Amazon, i licenziamenti saranno 18mila
Amazon sta per procedere a un piano di esuberi che coinvolgerà più di 18mila dipendenti nei prossimi mesi. Un post del 5 gennaio 2023 del CEO Andy Jassy ha in pratica confermato le indiscrezioni che circolavano da settimane, come quella di Computerworld USA, che citando fonti con conoscenza diretta dell’argomento, aveva parlato di 20mila esuberi.
Si tratta della più grande ondata di licenziamenti nella storia di Amazon. La motivazione è un ridimensionamento che i top manager ritengono necessario rispetto al massiccio piano di assunzioni portato avanti durante la pandemia.
I provvedimenti coinvolgono tutti i 7 livelli del personale che ci sono in Amazon, dai centri di distribuzione al personale tecnico, fino ai corporate executive, e sarebbero quindi circa il doppio di quanto ipotizzato finora. Jassy ha scritto che diversi team sono coinvolti, ma la maggior parte dei tagli riguarderà gli Amazon Store e la divisione People Experience and Technology Solutions (PXT Solutions).
18mila dipendenti in Amazon equivalgono a circa il 5,5% dello staff corporate, che è di circa 330mila persone, e allo 0,7% dell’intera forza lavoro, che tenendo conto di centri di distribuzione e assunzioni temporanee arriva a 1,5 milioni di persone.
A quanto scrive il CEO, le comunicazioni al personale interessato inizieranno dal 18 gennaio. Le persone in esubero riceveranno una buonuscita economica (separation payment), coperture assicurative sanitarie temporanee e supporto per il ricollocamento (job placement).
“Sono provvedimenti non mirati su determinate divisioni, reparti o sedi: riguardano l’intera azienda. Ci hanno detto che questo è dovuto a un eccesso di assunzioni durante la pandemia, e che occorre tagliare i costi perché i risultati finanziari dell’azienda sono in trend discendente”, ha riferito la fonte a Computerworld.
in novembre il CEO di Amazon, Andy Jassy, in un messaggio al personale aveva confermato prossimi tagli di personale, senza specificarne l’entità.
“Il nostro processo di pianificazione si estende al nuovo anno, e quindi ci saranno nuove riduzioni man mano che i manager continueranno a ridefinire i rispettivi staff. Le decisioni saranno condivise con il personale interessato e le strutture di cui fanno parte nei primi mesi del 2023”, ha scritto Jassy, specificando che l’azienda ha già comunicato che ci saranno licenziamenti nelle divisioni Devices e Books, e che un piano di dimissioni incentivate sarebbe stato esteso anche alla divisione People, Experience, and Technology (PXT). Nel frattempo diverse fonti hanno confermato che il team di robotica di Amazon è stato licenziato.
Alla richiesta di commento da parte di Computerworld, un portavoce di Amazon non ha voluto commentare la quantificazione del piano di esuberi in 20mila licenziamenti, limitandosi a indicare un passaggio del messaggio di Jassy del 17 novembre: “Non abbiamo ancora definito esattamente quanti altri ruoli saranno interessati (sappiamo solo che ci saranno riduzioni nelle nostre organizzazioni PTX e Stores): ogni leader comunicherà al proprio team quando avremo definito i dettagli”.
“Abbiamo necessità di tagliare i nostri costi”
Jassy ha parlato più recentemente dei tagli la settimana scorsa, durante un’intervista alla conferenza Dealbook del New York Times, spiegando: “Abbiamo capito che abbiamo necessità di snellire i nostri costi”.
La forte crescita del business retail nei primi giorni della pandemia ha costretto Amazon “a decidere di spendere molto di più e a rafforzare le infrastrutture molto più velocemente di quanto pianificato”, ha detto Jassy. “Già allora ci rendevamo conto che c’era il rischio di un sovradimensionamento”.
Nonostante la spesa in IT delle aziende è prevista ancora in crescita per il 2023, l’incertezza dello scenario ha spinto molte Big Tech – in particolare quelle con grandi business di consumer retail – a pianificare tagli di costi e quindi provvedimenti di esubero.
In Amazon anche la divisione a più forte crescita e con i più alti profitti, che è AWS (Amazon Web Services), sta mostrando segni di rallentamento della crescita, che nell’ultimo trimestre è stata del 27,5% contro il 33% e il 36,5% dei trimestri precedenti.
Nella più recente earning call con gli analisti, il CFO di Amazon, Brian Olsavsky, ha attribuito questo rallentamento della crescita alle condizioni macroeconomiche, che stanno costringendo i clienti di Amazon a tagliare i budget di spesa per accantonare risorse in caso di necessità nel breve termine.
Articolo aggiornato il 5 gennaio