SAP compie 35 anni in Italia: “Fare rete per affrontare l’incertezza”
“Getting closer”, cioè fare rete, collaborare più strettamente su obiettivi comuni, come risposta a un’incertezza sistemica imprevedibile fino a poco tempo fa.
Con questo slogan si è tenuta pochi giorni fa alla Villa d’Este di Cernobbio la sedicesima edizione del SAP Executive Summit, con la collaborazione dei platinum partner Accenture, Amazon Web Services, BGP Management Consulting, Capgemini, Deloitte, Engineering, IBM, Minsait, PwC, Qintesi, Syskoplan Reply e Techedge, e dei partner brand EY, HPE, Italware e Mashfrog.
L’evento annuale di SAP Italia ancora una volta ha raccolto oltre un centinaio tra executive di clienti, partner e della stessa SAP, esponenti delle istituzioni, ed esperti di fama internazionale in vari campi.
SAP in Italia, in 35 anni 11mila clienti
“In questa occasione festeggiamo tra l’altro 35 anni di presenza di SAP in Italia, anni in cui abbiamo lavorato con 11mila aziende con l’aiuto di 400 partner”, ha detto l’AD Carla Masperi (nella foto di apertura durante un’intervista all’evento).
“Stiamo vivendo un periodo di molte instabilità simultanee, dalla guerra in Ucraina all’emergenza climatico-ambientale, e le aziende fortemente interconnesse con il proprio ecosistema sono quelle che rispondono meglio a questo scenario di incertezza”.
Sfide grandissime come la transizione energetica e l’ecosostenibilità, continua Masperi, non si possono affrontare da soli, e le tecnologie digitali abilitano le connessioni: “Connessione significa continuo dialogo con la filiera, visibilità totale sulla value chain, e il sistema economico italiano sta reagendo bene a questa sfida: quest’anno abbiamo registrato una crescita del 50% dell’adozione di soluzioni cloud, e tutti i nuovi clienti nel midmarket scelgono il cloud”.
Le tre fasi della transizione energetica
Uno dei fattori più complessi che creano l’incertezza è il mix tra transizione energetica e sostenibilità, su cui però al SAP Executive Summit Roberto Battiston, docente di Fisica Sperimentale all’Università di Trento, divulgatore e saggista, ha dato qualche motivo di ottimismo.
“Il problema climatico si affronta in tre fasi: sulla prima, lo sfruttamento di energie rinnovabili a costi competitivi, negli ultimi 10 anni sono stati fatti passi da gigante. Si sono rovesciati i rapporti di costo tra rinnovabili e fossili, il prezzo dell’energia elettrica da fotovoltaico è calato del 89%, l’eolico sceso a un terzo. La seconda fase è l’accumulo di energie rinnovabili: la tecnologia è in ritardo, ma la ricerca sta facendo progressi grazie ai successi della prima fase. La terza fase è la cattura di CO2 nell’aria, che richiede molta energia: sarà conveniente quando l’energia grazie alle prime due fasi costerà pochissimo”.
Dello scenario geopolitico ha parlato Dario Fabbri, direttore della rivista Domino: “La Russia sta vincendo sul piano tattico la guerra, ma la sta perdendo sul piano strategico. A questo punto saranno fondamentali gli atteggiamenti che decideranno di tenere in Europa la Germania, e a livello mondiale la Cina, a cui fa comodo una guerra lunga a bassa intensità”.
Le testimonianze di Prysmian, Leonardo e Pirelli
Naturalmente al SAP Executive Summit hanno avuto molto spazio anche le testimonianze dei clienti, che hanno spiegato l’uso delle tecnologie SAP per affrontare le sfide competive. Di quelle del settore energia ha parlato Giovanni Cauteruccio, CIO di Prysmian Group: “Le fonti di energia rinnovabile non sono vicine a fabbriche e città, si pone il problema di collegarle, e quindi stiamo lavorando su cavi più lunghi e resistenti, ma anche sull’IoT e sul software per renderli intelligenti e quindi controllarne prestazioni ed efficienza. E poi c’è il fronte della riduzione del consumo energetico dei 104 stabilimenti che abbiamo nel mondo”.
Marco Iacomussi, Chief Digital e Information Officer di Leonardo, si è soffermato su un altro problema molto attuale, il coinvolgimento dei giovani talenti. “Attrarli e motivarli a rimanere significa anche capire le loro esigenze di nuovi modelli di lavoro. Per questo tra l’altro abbiamo varato l’iniziativa Future Lab, con 13 squadre che propongono appunto nuove modalità di utilizzo degli strumenti aziendali”.
Delle opportunità di pianificazione permesse dalle soluzioni digitali ha invece parlato Pier Paolo Tamma, senior VP e Chief Digital Officer di Pirelli: “Le case auto ci chiamano per progettare specifici pneumatici per specifici modelli: quando l’auto va sul mercato noi la seguiamo, e con il sistema integrato di pianificazione possiamo prevedere la domanda per i prossimi anni, decidere dove è meglio produrre, anticipare possibili problemi di capacità, e minimizzare consumi e impatti sull’ambiente”.
No-code per gli utenti business: il caso DHL
Tornando allo slogan “getting closer”, è chiaro che vale anche per la stessa SAP, ha sottolineato Scott Russell, Executive Board Member Customer Success della multinazionale tedesca: “Questo scenario fa crescere le aspettative di innovazione dei nostri clienti, e non possiamo ovviamente coprire tutti i processi di tutti i settori. La buona notizia è che non siamo soli, lavoriamo al successo dei clienti collaborando con loro e con i nostri partner”.
Russell poi in conferenza stampa si è soffermato su vari altri temi. Uno è il recente lancio della soluzione no-code SAP Build.
“La nostra tecnologia ha sempre puntato a migliorare la produttività del business. E d’altra parte c’è questo problema della carenza di skill digitali. SAP Build permette ai business user di fare alcune cose solitamente affidate ai tecnici: sviluppare e configurare app, siti web e workflow. Ovviamente va usata in un ambiente controllato in termini di sicurezza e data architecture. Un esempio è DHL: i business user hanno riscontrato una carenza nel tracciamento e gestione dei report sulle consegne danneggiate nei sistemi aziendali, e hanno sviluppato un’app a livello locale, poi scalata a livello globale. Con il processo “classico” di richiesta all’IT questa richiesta avrebbe avuto una bassa priorità e sarebbe stata messa in coda”.
“Bottom line” e “green line”, e impegno in Europa
Quanto alla concordanza tra “bottom line” e “green line” (risultati finanziari e obiettivi di sostenibilità) anche in un momento di caro energia e alta inflazione, “non c’è dubbio che questi trend stiano mettendo a dura prova gli investimenti per la sostenibilità, ma comunque i mercati finanziari, le istituzioni, e i consumatori, continuano a richiedere questi sforzi”, ha detto Russell. “Tra 20 anni la storia chiederà conto a chi oggi usa queste difficoltà come scuse per rinunciare”.
Infine l’impegno di SAP in Europa, anche adesso che il mercato americano è il più importante per volume di fatturato: “L’Europa rimane fondamentale per vari motivi. Uno è la densità di piccole e medie imprese, che per noi sono un obiettivo prioritario. Un altro è che siamo orgogliosi della nostra origine europea, del fatto di essere la più grande impresa big tech europea, e della capacità di capire le peculiarità di mercato delle varie country. E poi c’è la velocità della crescita in Europa, soprattutto in ambito cloud, crescita che tra i paesi trainanti vede l’Italia”.
Per concludere, il SAP Executive Summit è stato anche l’occasione per assegnare gli Innovation Award: quest’anno sono stati attribuiti ad Aptar Group e a Campari Group, quest’ultimo premiato per il passaggio a SAP S/4HANA, “punto di partenza della strategia di crescita dell’azienda e di evoluzione per diventare un’organizzazione data driven, ancora più aperta alle innovazioni future”.