La IA generativa può aumentare il PIL italiano del 18%
L’Intelligenza artificiale (IA) generativa può favorire una crescita fino al 18% del PIL italiano. Sarebbe un risultato enorme, considerato che la produttività nel nostro Paese è ferma agli stessi livelli da trent’anni. Ma che per essere conseguito, oltre agli investimenti delle imprese private, richiede un piano nazionale per la formazione di competenze di IA, e per la digitalizzazione delle PMI.
Questo il messaggio principale della ricerca “AI 4 Italy: Impatti e prospettive dell’IA Generativa per l’Italia e il Made in Italy” di The European House-Ambrosetti (d’ora in poi per comodità TEHA), commissionata da Microsoft Italia, e presentata oggi a Cernobbio.
“Una ricerca per ora unica nel suo genere perché è la prima che approfondisce l’impatto dell’IA generativa sul modo di fare impresa e di vivere in Italia, sul sistema Paese e sulle produzioni del Made in Italy, identificando opportunità e rischi economici e sociali per aziende, cittadini e territori”, ha spiegato Corrado Panzeri, Partner di TEHA e a capo del gruppo di lavoro che ha scritto il report.
La ricerca si basa su incontri diretti con imprese ed enti italiani protagonisti di alcune decine di casi avanzati di applicazione dell’IA generativa, e su una indagine su 108 imprese operanti in Italia, di cui la metà di grandi dimensioni, per quantificare lo stato di adozione di queste tecnologie, e la comprensione dei suoi vantaggi, rischi e ostacoli.
Dall’indagine emerge che il 51% delle imprese italiane ha già provato a utilizzare soluzioni di AI, e un altro 27% ha intenzione di farlo. Tra gli ambiti d’uso emergono reperimento di informazioni (55%), assistenza virtuale (48%) ed efficientamento dei processi (47%).
I vantaggi più percepiti sono efficienza e produttività, supporto al cliente, nuovi modelli di business, mentre tra le principali difficoltà nell’adozione emergono la carenza di competenze (72% delle imprese) e la preoccupazione sugli aspetti di privacy, sicurezza e affidabilità.
Per il resto, dalla ricerca emergono cinque principali messaggi:
L’Italia ha bisogno dell’IA Generativa per sbloccare la produttività e contrastare l’invecchiamento della popolazione
“A causa dell’alzarsi dell’età media e della scarsa natalità, l’Italia entro il 2040 perderà circa 3,7 milioni di occupati: un numero di lavoratori che, con gli attuali livelli di produttività, contribuiscono alla produzione di circa 268 miliardi di euro di Valore Aggiunto”, ha spiegato Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’IIT e membro dell’advisory board della ricerca. “L’IA generativa può aiutare ad affrontare questa sfida, aumentando la produttività del lavoro e quindi il mantenimento della competitività delle imprese italiane”.
L’IA Generativa ha applicazioni concrete in tutti i settori
“Il punto non è se ci sarà un impatto dell’IA generativa, ma quanto questo impatto sarà importante”, ha detto Metta. La ricerca di TEHA e Microsoft Italia ha censito i casi d’uso dell’IA generativa per le aziende italiane, individuandone 120 di 23 tipologie diverse, distribuite su 15 settori economici e 8 tipologie di processi aziendali. Ne emergono come settori più maturi nell’uso dell’IA generativa il finanziario, il manifatturiero, il sanitario e l’ICT, mentre i processi aziendali che ne stanno traendo i maggiori benefici sono la R&S, la progettazione, e l’area produzione e logistica.
“Studiando questi casi”, ha sottolineato Metta, “abbiamo per esempio potuto constatare come l’IA generativa rivoluzioni il customer service, o l’uso e fruizione dei dati e sistemi aziendali – dando la possibilità addirittura di chattare con il proprio database – e lo sviluppo del software”.
Fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto in più
Il complesso modello di stima degli impatti sulla produttività in Italia dell’IA generativa di TEHA ha scomposto il mercato del lavoro in oltre 63mila task, quantificando per ciascuno i possibili guadagni di produttività, e ipotizzato una percentuale di adozione del 78%, lo stesso rilevato nell’indagine di cui sopra.
Ne emergono due scenari estremi (quello più probabile nella realtà, sottolinea TEHA, è una media tra i due): in uno l’uso delle applicazioni di IA Generativa in Italia può generare, a parità di ore lavorate, fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto annuo, pari al 18% del PIL italiano.
Nell’altro, a parità invece di Valore Aggiunto generato, l’uso di strumenti di IA Generativa può liberare 5,4 miliardi di ore, che sono le ore lavorate in un anno da 3,2 milioni di persone.
L’IA generativa pone diversi rischi etico-sociali
Da mesi si dibatte sui rischi che una tecnologia tanto rivoluzionaria e trasversale può comportare. I ricercatori di TEHA li riassumono in rischi intrinseci, che riguardano la singola applicazione (bias e imparzialità, explainability e trasparenza, affidabilità, sicurezza e privacy), rischi di scala (democrazia e fake news, istruzione e cognizione, cybercrime), che richiedono risposte istituzionali, e rischi trasversali (sostenibilità).
Per questo, si legge nella ricerca, è necessario sviluppare un approccio all’AI generativa responsabile, caratterizzato da trasparenza, affidabilità, sicurezza ed equità.
L’Italia deve stimolare la digitalizzazione delle PMI e lo sviluppo delle giuste competenze
Secondo la ricerca, per cogliere i benefici sopra descritti è necessario accelerare la digitalizzazione di più di 113mila piccole e medie imprese del Paese. E parallelamente investire nella formazione e sviluppo delle competenze per preparare la forza lavoro all’inserimento e uso aziendale di soluzioni di IA Generativa.
Secondo le stime di TEHA infatti all’Italia mancano 3,7 milioni di occupati con competenze digitali di base e 137mila iscritti a corsi di laurea ICT rispetto alla situazione attuale per abilitare l’implementazione di soluzioni di IA Generativa nel tessuto economico italiano.
La responsabilità di policy maker e business leader
Il potenziale stimato da questo modello (+18% di PIL, ndr), si legge nel report, è il massimo che può derivare dall’adozione estensiva di IA Generativa nei prossimi anni. Ma gli effetti reali, economici e produttivi, saranno determinati dall’interazione tra una serie di variabili su cui policy maker e business leader dovranno giocare un ruolo fondamentale.
“Cogliere appieno le opportunità dell’IA Generativa non è solo necessario per sbloccare la produttività e contrastare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione”, ha detto Metta, “ma è anche indispensabile per non mettere l’Italia in difficoltà in un panorama competitivo globale che sarà sempre più plasmato dalla diffusione pervasiva di questa tecnologia”.
Microsoft: a breve lanceremo un AI Lab per l’Italia
“I messaggi positivi di questa ricerca sono tanti, mentre nel dibattito pubblico finora si è parlato più dei rischi dell’IA generativa”, ha detto Vincenzo Esposito, amministratore delegato di Microsoft Italia. “Un aspetto fondamentale è l’impatto potenziale diretto sui problemi strutturali dell’Italia, la produttività e l’invecchiamento. Un altro è che i costi di sperimentazione sono molto bassi, in una fase in cui le aziende italiane devono toccare con mano la tecnologia e capire tutte le potenziali applicazioni e opportunità”.
Oggi Microsoft Italia, continua Esposito, sta lavorando con circa 80 aziende su 200 casi d’uso per applicare ChatGPT ai loro dati. “Lanceremo entro poche settimane un AI Lab per l’Italia per estendere insieme ai nostri parter la possibilità di implementare l’IA generativa a tutto il mercato: lavoreremo anche con associazioni, università ed enti locali per affrontare la mancanza di competenze che la ricerca evidenzia”.