Atos offre 10 miliardi di dollari per acquisire DXC Technology
Grandi manovre nel mercato delle multinazionali dell’IT system integration: la francese Atos ha offerto 10 miliardi di euro per acquisire l’americana DXC Technology.
La notizia è stata divulgata da Reuters, e confermata da Atos, che in una nota ha precisato di avere proposto a DXC “una potenziale transazione amichevole per creare un leader dei servizi digitali che godrebbe di scala, innovazione e talenti a livello globale”, aggiungendo che “al momento non c’è nessuna certezza che questa proposta possa tradursi in accordi o transazioni”.
Anche DXC ha emesso una nota spiegando che il suo board valuterà la proposta, definita “non sollecitata, preliminare, e non vincolante”, e che non aveva mai avuto in precedenza manifestazioni di interesse da parte di Atos.
Reuters spiega di avere ricevuto conferma da due fonti diverse che la proposta valuta DXC oltre 10 miliardi di dollari (circa 8,2 miliardi di euro) compreso il debito. Le due fonti parlano di un interesse di Atos ad ampliare la presenza sul mercato USA, accedendo a un gran numero di clienti, e a una vasta offerta di servizi B2B tra cui applicazioni cloud, analytics e IT outsourcing, e sfruttando sinergie e opportunità di consolidamento dei costi.
Entrambe le multinazionali coinvolte hanno una presenza diretta in Italia. Sul suo sito DXC precisa di avere nel nostro paese 6 sedi (Milano, Roma, Torino, Bari, Pavia e Sestri Levante), e oltre 2000 collaboratori. Atos in Italia ha tre sedi a Milano, Roma e Napoli, con 1700 collaboratori e un fatturato di circa 300 milioni di euro, come ha specificato in un’intervista al Sole 24 Ore dello scorso febbraio l’AD Elie Girard.
La multinazionale francese opera in 73 paesi, con 110mila dipendenti e un fatturato di 12 miliardi di euro. Negli ultimi anni ha effettuato diverse acquisizioni, tra cui quella del service provider americano Syntel per 3,4 miliardi di dollari, che al momento è la maggiore della sua storia, oltre a quelle di diversi operatori di cybersecurity, AI e digital consultancy.
Quanto a DXC Technology, nata nel 2017 dallo spin-off del business di servizi di enterprise IT da parte di HP e dalla sua fusione con CSC. Attualmente, precisa Reuters, ha un valore di mercato di 6,7 miliardi di dollari e ha visto calare il suo fatturato da 20,75 miliardi nel 2019 a 19,6 miliardi nel 2020, mentre il debito è salito da 7,4 miliardi a 9,9 miliardi.
Nel 2019 il CEO Mike Salvino ha annunciato un piano di disinvestimenti dalle attività non core. Lo scorso luglio la multinazionale ha venduto la sua divisione Healthcare all’italiana Dedalus, e nei giorni scorsi ha annunciato l’intenzione di cedere la divisione Fixnetix, specializzata in servizi di outsourcing al settore finance, a Options Technology per un importo non precisato.