Sicurezza sul lavoro e soluzioni digitali, la ricetta di Ascom
In Italia gli incidenti sul lavoro sono un grave problema. Nel 2022 secondo l’Inail sono stati quasi 700mila, circa il 26% in più dell’anno prima.
È un tema che quasi tutti i giorni finisce sulle prime pagine, e che come altri potrebbe essere risolto almeno in parte attraverso le tecnologie digitali. Ma su questo le imprese italiane sono piuttosto indietro, come dimostra una recente indagine sui settori industria e retail promossa da Ascom UMS. Per ora infatti solo il 16,3% delle imprese italiane ha digitalizzato e automatizzato almeno uno dei processi aziendali legati alla sicurezza sul lavoro.
Ascom UMS è una multinazionale di soluzioni di comunicazione specializzata sui settori sanità e industria. In Italia ha un ufficio a Firenze, nonché uno dei tre principali centri di ricerca e sviluppo. La sede centrale a Baar (Svizzera) coordina 18 sedi operative nel mondo, dall’Australia agli USA, per complessivi 1300 dipendenti e 280 milioni di euro di fatturato 2022.
“La nostra missione è portare le informazioni giuste in tempo reale a persone che devono decidere rapidamente, dovunque siano”, ha spiegatoin un incontro con la stampa Paolo Pirotta, Marketing & Communication Manager di Ascom UMS. “Le nostre piattaforme di comunicazione comprendono sia software che hardware, cioè smartphone e dispositivi mobili specializzati, e si rivolgono a due settori. Da una parte la sanità, e in particolare l’area critica ospedaliera (terapia intensiva e sale operatorie) e l’assistenza a lungo termine: abbiamo oltre 80 installazioni ospedaliere e più di 600 sale operatorie gestite. Dall’altra industria e retail, con soluzioni di gestione allarmi, eventi e mansioni”.
Imprese industriali, priorità ancora al contenimento dei costi
Proprio di quest’ultimo mercato fanno parte le 551 aziende i cui decisori IT hanno partecipato all’indagine “Il potenziale della tecnologia per processi di lavoro efficaci e sicuri” citata all’inizio. Sono infatti per il 78% del settore industria e per il 17% del retail (il resto opera nella logistica), e due su tre fatturano tra i 10 e i 250 milioni.
“Abbiamo voluto fare questa ricerca per rimappare il mercato dell’industria dopo un periodo molto complicato per gli impatti del Covid e della guerra”, precisa Patrich Villa, Head of Channel Sales di Ascom UMS. “Volevamo capire le priorità di business e di investimento, definire il livello attuale di digitalizzazione in generale, e della sicurezza su lavoro in particolare, e individuare i fattori che influenzano le decisioni di investimento”.
Dall’indagine, realizzata da NetConsulting Cube, emerge come prima priorità delle attività operative il monitoraggio e contenimento costi (70% degli intervistati), seguita dall’aumento di efficacia dei processi (51%), e a distanza dalla implementazione di misure di sicurezza (21%, in aumento dopo la pandemia). A fronte di queste priorità, le principali azioni per realizzarle sono gestione della liquidità aziendale (38%), investimenti in formazione del personale (34%), e nell’assunzione di personale qualificato (29%), e adozione di soluzioni digitali a supporto di processi operativi (25%).
Sicurezza sul lavoro, le normative sono sia uno stimolo sia un ostacolo
I processi operativi più digitalizzati e automatizzati sono il monitoraggio del funzionamento delle macchine (61%), la manutenione preventiva (42%) e correttiva (20%) e la localizzazione di asset, mentre i processi tipicamente di sicurezza sul lavoro – come individuazione di situazioni di pericolo, o la localizzazione dei lavoratori isolati – hanno percentuali di digitalizzazione sotto il 10%.
Come anticipato, solo il 16,3% del panel (90 aziende) ha digitalizzato almeno uno di questi processi: l’indagine si è concentrata su queste per capire le aree d’azione e le principali criticità nella sicurezza sul lavoro. Nel primo caso, le aree di azione sono molte, soprattutto a causa dei crescenti requisiti normativi, e sono in svolgimento adesso. Le più citate sono attività di valutazione del rischio, iniziative a supporto del personale (formazione su emergenze, dispositivi di nuova generazione, visite), e azioni organizzative (nomina figure e formazione generica).
Quanto alle criticità, la principale è proprio la complessità delle normative, non sempre chiare nell’indicare le cose da fare. Seguono la scarsa cultura della prevenzione nell’azienda o nel settore, la mancanza di responsabilità dei lavoratori, e solo al quarto posto i costi elevati.
L’82% investirà in digitalizzazione dei processi operativi, in gran parte per aggiornare soluzioni che ha già
Tornando al campione intero, gran parte delle imprese (82%) prevede di investire in digitalizzazione e automazione dei processi operativi nei prossimi due anni, ma quasi tutte intendono aggiornare le soluzioni esistenti, più che comprarne di nuove.
I principali ostacoli agli investimenti sono la soddisfazione per le soluzioni in uso (55%) e i limiti di budget (15%), ma comunque, limitandoci alle 455 aziende che investiranno, l’area di maggiore interesse è la gestione di attività di manutenzione e flussi di lavoro. Meno prioritaria risulta la gestione di attività e procedure dei lavoratori.
L’indagine evidenzia poi che le caratteristiche preferenziali nella selezione delle soluzioni digitali sono prezzo, supporto consulenziale, e semplicità d’uso (c’è meno interesse invece per le funzionalità). E che, per essere supportate nell’innovazione, le imprese si affidano soprattutto a consulenti singoli o piccole realtà consulenziali, tenendosi informate attraverso incontri con fornitori, attività formative e partecipazione a eventi.
“In conclusione le priorità sulle operation delle aziende dei settori industria, retail e logistica sono efficienza ed efficacia, il digitale è riconosciuto come fattore abilitante, ma il livello attuale di digitalizzazione è migliorabile”, commenta Patrich Villa di Ascom. “La propensione all’investimento comunque è buona, si parla soprattutto di aggiornamento delle soluzioni esistenti, ma questo può anche voler dire aggiungere funzionalità: è da leggere in modo positivo”.
Sicurezza sul lavoro nell’industria, la proposta di Ascom
Quanto specificamente alla sicurezza sul lavoro, continua Villa, è un ambito ancora considerato a parte: non è integrato né nelle considerazioni sulla produttività, e c’è scarsa consapevolezza dei benefici di gestirlo tramite soluzioni digitali. “La forte complessità delle norme e la scarsa cultura della prevenzione frenano la digitalizzazione dei processi di sicurezza del lavoro”.
A questo scenario di esigenze delle imprese industriali, Ascom risponde con la sua Enterprise Platform, che offre comunicazione e collaborazione in real time su dispositivi mobili: “Raccoglie e collega dati frammentati e isolati da sistemi, macchinari, sensori, e li trasforma in informazioni fruibili”, spiega Villa. “Garantiamo la consegna alle persone giuste dove e quando necessario: abbiamo strutturato i nostri sistemi per far transitare le informazioni su canali privilegiati, per avere la certezza che i destinatari le ricevano”.
Una fondamentale applicazione di questa tecnologia è appunto la sicurezza del lavoro, e in particolare la protezione dei lavoratori isolati. Abbiamo citato all’inizio i dati in aumento degli infortuni sul lavoro, ma i rischi per i lavoratori sono anche legati alle aggressioni: “Le denunce nel settore industria e servizi sono aumentate del 24% l’anno scorso, e nel settore sanità sono più che raddoppiate: i numeri dicono che sono necessari investimenti”.
L’obiettivo quindi è garantire attraverso le tecnologie digitali un aiuto sempre a portata di mano. Ascom propone per questo soluzioni con allarmi a pulsante, corda, automatici di caduta (“uomo a terra”) e non movimento, allarmi silenziosi e occulti per situazioni potenzialmente violente, con capacità di localizzazione accurata in ambienti interni ed esterni tramite molteplici tecnologie (Dect, wi-fi, IR, beacon) ed escalation automatica.
“Ma in generale la nostra piattaforma non si limita agli allarmi ma permette tutta l’orchestrazione dei flussi di lavoro dei processi di gestione di sicurezza, con funzioni di creazione dei workflow, integrazione con sistemi di terze parti, tracciamento dell’avanzamento della procedura, e anche di messaggistica di gruppo e di reportistica”, conclude Villa.