Le normative da rispettare – in particolare nei settori più regolamentati – sono sempre più numerose ed esigenti, e la naturale conseguenza è la forte crescita del mercato delle soluzioni cosiddette “RegTech”, cioè software e tecnologie di regolamentazione, che aiutano aziende e organizzazioni nelle attività di compliance, reporting e audit, agevolando gli eventuali controlli delle autorità.

Un recente studio (Insight Report) di Klecha & Co. – banca d’affari europea specializzata nel tech – approfondisce questo mercato, che secondo dati di Grand View Research è cresciuto a livello mondiale del 57% nel 2021 (da 6,5 miliardi di dollari nel 2020 a 10,2 miliardi) e si stima toccherà i 55,3 miliardi nel 2025, con crescita media annua (CAGR) superiore al 50% e circa 130 miliardi di dollari investiti da aziende e organizzazioni di tutto il mondo nei 4 anni tra il 2022 e il 2025.

RegTech

Il mercato globale RegTech. Fonte: Klecha & Co.

 

 

 

 

 

 

Nei primi 9 mesi del 2021 raccolti 13,5 miliardi di dollari con 320 operazioni

Nei primi nove mesi del 2021, a livello globale le imprese RegTech hanno raccolto capitali attraverso 320 operazioni (+39,1% rispetto ai 12 mesi del 2020) per complessivi 13,5 miliardi di dollari (+68,7% rispetto ai 12 mesi del 2020), con 46 operazioni di fund raising superiori ai 100 milioni di dollari, contro le 24 dell’intero 2020 (dati Fintech Global).

Parallelamente sono cresciute anche le operazioni di fusione e acquisizione (M&A). Klecha & Co. Cita come esempi l’acquisizione a fine 2020 di Verafin, società canadese di software antiriciclaggio e di rilevamento delle frodi, da parte del Nasdaq per 2,75 miliardi di dollari, mentre RSA Security è stata venduta da Dell a un consorzio di private equity per circa 2 miliardi. Intanto diverse start-up RegTech sono rapidamente diventate “unicorni”, come la canadese Trulioo, che oggi vale 1,75 miliardi di dollari.

Anche in Italia il settore è particolarmente articolato e attira l’interesse degli investitori, spiega il report, che cita l’annuncio dell’investimento nella RegTech Iubenda da parte del gruppo europeo team.blue nello scorso febbraio.

I fattori di crescita del settore

Lo sviluppo del settore Reg Tech, sottolinea Klecha & Co., è stato trainato da diversi fattori. Prima di tutto la compliance inizia a ricoprire un ruolo vitale in quanto il non rispetto di norme e regolamenti in sempre più ambiti e occasioni si traduce nell’impedimento dell’attività stessa di business.

Inoltre la regolamentazione ha registrato un enorme aumento (500% nell’ultimo decennio secondo Quinlan & Associates), a causa della diffusione delle innovazioni che hanno, in particolare, interessato il settore dei servizi finanziari: nuove soluzioni fintech, la diffusione dei sistemi di pagamento, del digital banking e delle criptovalute, hanno trainato l’enorme crescita dei volumi delle transazioni e alzato la necessità di vigilanza su frodi, riciclaggio e criminalità finanziaria. Non solo. La “digital life” e la diffusione del lavoro da remoto hanno fatto emergere nuove stringenti necessità di regolamentazione di ambiti sensibili come quello della privacy (GDPR) o della cybersecurity.

Al crescere della regolamentazione e al ritmo con cui la stessa si rinnova – per la sola compliance delle istituzioni finanziarie si stima siano necessarie in media 220 revisioni al giorno, spiega il report, citando un’analisi di Cube – è poi corrisposto l’aumento delle sanzioni per il mancato rispetto delle norme.

Il solo settore dei servizi finanziari statunitense ed europeo ha pagato 342 miliardi di dollari in multe e sanzioni in poco più di dieci anni (fonte Quinlan & Associates), si legge nel report, che cita i casi di Credit Suisse multata di oltre 147 milioni di sterline per mancata due diligence (2020), e di Google e Facebook, multate in Francia poche settimane fa per 210 milioni di dollari in relazione a violazioni nella gestione dei cookie.

Chi investe in RegTech: servizi finanziari in primis, ma anche sanità, TLC, trasporti e auto

E tra i settori che hanno investito e investiranno in tali soluzioni, al primo posto c’è quello dei servizi finanziari che sostiene globalmente ogni anno costi di compliance di circa 780 miliardi di dollari. La sola direttiva MiFID II ha richiesto in Europa 2,5 miliardi di euro di investimenti nel suo primo anno di attuazione. Tanto che nelle banche, mentre il numero di dipendenti in generale è diminuito, il numero di quelli dedicati alle funzioni di compliance e controllo è aumentato notevolmente arrivando a rappresentare fino al 15% del personale.

Le società RegTech stanno quindi affiancando le istituzioni finanziarie, ma anche altri settori regolamentati – sanità, TLC, trasporti, automotive – nel tenere il passo con la crescente complessità della compliance, facendo leva su tecnologie di machine learning, elaborazione del linguaggio naturale, biometria e analisi dei dati alternativi.

“Il RegTech sta vivendo una fase di formidabile crescita, destinata a proseguire. Anche l’ecosistema RegTech italiano, ancora di dimensioni relativamente ridotte, sta crescendo e vedremo nascere molte start up in questo ambito”, commenta Fabiola Pellegrini, Partner di Klecha & Co: “Oggi il settore attira l’attenzione crescente di diverse tipologie di investitori che nel 2021 hanno già puntato sul RegTech oltre 14 miliardi di dollari. La compliance sarà sempre più centrale per le imprese: chi saprà incorporarla secondo un approccio digital native ne trarrà un importante vantaggio competitivo”.