100 aziende ed esperti chiedono alla EU di promuovere uno stack tecnologico europeo alternativo ai cloud USA

UE tecnologie critiche
Tra i punti importanti, la richiesta di promuovere gli investimenti in tecnologie europee, almeno nella pubblica amministrazione, per finanziare le aziende locali.

Airbus, Dassault Systèmes e oltre 90 piccole aziende tech europee e gruppi di lobby hanno scritto alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, esortandola a creare un fondo per le infrastrutture sovrane al fine di incrementare gli investimenti pubblici nelle tecnologie all’avanguardia.

Nella lettera, indirizzata anche alla responsabile europea per la tecnologia, Henna Virkkunen, le aziende e i gruppi, che hanno dato vita all’iniziativa EuroStack, hanno sottolineato come gli sviluppi recenti negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, nonché le misure adottate dagli USA, evidenzino l’urgenza per l’Europa di agire per mantenere la propria autonomia strategica nei settori chiave.

Il documento sottolinea come l’Europa non possa superare la sua attuale posizione di svantaggio unicamente attraverso la regolamentazione. Viene pertanto invocata un’azione industriale proattiva, sfruttando il talento, le capacità e la solida esperienza delle imprese europee nel settore digitale. La frammentazione strutturale del continente, evidenziata anche nel rapporto Draghi, ha infatti portato l’Europa a rimanere significativamente indietro rispetto a Stati Uniti e Cina e, senza un cambiamento radicale e urgente, la dipendenza da tecnologie non europee rischia di diventare quasi completa entro tre anni.

“L’Europa deve recuperare l’iniziativa e diventare più indipendente dal punto di vista tecnologico in tutti i livelli della sua infrastruttura digitale critica, si legge nella lettera. La richiesta riguarda sia l’infrastruttura logica (applicazioni, piattaforme, media, framework e modelli di intelligenza artificiale), sia l’infrastruttura fisica, come chip, calcolo, archiviazione e connettività.

La lettera identifica quattro obiettivi immediati cruciali:

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (Credit foto: miss.cabul / Shutterstock.com)

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (Credit foto: miss.cabul / Shutterstock.com)

  • Creare domanda: è fondamentale che ci siano adeguate prospettive di domanda affinché l’industria investa. Ciò richiede obblighi di approvvigionamento chiari, oggettivi e robusti per il settore pubblico che prevedano formalmente l’acquisto di soluzioni a guida e assemblaggio europeo (“Buy European”). Anche il settore privato necessita di incentivi per orientare una parte della propria domanda verso fornitori europei
  • Creare un’offerta valida: bisogna supportare un approccio di “pooling e federating” e standard industriali comuni per realizzare alternative europee su larga scala. Ciò implica collaborare strettamente con l’industria per inventariare rapidamente le risorse, supportare soluzioni open source e l’interoperabilità, aggregare le migliori risorse esistenti e agevolare l’integrazione. Deve essere inoltre data priorità a progetti che soddisfino esigenze infrastrutturali di base, come l’autonomia hardware e il cloud e le piattaforme sovrane. L'”apertura” (scienza aperta, standard, dati) dovrebbe essere un pilastro della strategia di sovranità digitale europea.
  • Dare priorità ai servizi con forti prospettive di adozione, che soddisfino esigenze reali come la cybersecurity: è necessario selezionare interventi e misurare i risultati in termini di esiti aziendali, definendo Business Driver (BD), Critical Success Factors (CSF) e Key Performance Indicators (KPI) per ogni progetto finanziato
  • Sviluppare requisiti armonizzati per gli utenti di cloud pubblici/privati che desiderino optare (su base volontaria) per servizi cloud sovrani per i propri dati sensibili. È fondamentale garantire che i dati sensibili siano protetti dall’accesso o da interruzioni operative derivanti da leggi extraterritoriali non UE. In tal senso, lo European Cloud Services Cybersecurity Certification Scheme (EUCS) dovrebbe essere potenziato con criteri High+

Per quanto riguarda il finanziamento, la lettera suggerisce di rivedere e riorientare i piani esistenti nell’ambito dell’iniziativa Digital Decade, riassegnando i fondi e dando priorità a progetti tangibili, rilevanti per il mercato e orientati ai risultati. Viene proposta anche la creazione di un Fondo per le Infrastrutture Sovrane per sostenere gli investimenti pubblici, in particolare nelle parti più capital intensive della catena del valore (come il quantum e i chip).

Infine, vengono sottolineate l’urgenza di agire e la disponibilità dell’industria a investire, a condizione che vi siano prospettive di rendimenti sostenibili. L’obiettivo comune è creare un’infrastruttura affidabile e aperta che supporti l’offerta di soluzioni non realizzabili nell’attuale economia digitale “catturata”, con EuroStack che si dichiara pronto a discutere questo piano con le istituzioni europee.

Tra i firmatari della lettera figurano il provider francese di servizi cloud OVH Cloud e i suoi omologhi in altri Paesi dell’UE, l’European Software Institute, l’European Startup Network, l’Associazione tedesca per l’IA, l’Amsterdam Internet Exchange (AMS-IX) e la banca pubblica d’investimento francese BPI France.

(Immagine di apertura: Shutterstock)

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La Coalizione dei Volenterosi dell’elettronica Europea guarda al Chips Act 2.0

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L'Italia è protagonista nella Coalizione UE per i semiconduttori tra investimenti, leadership e sovranità tecnologica per affrontare la crescente domanda di chip nell’era dell’intelligenza artificiale.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto a Bruxelles alla tavola rotonda che ha dato vita alla Coalizione dei Volenterosi sui semiconduttori. Si tratta di un’alleanza strategica tra Stati Membri che si pone l’obiettivo di rafforzare l’industria europea dei chip e promuovere un nuovo approccio comune per la competitività del settore.

Al centro dell’iniziativa c’è il documento di indirizzo presentato lo scorso 21 gennaio dall’Italia insieme ai Paesi Bassi e ad altri Stati membri. Il testo rappresenta la base per definire il futuro Chips Act 2.0, sul quale la Commissione Europea si è impegnata a lavorare con l’obiettivo di adottarlo entro il 2026. Il documento propone una serie di azioni concrete per rendere più competitive le imprese del settore, a partire dai grandi player industriali europei come la multinazionale italo-francese STMicroelectronics e l’olandese ASML.

“L’Italia sta assumendo un ruolo di leadership nella produzione di tecnologie digitali avanzate” ha dichiarato il Ministro Urso nel suo intervento. “Attraverso la collaborazione con gli altri Stati membri, vogliamo costruire un ecosistema europeo solido e competitivo lungo l’intera filiera dei semiconduttori, riducendo le dipendenze esterne e rafforzando la nostra autonomia strategica”.

Chips Act

I partecipanti alla tavola rotonda di Bruxelles che ha segnato la nascita della Coalizione dei Volenterosi

Urso ha ricordato come l’Italia sia oggi al centro di un piano di investimenti nel settore pari a oltre 9 miliardi di euro conseguiti nel 2024, con interventi significativi come quello di Silicon Box a Novara per 3,2 miliardi di euro e il progetto da 5 miliardi di STMicroelectronics a Catania, oltre ad altre iniziative che prevedono insediamenti in Piemonte, Emilia-Romagna e Sicilia.

 

Nel corso del suo intervento, Urso ha evidenziato inoltre il lavoro svolto nell’ambito della Presidenza italiana del G7, sottolineando che, nelle Ministeriali Industria da lui presiedute, è stata promossa la nascita di un punto di contatto permanente tra i Paesi del G7 dedicato ai semiconduttori, con lo scopo di scambiare informazioni e condividere le migliori pratiche finalizzate alla resilienza del settore. Un modello di cooperazione che la Coalizione dei Volenterosi punta ora a replicare anche all’interno dell’Unione Europea.

“L’Europa deve giocare un ruolo da protagonista nella nuova geopolitica industriale dei semiconduttori e un coordinamento tra Paesi dell’Unione è fondamentale per garantire la sovranità tecnologica e la competitività del nostro continente”, ha concluso Urso.

Le parole di Urso a Bruxelles arrivano in uno scenario in cui intelligenza artificiale sta spingendo la domanda globale di semiconduttori a livelli senza precedenti. Secondo il report The Semiconductor Industry in the AI Era di Capgemini, entro il 2026 la richiesta di chip avanzati aumenterà del 29%, mentre i produttori prevedono una crescita più contenuta del 15%, segnalando un rischio di carenza di chip tra NPU e GPU ad alte prestazioni.

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Per affrontare queste sfide, i produttori di semiconduttori stanno puntando su strategie di onshoring e friendshoring, riducendo la dipendenza da specifiche regioni e investendo in alleati geopolitici. Il 74% delle aziende prevede di aumentare gli investimenti negli Stati Uniti e il 59% in Europa, sostenuti da incentivi governativi come il Chips Act americano.

L’innovazione rimane comunque cruciale, con il settore che sta sviluppando nuovi design, tecniche produttive sostenibili e soluzioni di sicurezza hardware avanzate. L’integrazione tra software e semiconduttori sta inoltre aprendo nuove opportunità, sebbene il modello di monetizzazione di questi sviluppi sia ancora incerto.

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