nei primi 5 mesi, che ha addirittura superato il 40% nei mesi di marzo e aprile, è seguita una seconda parte dell’anno tutta in calo, tranne il sostanziale pareggio (+1%) di settembre, e una robusta ripresa, anche maggiore delle stime (+11%) in dicembre.

“In realtà la domanda ha rallentato in estate ma si è ripresa a settembre, anche grazie alle gare pubbliche per reti e connettività, e per digital board, monitor, touchscreen e altri prodotti connessi per la trasformazione digitale della scuola. Il problema è che da settembre a novembre la carenza di alcuni prodotti, per i noti problemi di approvvigionamento di alcuni componenti e di supply chain, si è fatta particolarmente sentire: questi prodotti sono arrivati solo a poche settimane dalla fine dell’anno, e questo spiega la forte ripresa di dicembre, soprattutto nelle ultime due settimane, che ha superato anche le nostre stime”, spiega Aranda.

Context Aranda 2021 grafico 1 su CWI

Fonte: Context

Canali consumer in crescita, ma quelli business sono oltre il 60% del mercato

I dati di fatturato quindi parlano di un primo semestre in forte crescita e di un secondo semestre in calo (-3%), ma in realtà da luglio a dicembre sono calati solo i prodotti consumer, mentre quelli business hanno resistito. “Il mercato dei prodotti a valore – quelli venduti in piccole quantità e a margine più alto – ha registrato un +10% nel terzo trimestre e un +5% nel quarto. Tra i prodotti a valore, quelli che sono cresciuti di più nel secondo semestre sono software: sistemi operativi (+24%), software per grafica e design (+17%), database management (+33%), applicazioni office (+14%) e data management (+15%). Sull’intero 2021 i prodotti a valore sono cresciuti del 7% e ora hanno una quota di mercato del 27%, quelli a volume sono cresciuti del 4% e hanno una quota del 73%”.

Analizzando i singoli canali che fanno capo alla distribuzione, quelli consumer – Retail Chain, cioè le catene di negozi fisiche, ed Etailer Consumer, cioè le vendite e-commerce dei retailer – hanno guadagnato ciascuno un punto percentuale, portandosi rispettivamente al 33% e al 6% del mercato, che però resta in maggioranza (61%) ai canali Business: Small/Medium Reseller (quota 38%, -1% rispetto al 2020), Corporate Reseller (quota 20%, -1% rispetto al 2020), ed Etailer Business (3%).

Context Aranda 2021 grafico 2

Fonte: Context

2022, outlook positivo per i distributori

Guardando al 2022, continua Aranda, si può essere ottimisti. Dal punto di vista macroeconomico, tutti i 51 obiettivi fissati dalla UE per il 2021 sono stati raggiunti e quindi è attesa la prima tranche di 21 miliardi dei fondi europei. Il PIL italiano nel 2021 è cresciuto del 6,3% ed è previsto in ulteriore crescita del 4,7% nel 2022 anche se l’ondata omicron della pandemia, e l’attesa per l’elezione del Presidente della Repubblica e per le sorti del Governo sta rallentando un po’ la corsa e ha aumentato l’incertezza.

Nel settore ICT e quindi tra i distributori comunque il clima è ampiamente positivo per il PNRR, che ha tra le principali priorità la digitalizzazione di PA e imprese private. Ci saranno altre importanti gare pubbliche a supporto di grandi progetti di digitalizzazione pluriennali nei vari settori, sottolinea Aranda, e anche la domanda delle piccole e medie imprese sta mostrando una certa vivacità.

“La distribuzione ICT in Italia ha un ruolo particolarmente importante, più che in altri paesi”

“Restano i problemi per la carenza di componenti e quindi di prodotti finiti rispetto alla domanda, e una certa quantità di ordini in arretrato da evadere. Inoltre dal punto di vista delle vendite tramite la distribuzione è da monitorare il tentativo di alcuni vendor di rivolgersi direttamente ai reseller, ma non penso sia un grande rischio per la distribuzione ICT in Italia, che riveste un ruolo particolarmente centrale, più che in altri paesi, tanto che l’Italia è il terzo paese per importanza nel panel di Context per il mercato della distribuzione ICT”.

Il ruolo della distribuzione in Italia, conclude Aranda, resta fondamentale sia per vendere alla PA che alle aziende: “Questo è un paese dove il rapporto personale conta tanto, la fiducia è importantissima, e i progetti di digitalizzazione di cui stiamo parlando sono di lungo termine, e presuppongono rapporti fiduciari che si protraggono nel tempo”.