La cessione del ramo d’azienda IT di BNL BNP Paribas a Capgemini dell’aprile 2022 (ne avevamo parlato qui), che ha coinvolto circa 250 lavoratori della banca, è stata dichiarata illegittima dal Tribunale del Lavoro di Roma, che ha ordinato alla banca di ripristinare il rapporto di lavoro con i dipendenti.

Nel dettaglio la cessione riguardava le attività di “Banking Services Platform” dell’area IT, ovvero di sviluppo applicativo e manutenzione dei sistemi IT core banking di BNL BNP Paribas, e del relativo personale e risorse, a Capgemini Finance Tech, una SRL appositamente creata e interamente controllata da Capgemini.

La sentenza è datata 10 luglio e più precisamente – come riporta La Repubblica – riguarda il reintegro dei 172 lavoratori che hanno fatto ricorso contro la cessione. Inoltre il giudice ha anche condannato BNL e Capgemini al pagamento delle spese di lite e al rimborso forfettario delle spese generali.

I sindacati, che avevano promosso l’azione giudiziaria all’annuncio dell’operazione, nonché due scioperi nel frattempo, hanno accolto con soddisfazione la sentenza. “Registriamo una prima importante vittoria che dimostra la giustezza della lotta che abbiamo portato avanti, come coordinamento insieme alla segreteria Fisac, sulla infondatezza di questa cessione di ramo d’azienda”, commenta in una nota Martina Braga, responsabile di coordinamento Fisac CGIL BNL.

Secondo il dispositivo della sentenza, alcuni brani del quale sono riportati da Startmag, “un “ramo” d’azienda composto da personale che per proseguire il proprio lavoro ha dovuto e deve necessariamente fare riferimento a quanto rimasto presso la società cedente, non consente di qualificare come funzionalmente autonoma l’attività ceduta… Ne consegue che, seppure l’operazione intercorsa tra le resistenti sia formalmente qualificata come cessione di ramo d’azienda, il contratto non ricade, quanto agli effetti sui lavoratori, nell’ambito applicativo dell’art. 2112 c.c.”.

Quanto a BNL, in una nota la banca spiega di essersi immediatamente attivata, nel rispetto della decisione assunta dal Tribunale, per darvi seguito, ma di rimanere altresì convinta del valore industriale e strategico della partnership con Capgemini e di riservarsi “ogni azione e l’eventuale ricorso per sostenere la propria posizione”, si legge nella nota, che precisa che il contratto di servizio con Capgemini Finance Tech rimarrà operativo, così come gli impegni presi da entrambe le Parti.

BNL, continua la nota, provvederà con effetto immediato a ripristinare il rapporto di lavoro con i colleghi interessati dalla sentenza. “Tuttavia, consapevole della difficoltà della situazione e con l’obiettivo di preservare la qualità del servizio ai clienti, ha avviato un percorso di informazione e confronto con le Organizzazioni Sindacali, così come previsto dal CCNL, per procedere alla definizione di soluzioni che permettano il mantenimento della continuità operativa presso CFT/Capgemini (CFT sta per Capgemini Finance Tech), tenendo fede al pieno rispetto dei ruoli e della professionalità delle persone”.

Prossimamente anche la cessione dei sistemi di backoffice di BNL ad Accenture, anch’essa con costituzione di un’apposita società – AST (Accenture Technology Services), interamente controllata da Accenture Italia – contro la quale hanno fatto causa circa 400 lavoratori, sarà oggetto di un pronunciamento del tribunale di Roma.