Startup e PMI innovative in Italia, incentivi per chi investe. Ma nell’ICT è crescita zero
Con 234 voti a favore, 46 astenuti e nessun contrario, la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge “Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti”.
Il titolo della legge, che ha avuto come primo firmatario e relatore del documento il deputato della Lega Giulio Centemero, esprime chiaramente gli obiettivi: promuovere lo sviluppo delle start-up e delle PMI più innovative, facilitando chi intende investire in tali realtà e favorendolo anche tramite sgravi fiscali. Ora la proposta di legge passa al Senato per l’approvazione definitiva.
Le novità dalla proposta di legge
In concreto, gli incentivi fiscali di cui si parla consistono nella possibilità di trasformare l’eccedenza non detraibile in credito d’imposta, utilizzabile in dichiarazione in compensazione. Il credito di imposta così determinato è fruibile nel periodo di imposta in cui è presentata la dichiarazione dei redditi e nei periodi di imposta successivi. Tale disposizione si applica agli investimenti effettuati a partire dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della norma in esame.
In aggiunta, non sarà più applicabile la disposizione, contenuta nei decreti attuativi fiscali che, in caso di incapienza, consente la detrazione dell’eccedenza anche nei tre periodi di imposta successivi a quello dell’investimento.
La proposta di legge intende disciplinare la decorrenza dell’efficacia dell’agevolazione in esame, prevedendo che riguardi le operazioni di investimento effettuate a partire dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge.
Inoltre, la proposta di legge si propone di modificare l’articolo 14 del decreto legge n. 73 del 2021, cosiddetto “sostegni bis”, con un duplice obiettivo: concedere ulteriori incentivi agli investimenti effettuati dalle persone fisiche nel capitale sociale di tali imprese; rendere le disposizioni previste conformi alla disciplina in materia di aiuti di Stato compatibili con il mercato unico europeo.
È però previsto che per poter godere dell’esenzione sulle plusvalenze da partecipazione, le PMI innovative partecipate devono soddisfare almeno una delle seguenti condizioni:
- non avere operato in alcun mercato;
- operare in un mercato qualsiasi da meno di sette anni dalla prima vendita commerciale;
- necessitare di un investimento iniziale per il finanziamento del rischio che, sulla base di un piano aziendale elaborato per il lancio di un nuovo prodotto o l’ingresso su un nuovo mercato geografico, sia superiore al 50 per cento del fatturato medio annuo negli ultimi cinque anni.
Le startup e PMI innovative nel settore ICT
Intanto i dati di Anitec-Assinform (aggiornati al 24 aprile 2023) mostrano che il numero di startup e PMI innovative nel settore ICT è praticamente lo stesso di un anno fa (+ 0,12%): il totale delle aziende è 11.253.
Più precisamente, si contano 1.436 PMI innovative ICT (+11,4%), e 9.817 startup ICT (-1,34%). La maggioranza di queste (7.997 imprese, 71,1%) viene considerata composta da ICT-digitali poiché le imprese hanno codici ATECO riconducibili al settore ICT e/o dichiarano nella sezione Vetrine del registro speciale di svolgere attività digitali. Le rimanenti 3.256 imprese (28,9%) non specificano attività digitali nella sezione Vetrine.
“La crescita delle startup e PMI innovative nel settore ICT continua a rappresentare un indicatore importante dell’innovazione tecnologica e del dinamismo del settore – ha dichiarato Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform – In questo contesto, diventa sempre più evidente l’importanza dei digital enabler, dove IA, Big Data, Blockchain e Cybersecurity sono pilastri fondamentali per il successo delle startup e PMI innovative in ambito ICT. Un dato da sottolineare è la piccola percentuale di queste nuove realtà fondate da under-35 o guidate da donne. Eppure, sono giovani e donne quelle che più di altri oggi devono aumentare la loro partecipazione al mondo del lavoro e dell’innovazione, per aumentare produttività e qualità del nostro sistema imprenditoriale”.
La distribuzione geografica
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, le startup e PMI innovative ICT sono concentrate principalmente in Lombardia, Lazio e Campania: vi risiede oltre il 50% delle imprese registrate. Più in dettaglio, in Lombardia si trova il 28,7% delle S&PMII ICT, seguita da Lazio (13,8%) e Campania (8,8%). Altre regioni con una buona rappresentanza sono Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Puglia. La presenza di S&PMII ICT è invece inferiore alla media nazionale in Sicilia, Sardegna, Toscana e Abruzzo.
Le startup e PMI Innovative nel settore ICT sono principalmente microimprese, con oltre due terzi che impiega fino a 4 addetti. Circa l’80% di queste aziende ha un capitale proprio inferiore a 50.000 euro e un terzo ha un valore della produzione inferiore a 100.000 euro.
“Università e grandi imprese svolgono un ruolo importante nello sviluppo delle startup e PMI innovative del settore ICT: le università favoriscono la formazione di nuovi talenti e la ricerca tecnologica, le imprese investono nelle realtà emergenti, creando sinergie che accelerano l’innovazione – ha affermato Marco Gay – Un passo in avanti è stato fatto dalla Camera dei Deputati con l’approvazione della proposta di legge per la promozione e lo sviluppo delle startup e delle PMI innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti. Confidiamo che anche l’altro ramo del Parlamento approvi presto questa proposta di legge, affinché attraverso un’azione coordinata si possa garantire una crescita sostenibile e duratura per le startup e le PMI innovative nel settore ICT”.
Il valore dei digital enabler
Le startup e PMI innovative nel settore ICT si concentrano su prodotti e servizi ad alto valore tecnologico, con particolare attenzione sui digital enabler citati da Marco Guy. Questi includono sviluppo di app, servizi di cloud computing, cybersicurezza e molto altro ancora.
A fine aprile 2023, i principali filoni di attività per queste imprese sono le soluzioni digitali (12,7%), seguite dalle soluzioni di IoT (12,5%) e l’intelligenza artificiale e machine learning (11,3%). Anche l’industria 4.0 e le Mobile app mostrano una forte presenza, con rispettivamente il 7,1% e il 6,7% delle imprese focalizzate in questi settori. Altri filoni di attività con un potenziale di mercato significativo includono e-commerce, big data & data science, blockchain, social science e cybersecurity e cripto. Questo panorama riflette la crescente importanza dei digital enabler come driver di crescita per le startup e le PMI innovative.
Le sfide: i brevetti e il personale qualificato
Le Startup e PMI innovative nel settore ICT presentano differenze significative riguardo all’innovazione, evidenziate dall’analisi di tre caratteristiche chiave: l’attività brevettuale, il personale altamente qualificato e la spesa in ricerca e sviluppo (R&S). I dati mostrano che solo il 21% delle aziende è coinvolto in attività brevettuali, mentre solo il 27% ha un team di personale altamente qualificato (con punte maggiori nel settore 4.0). Mentre il 70% delle imprese investe in R&S: la concentrazione maggiore di spesa R&S si trova nel nord-ovest, ma il sud e le isole mostrano un aumento significativo.