Esprinet compra GTI, sesto distributore in Spagna e specialista cloud

Esprinet sede Vimercate GTI Esprirent
Acquisito il 100% del capitale per 33,8 milioni di euro. Dal 2017 GTI ha iniziato l'uscita dai mercati retail e consumer per concentrarsi su B2B e Cloud

Esprinet SpA ha annunciato un accordo vincolante per l’acquisto del 100% del capitale di GTI Software y Networking SA, sesto distributore ICT in Spagna per ricavi, in cambio di 33,8 milioni di euro. La cifra, precisa Esprinet, sarà pagata per cassa al closing – previsto entro il 30 settembre – utilizzando risorse disponibili, e tecnicamente l’acquisizione verrà realizzata tramite la sub-holding per le attività spagnole Esprinet Iberica.

L’operazione, spiega Esprinet in un comunicato, è coerente con la strategia del Gruppo di consolidare la propria leadership nel Sud-Europa, rafforzandosi in particolare nel comparto nelle Advanced Solution (cioè le soluzioni per il mercato B2B, ndr), e affermarsi come un player di riferimento nel segmento Software as a Service (“SaaS”) e Infrastructure as a Service (“IaaS”), assecondando il progressivo affermarsi di un modello di vendita di tecnologia “a consumo” rispetto alla tradizionale modalità “transazionale”.

Fondata nel 1985, GTI ha sede a Madrid ed è attiva anche in Portogallo e Nord Africa. Ha oltre 170 dipendenti, circa 5500 clienti, e secondo i media spagnoli ha una partnership particolarmente forte con Microsoft, oltre che alleanze ufficiali con oltre 90 fornitori globali fra cui Adobe, Red Hat, VMware, IBM, Veeam, Veritas e Zebra-Motorola.

Come accennato il Gruppo GTI secondo il Ranking 2020 dei distributori ICT in Spagna della testata Channel Partner è al sesto posto per fatturato con 179,9 milioni di euro, per cui l’acquisizione rafforzerà nettamente il primo posto in Spagna di Esprinet, che in precedenza praticamente condivideva con Tech Data (1476 milioni di euro contro 1473).

Ma soprattutto porta in dote a Esprinet un orientamento strategico concentrato sul B2B e in particolare sul cloud, coerentemente con la priorità strategica del distributore italiano, enunciata nel bilancio 2019, di investire nel segmento Advanced Solutions, in particolare con il progetto XaaS (“Everything As A Service”)

Dal 2017 infatti GTI ha progressivamente abbandonato la distribuzione di prodotti hardware al canale “retail” e al mercato consumer per focalizzarsi sul canale dei rivenditori “business” a cui offrire un ventaglio di soluzioni software a valore aggiunto sia su licenza che in modalità “pay-per use”. Recentemente l’azienda spagnola aveva annunciato l’obiettivo di arrivare entro il 2024 a realizzare il 75% del fatturato appunto attraverso soluzioni e servizi cloud.

Nel semestre chiuso al 31 marzo 2020, precisa Esprinet, soltanto il 30% del fatturato di GTI è dovuto alla vendita di hardware, e si tratta perlopiù di sistemi ad alto valore aggiunto nei segmenti Automatic Identification e Data Capture nei quali GTI è leader di mercato in Spagna. Quanto all’ultimo anno fiscale completo, chiuso il 30 settembre 2019, le vendite di soluzioni Cloud di tipo SaaS sono state di 62,4 milioni di euro (34% del totale), in marcata crescita rispetto all’anno precedente (+45%), mentre le vendite di software “on-premise” sono state di 52,9 milioni di euro (29% del totale).

Il modello di business di GTI, sottolinea il comunicato Esprinet, presenta caratteristiche peculiari, in gran parte dovute appunto al riorientamento dell’attività verso soluzioni di “business software” e servizi cloud: vendite ricorrenti e stabili grazie a piani di subscription, elevata scalabilità garantita dalla piattaforma di “provisioning” con cui i clienti definiscono on-line le offerte per i loro clienti, e un ciclo del circolante favorevole rispetto al business tradizionale grazie all’assenza di scorte di magazzino.

Secondo le stime di Context/IDC il mercato europeo del “Public Cloud” e dei servizi connessi si è attestato nel 2019 a 46 miliardi di dollari, ed è previsto in crescita fino a 100 miliardi nel 2023 grazie a un tasso di crescita medio annuo del 22%. In questo mercato, in prevalenza formato dalle soluzioni SaaS, il peso di Italia e Spagna insieme secondo Context e IDC è di circa l’11%.

Nel semestre chiuso al 31 marzo 2020 il Gruppo GTI ha realizzato ricavi per 91 milioni di euro e un EBITDA di 1,9 milioni. Nell’anno fiscale precedente, chiuso al 30 settembre 2019, l’EBITDA adjusted è stato di 3,4 milioni di euro su un fatturato totale che come già detto è stato di 179,9 milioni. L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2020 risulta di 9,8 milioni di euro, praticamente dimezzato rispetto ai 17,6 milioni al 30 settembre 2019.

Alessandro Cattani, Amministratore Delegato di Esprinet, nel comunicato commenta così l’operazione: “Con l’acquisizione di GTI Group rafforziamo significativamente la nostra presenza nel Sud Europa diventando il secondo player nel segmento Advanced Solutions sia in Italia che in Spagna e portando il fatturato proforma 2019 in tale segmento a circa 750 milioni di euro. L’operazione ha una valenza strategica formidabile: ci rafforza in un segmento ad elevata redditività, consente un importante salto di qualità nel segmento software in Spagna ed è una pietra miliare nel nostro percorso evolutivo verso la vendita di soluzioni “multi-cloud”. Con l’ingresso nel Gruppo del team altamente specializzato di GTI arricchiamo le nostre competenze nella gestione di piattaforme di distribuzione di servizi in modalità “as a service” integrando un set di best-practice replicabili sui nostri attuali clienti sia in Spagna che in Italia”.

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HPE, Citrix, Poly e i big della distribuzione lanciano Home Working Italy

smart working
L’iniziativa, sostenuta da Computer Gross, Esprinet, Ingram Micro e Tech Data, offre soluzioni, supporto e consulenza per realtà di tutte le dimensioni

Hewlett Packard Enterprise (HPE), Poly e Citrix hanno annunciato insieme a quattro “big” della distribuzione IT italiana – Computer Gross, Esprinet, Ingram Micro e Tech Data – l’iniziativa Home Working Italy, nata per sostenere le aziende italiane nel percorso di creazione di infrastrutture di smart working.

Le soluzioni proposte si basano sulle tecnologie di virtualizzazione del desktop (VDI) fornite da Citrix, integrate con la soluzione iperconvergente di HPE SimpliVity, e con i prodotti (sistemi per videoconferenza, cuffie, telefoni) di Poly, la realtà nata l’anno scorso dall’unione di Plantronics e Polycom. Tutto ciò, spiega una nota di HPE, consente di realizzare ambienti desktop che i singoli utenti di una rete aziendale possono visualizzare su qualsiasi device (un computer o un tablet), senza che le risorse a cui essi fanno riferimento (file, immagini, programmi, driver, preferenze) siano fisicamente presenti sul device stesso.

Da una parte infatti Virtual Apps and Desktop di Citrix fornisce app e desktop virtuali sicuri ai dipendenti attraverso un accesso remoto, consentendo a chi lavora i la libertà di farlo da qualsiasi luogo, e distribuendo applicazioni aziendali Windows, Linux e Web o desktop virtuali completi da qualsiasi cloud (pubblico, locale o ibrido) all’interno di un moderno spazio di lavoro digitale.

Dall’altra HPE SimpliVity, in cui la tecnologia Citrix è integrata, consolida fino a 10 dispositivi e applicazioni in un blocco costitutivo semplice e potente per ambienti virtualizzati. Le aziende possono iniziare con pochi nodi e, al crescere degli utenti in Home Working, aggiungere altri blocchi iperconvergenti per scalare il sistema orizzontalmente, e fruire di funzioni integrate di protezione dei dati e gestione incentrata sulle macchine virtuali.

Home Working Italy prevede inoltre la possibilità di utilizzare la soluzione Smart Office di Aruba – società di HPE specializzata nel Networking – che permette di “trasferire” l’ufficio a casa del singolo dipendente, estendendo la rete aziendale grazie a Remote Access Point (RAP) che il dipendente riceve a casa e creano VPN sicure con un concentratore VPN installato nella sede centrale o nel Data Center. Il RAP propaga lo stesso SSID della rete aziendale e ne usufruisce anche il Wi-Fi senza necessità di apportare modifiche alla configurazione o installare software nei dispositivi dei singoli utenti (Plug&Play).

“In un momento come quello che stiamo vivendo, emerge con forza quanto le opportunità dello smart working possano essere fondamentali, ma anche quanto queste, per poter funzionare, abbiano bisogno di infrastrutture tecnologiche valide, sicure e di facile gestione, di cui però tante realtà italiane, specie quelle piccole e medie, non sempre dispongono”, dichiara nella nota Stefano Venturi, Presidente e Amministratore Delegato HPE Italia. “L’iniziativa che abbiamo lanciato con Poly e Citrix mira proprio ad assicurare a queste aziende un punto di riferimento unico, in grado di accompagnarle passo passo e di mettere a loro disposizione tutte le competenze, le tecnologie, il supporto e la consulenza di cui hanno bisogno”.

“Oggi l’importanza dello smart working è legata soprattutto all’emergenza sanitaria, ma si tratta di un modo di lavorare che va ben oltre il momento contingente”, afferma Fabio Luinetti, Country Manager di Citrix Italia. “Il lavoro è sempre meno un luogo in cui si va e sempre di più uno spazio digitale sicuro che segue le persone, sia quando per motivi di forza maggiore non possono essere in ufficio, sia per rispondere alle esigenze di un mondo del lavoro sempre più dinamico e sempre più mobile”.

“Lo smart working si consoliderà alla fine di questa crisi e diventerà una costante, modificandosi e radicandosi sempre più. Si supererà anche la logica attuale che vede la sua adozione legata soprattutto alla riduzione dei costi per le imprese, per andare verso un suo apprezzamento come tramite per un benessere collettivo”, dichiara Armando Trivellato Vice President, Iberia, Italy, Russia CIS, ITSAG, Middle East and Africa di Poly.

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