VMworld Europe 2018 tra blockchain, data center e cloud
BARCELLONA – Oltre agli annunci su partnership, acquisizioni e strategia del keynote di apertura del VMworld Europe 2018 in corso a Barcellona, VMware ha fatto numerosi annunci su nuovi prodotti e tecnologie e aggiornamenti della gamma attuale.
VMware Blockchain
Sul primo versante VMware ha svelato VMware Blockchain, un servizio attualmente in versione beta che fornirà lo strato infrastrutturale per costruire blockchain, con una focalizzazione in particolare su blockchain private consortili.
VMware Blockchain fornirà le basi per promuovere una fiducia “decentralizzata”, offrendo allo stesso tempo scalabilità, affidabilità, sicurezza e gestibilità di livello enterprise. Il servizio sarà integrato nei tool VMware esistenti per proteggere la rete e le funzioni di calcolo che sono alla base di una vera blockchain aziendale.
VMware sta collaborando con Dell Technologies, Deloitte e WWT per sviluppare e supportare VMware Blockchain, che è stata progettata per risolvere le sfide di business in tre aree chiave:
- Effettiva fiducia decentralizzata, con la possibilità di distribuire i nodi su più ambienti cloud diversi, inclusi i nodi gestiti on-premise
- “Day-two” Operations affidabili, supportate dalla disponibilità di VMware Blockchain come piattaforma SaaS gestita, da un’interfaccia unificata di gestione e da strumenti di monitoraggio e controllo aziendale
- Offering di facile utilizzo per gli sviluppatori, che comprende strumenti per gli smart contract Continuous Integration/Continuous Delivery (CI/CD)
- Guide approfondite per gli sviluppatori, documentazione API e codice di esempio e il fondamento open source in Project Concord
Project Dimension
Passando ai data center, VMware ha ripresentato Project Dimension, una soluzione attualmente in versione beta che consentirà ai clienti di utilizzare l’infrastruttura che risiede fisicamente nei data center, nei siti branch o edge tramite un approccio as-a-service cloud-managed. Sfruttando la semplicità, l’agilità e la velocità dell’infrastruttura cloud-managed as-a-service e calandola fisicamente ovunque sia necessaria, Project Dimension sarà in grado di portare la semplicità d’uso dei servizi di public cloud gestiti anche sul data center on-premises.
Project Dimension estenderà il VMware Cloud per offrire un software defined data center (SDDC) in un’appliance as-a-service iper-convergente, sfruttando un’architettura ibrida di componenti cloud e lo stack completo di VMware SDDC in esecuzione a livello locale. I clienti potranno implementare la tecnologia data center on-premise con la massima semplicità, agilità, sicurezza e piena interoperabilità dell’infrastruttura, aspetto che caratterizza VMware.
VMware Cloud Foundation 3.5
Ancora più corpose le novità incentrate sul cloud. VMware ha introdotto infatti Cloud Foundation 3.5, che offrirà una flessibilità ancora maggiore e supporterà una serie di carichi di lavoro e iniziative cloud in costante aumento. Ecco le novità principali.
- VMware convaliderà l’ultima versione di VMware Cloud Foundation con i nodi vSAN Ready Dell EMC su Dell EMC PowerEdge MX, con una maggiore integrazione prevista nel tempo
- Questa nuova versione conferirà funzionalità di componibilità a VMware Cloud Foundation con HPE Synergy, offrendo ai clienti i vantaggi di un’infrastruttura di cloud privato componibile con una semplicità e flessibilità ancora maggiori nella gestione degli ambienti SDDC
- L’integrazione con VMware NSX-T 2.3, che semplifica l’implementazione delle attività di rete e di sicurezza rispetto a Kubernetes, consentirà il supporto per casi di utilizzo delle applicazioni containerizzate e cloud-native, comprendendo il supporto per VMware PKS, la soluzione Kubernetes di livello enterprise.
VMware Cloud Foundation 3.5 si baserà sull’ampia serie di nuove funzionalità e integrazioni fornite in VMware Cloud Foundation 3.0, compresa la scelta di switch di rete fisici (rispetto alle versioni precedenti che supportavano solo un elenco predefinito di switch).
VMware Cloud on AWS
VMware Cloud on AWS è stato inoltre esteso per offrire il Disaster Recovery as a Service su larga scala, ma anche la migrazione cloud, i desktop virtuali cloud-based e il supporto in-product.
Con VMware Site Recovery i clienti possono ora proteggere gli ambienti nei data center e VMware Cloud on AWS, nonché più ambienti VMware Cloud on AWS in zone di disponibilità separate (AZ) e regioni diverse. Con l’ultima versione VMware Site Recovery ha raddoppiato la scalabilità fino a 1.000 VM per SDDC, riducendo il costo complessivo e il sovraccarico operativo per la protezione di ambienti su larga scala.
Il DRS elastico consente ai clienti di ottimizzare la gestione delle risorse automatizzando la scalabilità dei cluster SDDC dopo un failover in base ai requisiti degli utenti, mentre Elastic vSAN con Amazon Elastic Block Store (EBS) aiuterà i clienti a ridurre ulteriormente i costi di protezione dei carichi di lavoro ad alta intensità di storage.
VMware ha inoltre collaborato con Dell EMC per combinare Dell EMC VxRail con VMware Site Recovery per il failover completo e immediato su VMware Cloud on AWS. Ciò consente ai clienti di eseguire rapidamente l’installazione, il test e il failover da VxRail al cloud on-demand, beneficiando allo stesso tempo della coerenza operativa dell’infrastruttura iper-convergente VMware vSAN che alimenta sia VxRail che VMware Cloud on AWS.
VMware Horizon 7
VMware Horizon 7 per VMware Cloud on AWS offre inoltre un cloud ibrido perfettamente integrato per desktop virtuali e applicazioni. Combina le funzionalità enterprise di VMware Cloud on AWS, con le funzionalità avanzate di VMware Horizon, per una soluzione semplice, più sicura e scalabile. VMware ha infine annunciato l’integrazione di Horizon 7 con Horizon Cloud Service. Questa integrazione fornirà visibilità unificata, monitoraggio dello stato di salute e servizi di helpdesk per i deployment di Horizon 7 sia su VMware Cloud on AWS che su infrastrutture on premise.
VMware Digital Workspace ONE
Digital Workspace ONE è il software per la gestione dei dispositivi aziendali connessi, siano essi PC con Windows, Mac, Chromebook, dispositivi mobili Android o iOS e persino wearable e strumenti IoT.
Sono stati apportati miglioramenti volti a ottimizzare il ciclo di update di Windows 10, che nel nuovo corso di Microsoft si è fatto più frequente e impegnativo. Sarà ora possibile prevedere quali applicazioni aziendali non risultano compatibili con gli update, che saranno quindi bloccati, valutare l’impatto sulla flotta di PC Windows 10, e decidere quindi se rimandarli ulteriormente o sollecitare al team di sviluppo interno l’adeguamento del software aziendale, per poi dare il via libera a Windows Update. Il tutto senza lasciare la console di Digital Workspace ONE.
(di Andrea Grassi e Francesco Destri)