Commvault punta tutto sulla cyber resilienza
Commvault è sul mercato da 27 anni con la sua offerta di data protection, ma un paio di mesi fa ha presentato una nuova piattaforma su cui ha puntato tutto per cambiare marcia, allargando l’ambito d’azione alla cosiddetta “cyber resilience”.
In poche parole la cyber resilience mette in primo piano, oltre la data protection, anche tutto ciò che viene dopo l’attacco – risposta, ripristino dei dati e ripartenza di tutte le attività – cercando di automatizzarlo il più possibile anche grazie all’AI, in modo da permettere di calcolare i tempi di ripristino il più precisamente possibile.
La nuova piattaforma Commvault Cloud powered by Metallic AI, spiega il produttore, unifica tutte le offerte SaaS e software di Commvault ed è gestibile tramite una singola console, proteggendo e ripristinando i dati aziendali su qualsiasi workload, infrastruttura e in qualsiasi luogo, sia di partenza che di arrivo.
La piattaforma comprende anche funzioni di AI, sviluppate soprattutto sulla base dell’esperienza accumulata con Metallic, una soluzione di software-as-a-service di backup e recovery per piccole e medie imprese lanciata quattro anni fa.
Tra queste Arlie (“Autonomous Resilience”), un copilota di AI generativa in grado di consolidare informazioni e report, fornire risposte personalizzate (per esempio per verificare o convalidare un punto di ripristino pulito per i sistemi critici o per generare in pochi secondi il codice richiesto).
“Le organizzazioni utenti devono gestire ambienti hybrid cloud in cui le minacce ai dati arrivano dalle fonti più varie, dalle alluvioni che danneggiano i data center ai malintenzionati interni, fino ovviamente ai gruppi specialisti di ransomware”, ha spiegato il CEO Sanjay Mirchandani in un recente incontro con la stampa italiana.
“In un momento come questo Commvault ha scelto di salire di livello, non solo proteggendo i dati da attacchi e violazioni ma concentrandosi anche sul ripristino veloce e completo delle attività di business dopo un attacco e su tutti gli altri aspetti del framework “cyber resilience”, tra cui risk analysis, identificazione dei dati sensibili, indicazioni in real time di azioni per rispondere agli attacchi”.
Il concetto di fondo, continua Mirchandani, è prendere atto che gli attacchi comunque arriveranno, e concentrarsi su quanto tempo occorre per recuperare, come, e con quali costi.
“Il principale elemento di differenziazione rispetto ai concorrenti è che la nostra è una piattaforma sia per la security sia per l’IT: abbiamo separato dati e controllo”
“i carichi di lavoro e le responsabilità nel team di security continuano ad aumentare, per questo occorre una piattaforma che faciliti la visibilità, con un solo cruscotto per vedere tutti i workload dell’azienda – nel cloud privato, in quelli pubblici, nel data center del cliente – e che automatizzi gran parte delle attività”.
Analogamente, continua Mirchandani, la cyber resilience è un territorio troppo grande perché un vendor riesca a coprirlo tutto con la stessa efficacia da solo, e questa è la motivazione di una serie di partnership per integrare e completare le funzionalità di Commvault Cloud. Tra queste Avira, Darktrace, DataBricks, Entrust, Netskope, Palo Alto Networks, e Trellix.
Clienti italiani molto sofisticati
Anche dal punto di vista del go-to-market, sottolinea il CEO, la cyber resilience va proposta nell’ambito di un ecosistema. “I partner hanno la possibilità di completare la piattaforma con i loro servizi, ce ne saranno anche alcuni che la erogheranno come servizio gestito alle piccole e medie imprese”.
Infine qualche considerazione sull’Italia, “che è un mercato molto buono per noi: la filiale italiana è una delle più grandi del Sud Ovest dell’Europa, abbiamo come clienti 8 delle 10 più grandi imprese e le 4 più importanti banche”.
I clienti italiani, conclude Mirchandani, sono molto sofisticati: “Adottano tutte le feature della nostra soluzione, e la sfruttano per come è stata pensata. Anche l’ecosistema di partner è molto competente: portiamo le esperienze fatte in Italia anche nelle altre country, c’è un forte dinamismo della PA grazie al PNRR, ma anche manufacturing, retail, fashion e luxury stanno investendo”.