A Rimini torna We Make Future, la fiera dedicata all’innovazione

A Rimini torna We Make Future, la fiera dedicata all’innovazione
Sta per iniziare la più grande Fiera Internazionale e Festival sull’Innovazione Tecnologica e Digitale in cui ogni anno si incontrano professionisti, aziende, startup e realtà istituzionali per parlare di futuro.

Anche quest’anno dal 15 al 17 giugno presso la Fiera di Rimini, si svolge il più grande evento interamente dedicato al mondo dell’innovazione tecnologica e digitale: il WMF – We Make Future, edizione 2023.

Oltre 550 espositori e startup italiane e internazionali presenteranno i propri progetti e prodotti più rivoluzionari con cui stanno dando nuova forma al futuro, offrendo la possibilità di scoprire le ultime tendenze e i progressi più recenti nei settori del digital-tech, della robotica, del business innovativo e molto altro ancora.

Cos’è We Make Future

Il WMF è una fiera internazionale arrivata ormai alla sua undicesima edizione e ogni anno partecipano più di mille speaker e ospiti provenienti da ogni parte del mondo per parlare di come costruire un futuro migliore tramite l’innovazione tecnologica, digitale e sociale.

Il festival è un evento globale che raggiunge oltre 6 milioni di utenti connessi in tutto il mondo durante gli eventi in live streaming e conta più di 36.000 visitatori provenienti da più di 85 Paesi presenti nei padiglioni della fiera durante i tre giorni.

Si affronteranno i principali temi dell’innovazione digitale e sociale attraverso un ricco programma di eventi di formazione, arte, cultura, musica, intrattenimento, business e networking.

Data questa offerta considerevole e variegata di eventi, la manifestazione si rivolge ad un pubblico molto ampio: professionisti freelance e dipendenti, direttori marketing e amministratori delegati, investitori, startup e scaleup, aziende, agenzie, creators, appassionati, istituzioni e territori, makers e ricercatori, gamers, developers, case editrici.

Si tratta di una grande occasione per discutere, condividere idee e competenze, formarsi e fare networking, incontri b2b, business matching.

Gli stage formativi

Una delle componenti più importanti, che animerà questo grande evento, saranno gli stage formativi, ciascuno riservato ad una tematica specifica nel campo dell’intelligenza artificiale, innovazione tecnologica, digitale e sociale.

Quest’anno saranno organizzati ben 90 stage nei tre giorni, e tra questi nella giornata del 16 giugno sarà attivo uno stage dedicato interamente alla User Experience.

Questo spazio sarà sponsorizzato da Conflux, azienda che dal 2016 si occupa di UX Design e UX Research per la progettazione di prodotti e servizi digitali innovativi e data driven per diversi settori, tra cui quello healthcare tramite HEI!LAB – Health Experience Innovation Lab, uno spazio che riunisce le eccellenze di Conflux ed Edra per ripensare i processi dei percorsi di cura nell’ambito di una progettazione dell’esperienza che pone il paziente al centro.

Nello stage User Experience, si alterneranno speaker autorevoli per parlare del futuro della ricerca e della progettazione per l’esperienza utente. Chi vorrà partecipare potrà approfondire ed entrare a far parte della discussione sulle varie prospettive e nuovi scenari che si vorranno costruire per il settore UX.

Tra gli speaker anche Emmanuel Mazzucchi, Head of UX e Partner di Conflux, che da più di 20 anni si occupa di esperienza utente muovendosi tra l’ambito accademico e il business e ogni giorno coordina un team di oltre 50 specialisti UX, mantenendo da ricercatore il focus su dati e utenti.

Nel suo speech UX in an AI world. Tra compressione ed espansione: il tempo zero e la fine dei progetti, parlerà di come l’intelligenza artificiale abbia già iniziato a cambiare il lavoro nella UX e di come possiamo costruire scenari futuri migliori sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie, pur mantenendo un approccio centrato sulle persone.

Come partecipare al WMF

Per partecipare al festival, è necessario registrarsi e procedere all’acquisto del biglietto direttamente dalla pagina Ticket di WMF – We Make Future.

Sono previsti diversi tipi di biglietto: si parte dal semplice accesso all’area espositiva, agli Open Stage e agli incontri b2b; fino alla proposta full ticket, che garantisce la possibilità di accedere a tutte le iniziative ed eventi, compresi Stage riservati, Mainstage, concerti e AI Global Summit.

Aziende:
Conflux
Condividi:
 

Oracle Cloud, come sta andando in Italia

oracle tech summit milano sinopoli oracle cloud
All’Oracle Technology Summit di Milano una panoramica sui progetti di cloud infrastrutturale più diffusi in Italia, e le testimonianze dei clienti italiani: Aria, Sisal e Bitron

Si è svolta nei giorni scorsi a Milano l’edizione italiana dell’Oracle Technology Summit, l’evento annuale per aggiornare partner e clienti sull’evoluzione dei prodotti e soluzioni della multinazionale californiana.

Nell’intervento principale Andrea Sinopoli, VP e Cloud Tech Country Leader di Oracle (nella foto), ha spiegato gli impatti di questa evoluzione sul mercato italiano. Sinopoli ha iniziato ricordando gli investimenti di Oracle nel cloud – oltre 20 miliardi di dollari negli ultimi 7 anni – che hanno portato a creare 41 cloud region nel mondo, tra cui quella di Milano, una delle prime a offrire anche servizi SaaS.

Circa 550 imprese italiane usano il Cloud di Oracle

“Nella Cloud region di Milano abbiamo registrato un aumento del 50% del consumo di cloud anno su anno: circa 550 imprese italiane usano il cloud di Oracle. Di queste, circa 350 sono SMB, mentre 192 sono di livello Enterprise, il 24% delle quali nel settore servizi finanziari e il 21% nella PA”.

Dal punto di vista di Oracle, le tipologie di progetti cloud più diffuse in Italia sono nuovi modelli di sourcing (svuotamento di data center), grandi consolidamenti, modernizzazione dei sistemi legacy, nuove piattaforme dati, e servizi digitali innovativi, tipicamente AI e Machine Learning.

“Invece i fattori che più influenzano la domanda di cloud sono inflazione e costi energetici, obsolescenza tecnologica sempre più pervasiva e rilevante, e il PNRR che offre risorse per accelerare la digitalizzazione e, tramite il PSN (a cui collaboriamo da un anno e mezzo), la “cloudizzazione” del paese”.

Le tre colonne dell’offerta Oracle Cloud Infrastructure

La strategia cloud di servizi tecnologici infrastrutturali, continua Sinopoli, si basa su Oracle Cloud Infrastructure (OCI), e ha tre colonne portanti: multicloud, hyperscaling cloud, e cloud distribuito.

“Il multicloud è nato dalla partnership con Microsoft Azure (12 regioni interconnesse), il cloud distribuito è la nostra unicità, possiamo portare il cloud dove serve al cliente con diverse opzioni, da Exadata Cloud@Customer alle nuove “cloud region sovrane” di Madrid e Francoforte che – attraverso un “realm” di public cloud sovrano completamente isolato dagli altri – saranno riservate alle realtà con i requisiti più stringenti di residenza del dato entro l’Unione Europea. Infine con l’hyperscaling cloud abbiamo recuperato velocemente il gap sul mercato cloud, offrendo anche tutti i servizi Oracle SaaS”.

Le caratteristiche tecniche di OCI, ha sottolineato Sinopoli, riducono sensibilmente il cloud waste, lo spreco di risorse cloud acquistate in eccesso detto anche “overprovisioning”, che secondo alcuni studi equivale a oltre il 30% dei servizi cloud acquistati.

Infine l’intelligenza artificiale: “Oracle sta investendo soprattutto su tre filoni: un motore di AI nel database che automatizza e ottimizza l’operatività, la possibilità di integrare AI nelle applicazioni per avere insight, e una data platform moderna per creare e gestire algoritmi di AI/ML”.

“Decision dilemma”, le difficoltà del processo decisionale in azienda

Tema completamente diverso – lo stato dell’arte nel processo decisionale quotidiano delle aziende – per l’intervento successivo, in cui Michele Porcu, VP EMEA Business Value, Service & Strategy di Oracle, ha commentato i risultati della recente ricerca “Decision Dilemma”, basata su 14mila interviste.

Ne emerge che il numero di decisioni da prendere ogni giorno è aumentato di 10 volte negli ultimi 3 anni – il 74% ne prende più di 100 al giorno – per cui il 59% soffre appunto di “decision dilemma”, con impatti sia personali (sulle scelte di vita), sia professionali.

“L’89% dei business leader dice che il crescente numero di fonti di dati ha limitato il successo delle loro organizzazioni, il 72% ammette che la mancanza di fiducia nei dati li ha bloccati nel prendere decisioni, il 70% preferirebbe che l’AI decidesse al posto loro”, ha detto Porcu.

“Da questo scenario emerge la necessità di un approccio di “decision intelligence”, basato su strumenti di supporto al processo di valutazione, comprensione, follow up, affinamento di dati e informazioni: il processo decisionale va considerato come un vero e proprio processo di business”.

Il caso Aria

L’Oracle Technology Summit di Milano ha visto molti altri interventi, ovviamente soprattutto tecnici, ma per brevità qui concludiamo soffermandoci sulle testimonianze di tre clienti italiani.

Uno è Aria, la società di Regione Lombardia che progetta e gestisce le infrastrutture fisiche e digitali degli enti regionali, gli acquisti di quelli sanitari (5 miliardi/anno), e si occupa anche di governance dei sistemi ICT. “L’obiettivo è di portare tutti i sistemi della regione in cloud, siamo partiti da quelli della sanità: 10mila macchine virtuali, con qualche miliardo di transazioni database all’anno”, ha detto all’evento Lorenzo Gubian, Direttore Generale di Aria.

“Grazie alla semplicità della migrazione su OCI, abbiamo potuto dismettere quasi completamente i nostri principali due data center: abbiamo scelto una strategia multicloud, con il cloud Oracle che ospita e gestisce le basi dati critiche, mentre lo strato applicativo è gestito con AWS, grazie a un’integrazione a bassa latenza fra i due cloud provider”.

Il caso Sisal

Altra testimonianza è stata quella di Alberto Clemente, Responsabile architetture e ingegneria di Sisal, il noto operatore di lotterie, scommesse, giochi online e slot machine. Sisal opera a livello internazionale (Italia, Marocco e Turchia) nel canale retail con 47mila punti vendita, e su quello online con circa 1,8 milioni di consumatori.

Nel post-pandemia ha deciso di spostare online parte del business, con un modello hybrid cloud basato su on premise, hyperscaler e fornitori cloud di nicchia, con OCI utilizzata soprattutto per far girare applicazioni in contenitori Kubernetes.

Clemente ha anche parlato di una applicazione di AI e ML sviluppata su Oracle Cloud in ottica di “gioco responsabile”, per individuare, attraverso pattern di gioco riconoscibili, i comportamenti borderline dei giocatori e prevenire rischi di ludopatia.

Il caso Bitron

Infine il caso Bitron, multinazionale piemontese tra i primi 20 produttori mondiali di meccatronica, con 17 sedi di produzione e R&S in Italia e nel mondo, su tre continenti.

All’Oracle Technology Summit di Milano, Federico Perrero, Direttore Qualità e Digitalizzazione dei processi, ha raccontato due progetti. Il primo è lo sviluppo di un’app di controllo dei componenti elettronici in ingresso basata su strumenti di AI/ML del Cloud Oracle per ridurre gli errori di codifica e prevenire problemi di supply chain. Il secondo, in ambito ESG/sostenibilità, è un sistema basato su integration e analytics del Cloud Oracle per dare ai dipendenti un’indicazione dell’impronta di carbonio di un prodotto in tempo reale. Con impatti quindi sulle commesse da accettare, modificare o rifiutare, a fronte degli alti standard di sostenibilità che Bitron si è imposta.

Aziende:
Oracle
Condividi: