VMware venderà Carbon Black e l’end-user computing

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Broadcom conferma: i due business sono "non core". Annunciati 364 esuberi in Irlanda. Intanto il 35% dei partner si aspetta una relazione più forte con VMware

Dopo la chiusura formale dell’acquisizione dello scorso 22 novembre, continuano a emergere aggiornamenti su come sarà la nuova VMware all’interno di Broadcom.

Abbiamo già riferito tre settimane fa dei primi esuberi ufficiali, che – visto che Broadcom non ha finora annunciato pubblicamente dati precisi – si basano sulle segnalazioni di VMware ai dipartimenti statali per il lavoro negli USA e in altri Paesi dove queste comunicazioni sono obbligatorie.

364 esuberi in Irlanda

Nel frattempo i posti sicuramente dichiarati in esubero sono saliti a quasi 3300. Tra questi per la prima volta ci sono anche dati ufficiali dall’Europa, e precisamente dall’Irlanda, dove VMware ha comunicato all’Irish Department of Enterprise, Trade and Employment 364 esuberi, cioè circa un terzo dei dipendenti VMware in Irlanda. La legge irlandese ora prevede un periodo di 30 giorni di trattative tra l’azienda e il Governo.

Sul fronte della struttura societaria, una novità importante è la conferma ufficiale dell’intenzione da parte di Broadcom di vendere le due divisioni Carbon Black e end-user computing (EUC), come già ipotizzato da molti analisti subito all’indomani della chiusura ufficiale dell’acquisizione. Nella nuova struttura in 4 divisioni annunciata per VMware infatti né Carbon Black né l’EUC erano nominate.

Il CEO di Broadcom, Hock Tan, ha confermato l’intenzione di venderle nella earning call con gli analisti dedicata ai risultati del quarto trimestre 2023, concluso il 30 novembre.

Per ridurre i costi di VMware, Broadcom spenderà 1,3 miliardi in 2 anni

“La nostra strategia è molto semplice: aiutare le imprese globali a far girare le loro applicaizoni nei loro data center e nel public cloud, consumando le soluzioni dello stack software di VMware, e gestendo questi workload attraverso un ricco catalogo di microservizi in cui stiamo investendo”, ha detto Tan. “Questo sarà il nostro focus, e per questo i business “non core”, come l’EUC e Carbon Black, verranno scorporati”.

“La transizione”, ha aggiunto Tan, “richiederà circa un anno, e costerà quasi un miliardo di dollari”. Nel report di bilancio di Broadcom sono prospettati nei prossimi due anni fiscali esborsi per circa 1,3 miliardi per attività di riduzione dei costi collegate all’acquisizione di VMware.

Nell’anno fiscale 2024 (dicembre 2023-novembre 2024), Broadcom si aspetta comunque da VMware un fatturato di 12 miliardi di dollari, escluse Carbon Black ed EUC. Nell’anno fiscale 2023 chiusco lo scorso febbraio, VMware aveva fatturato 13,6 miliardi di dollari, comprese ovviamente Carbon Black ed EUC.

“Intendiamoci, si tratta di due buoni e solidi business, ma non vogliamo essere distratti da attività non core. Troveremo loro delle buone destinazioni, saremo molto attenti a questo aspetto, perché molti dei loro clienti sono anche utenti della VMware Cloud Foundation”, che invece, ha ribadito più volte Tan, Broadcom considera ora il core business di VMware.

Partner, il 35% si aspetta un rafforzamento della collaborazione

Sul fronte della strategia di commercializzazione di VMware invece una grande novità è lo stop alla vendita delle licenze perpetue, e la decisione di puntare tutto sugli abbonamenti, come abbiamo raccontato nel dettaglio qualche giorno fa.

Infine sul fronte del go-to-market, Broadcom ha scritto sul suo report di bilancio 2023 di aspettarsi “un aumento della dipendenza dai partner di canale” dopo l’acquisizione di VMware.

A questo proposito, secondo un’indagine di Canalys su 383 partner di canale in tutto il mondo, il 35% si aspetta un rafforzamento della collaborazione nella nuova era Broadcom, mentre il 26% non si aspetta cambiamenti di rilievo, e un altro 8% che prima non vendeva VMware ora ha intenzione di cominciare a farlo.

Gli ottimisti sono quindi la netta maggioranza, mentre il 17% si aspetta di rimanere partner di VMware ma con risultati minori di prima, e il 13% non tratta VMware e non ha intenzione di cominciare a farlo.

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Microsoft Italia amplia la platea di partner di AI Lab con i 3 big della distribuzione

Microsoft sede Milano Riconoscimento editoriale- Sorbis / Shutterstock.com region datacenter
Oltre a Computer Gross, Esprinet e TD Synnex reclutati altri 8 operatori, che si aggiungono ai 23 della prima ora. Al via anche un programma di formazione, e uno per PMI e startup

Microsoft Italia (nella foto la sede di MIlano) ha annunciato diversi aggiornamenti su AI Lab, l’iniziativa lanciata lo scorso settembre insieme a 23 partner (ne avevamo parlato qui)  per promuovere in Italia le opportunità dell’Intelligenza Artificiale generativa per aziende pubbliche e private, professionisti e studenti.

“In soli tre mesi, attraverso il programma AI LAB, insieme ai nostri partner abbiamo raggiunto 111 aziende e avviato oltre 200 progetti di AI generativa, mettendo a disposizione delle imprese l’accesso alla tecnologia e percorsi di formazione personalizzata per sfruttarne tutte le potenzialità. Siamo di fronte a un’occasione senza precedenti”, commenta in una nota Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.

Investimenti AI in Italia, primi ritorni in 14 mesi

Secondo uno studio di IDC e Microsoft, su 100 aziende italiane che hanno pianificato investimenti sull’AI, questi progetti generano un ritorno di 3,14 euro per ogni euro investito, e mostrano i primi impatti in 14 mesi.

Il 72% del campione ha già in produzione soluzioni di AI, il 53% indica in 3-6 mesi il periodo necessario a una effettiva integrazione dell’AI nei processi aziendali, e i tipi di benefici più frequenti sono cinque: aumento della produttività di organizzazioni e persone, automatizzazione intelligente dei processi di business, più libertà per la creatività e l’ingegno umano, potenziamento dei servizi ai clienti, e più efficienza nell’organizzazione delle informazioni e dati aziendali.

Ital.IA Lab, un programma di formazione per 8000 lavoratori

La prima novità annunciata per AI LAB è il programma di formazione Ital.IA L.A.B, in collaborazione con Fondazione Mondo Digitale. È un’iniziativa aperta a tutti i lavoratori, persone in cerca di occupazione e studenti dai 16 anni di età in Italia, che si svolgerà in 20 città su tutto il territorio italiano, coinvolgendo 40 organizzazioni tra scuole, amministrazioni locali, camere di commercio, ma con particolare concentrazione nel Sud Italia e nelle periferie delle grandi città.

I partecipanti, precisa la nota, potranno seguire percorsi di formazione personalizzati e gratuiti sulle opportunità dell’AI generativa. L’obiettivo è coinvolgere oltre 8000 persone tra studenti, lavoratori e persone in cerca di occupazione.

Un programma per PMI e startup, coinvolto anche il Gruppo Poste

Altra novità è AI LAB for Digital Entrepreneurs. Tre mesi fa al lancio di AI LAB, Microsoft aveva presentato iniziative per grandi imprese e Pubblica Amministrazione, professionisti e studenti, che al momento hanno raggiunto 200 professionisti, collaborazioni con 5 atenei e oltre 110 aziende, con oltre 200 scenari di innovazione, soprattutto nel settore Retail e Finance, in corso di valutazione e sviluppo.

Ora parte anche un programma specifico per PMI e startup, che potranno accedere a nuove tecnologie e soluzioni Microsoft, partendo da una valutazione del proprio livello di maturità digitale e a percorsi di formazione anche sull’AI di nuova generazione, e far parte di una community dove confrontarsi e condividere sfide ed esperienze di successo.

AI LAB for Digital Entrepreneurs, spiega la nota, capitalizza l’esperienza del programma #DigitalChamps, e coinvolge i partner Cerved, ELITE, LinkedIn e SACE, con la partecipazione del Gruppo Poste Italiane quale License Solution Provider e Cloud Solution Provider.

AI Lab per le imprese, i nuovi 11 partner

Microsoft Italia ha poi annunciato l’ingresso di altri 11 partner nelle iniziative di AI LAB per le Imprese, tra cui i tre big della distribuzione – Computer Gross, Esprinet e TD Synnex – e poi 4wardPRO, Insight, Leonardo, NTT Data, ProgeSoftware, Softjam, SoftwareOne e Var Group.

Questi partner si aggiungono ai system integrator e ISV che avevano già aderito all’avvio di AI LAB: Accenture, AGIC Group, Almawave, Altitudo, Avanade, Avvale, Capgemini, Engineering, EY, Hevolus, Jakala, MESA, Porini/DGS, PWC, Reply, Prometeia e Trueblue.

I casi Siae e Tinexta

Nella nota inoltre Microsoft cita Siae e Tinexta come due esempi delle prime sperimentazioni di AI Generativa in Italia.

Siae ha dotato i propri dipendenti di Microsoft Copilot, con l’obiettivo di migliorare la produttività e la precisione delle attività quotidiane, semplificando il lavoroattraverso suggerimenti intelligenti e funzionalità avanzate. La sperimentazione, spiega la nota, ha consentito sin da subito ai dipendenti di concentrarsi su compiti più stimolanti e di maggiore valore, migliorando complessivamente la qualità del lavoro e riducendo il livello di stress legato alle attività ripetitive.

Tinexta ha avviato una collaborazione con Microsoft che prevede l’uso di Azure OpenAI e l’integrazione dell’AI generativa nei flussi di lavoro e una sperimentazione di Copilot nel 2024. Tinexta ha inoltre istituito un Comitato Innovazione di Gruppo per discutere periodicamente degli avanzamenti tecnologici nelle aziende del gruppo e lo status di utilizzo e implementazione dell’AI, anche all’interno dei servizi erogati verso i clienti.

Immagine: Sorbis / Shutterstock.com

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