Intel ha annunciato a sorpresa il ritiro del suo CEO Pat Gelsinger, nel tentativo di ripristinare la fiducia degli investitori dopo un anno a dir poco turbolento per il colosso tech della Silicon Valley. Dopo 45 anni nel settore IT, di cui 34 nella stessa Intel, Gelsinger sarà sostituito temporaneamente da David Zinsner, EVP e CFO, e Michelle Johnston Holthaus, CEO di Intel Products, che assumeranno il ruolo di co-CEO ad interim nell’attesa che il board nomini un successore definitivo. Frank Yeary, presidente indipendente del board, sarà invece presidente esecutivo ad interim, senza modifiche alla leadership della divisione Intel Foundry.

In un comunicato, Gelsinger ha definito la sua esperienza alla guida di Intel “un onore”, sottolineando il lavoro svolto per adattare l’azienda alle dinamiche di mercato, pur riconoscendo le difficili sfide che ha dovuto affrontare soprattutto negli ultimi anni. Yeary ha elogiato Gelsinger per i suoi contributi, tra cui il rilancio della capacità produttiva e l’innovazione tecnologica, ma ha anche riconosciuto la necessità di ulteriori sforzi per ripristinare la competitività e la fiducia degli investitori.

carenza di chip

Pat Gelsinger, ormai ex CEO di Intel

Il 2024 si è rivelato un anno a dir poco difficile per Intel, culminato in una perdita record di fatturato di 16,6 miliardi di dollari nel terzo trimestre. Gelsinger aveva intrapreso una ristrutturazione significativa, separando le attività di Foundry e produzione di prodotti, ma Intel ha subito ritardi nello sviluppo di alcune linee produttive e ha dovuto affrontare non poche difficoltà a causa di difetti nei processori delle serie Core di 13ª e 14ª generazione.

Inoltre, la forte crescita delle attività di training dell’IA nei data center ha spostato investimenti verso le GPU (dove Nvidia domina incontrastata) penalizzando i chip server, principale fonte di ricavi di Intel.

FIno a ieri Gelsinger era uno dei top manager di maggiore esperienza di tutto il settore IT. Entrato in Intel nel 1979 a soli 18 anni, è stato l’architetto del processore 80486, lasciando l’azienda nel 2009 per ruoli di leadership in EMC e VMware, prima di tornare nel 2021 come CEO. La sua partenza segna la fine di un’era e l’inizio di una fase cruciale per Intel, che punta a rilanciarsi con progetti ambiziosi come la linea Arrow Lake e i finanziamenti dal CHIPS Act USA.