Intel: possibili ulteriori carenze di chip a causa dei lockdown cinesi
Le pressioni inflazionistiche, le preoccupazioni sui componenti e un calo della domanda hanno trascinato nel Q2 2022 il business dei chip per PC di Intel al ribasso del 13% rispetto a un anno fa e contrariamente a quello che era stato invece un primo trimestre del 2022 decisamente forte.
Il Client Computing Group (CCG) di Intel ha infatti registrato ricavi per 9,3 miliardi di dollari (-13% sul Q2 2021), un utile netto di 8,1 miliardi di dollari (cresciuto del 141% rispetto a un anno fa) ed entrate diminuite del 7% a 18,4 miliardi di dollari.
Il calo dei ricavi di CCG, il più grande segmento business di Intel, ha danneggiato la sua attività complessiva. I gruppi Datacenter e AI Group hanno registrato un aumento del fatturato del 22% a 6 miliardi di dollari. Anche il Network and Edge Group (NEX) ha registrato una crescita dei ricavi (+23% a 2,2 miliardi di dollari) e lo stesso dicasi per altri gruppi, che nel Q2 2022 sono cresciuti rispetto all’anno precedente.
“Nel settore dei PC, continuiamo a vedere una forte domanda nel settore professionale compensata dalla debolezza di quello consumer ed educational e dall’impatto negativo della cessazione delle spedizioni ai clienti in Russia e Bielorussia” ha affermato David Zinsner, nominato CFO di Intel a gennaio.
“Inoltre, i vincoli all’offerta di componenti continuano a essere un’autentica sfida a causa dei più recenti lockdown per il COVID a Shanghai. Ciò ha aumentato ulteriormente i rischi a livello di supply chain e sta contribuendo alle pressioni inflazionistiche che stanno avendo un impatto negativo sul PC TAM [Total Available Market] per l’anno in corso. Di conseguenza, stiamo vedendo che gli OEM continuano a ridurre i livelli di inventario per soddisfare meglio la domanda e allinearsi con altri componenti di sistema. Prevediamo che gli elementi di questo consumo di scorte continueranno a diminuire nella seconda metà dell’anno”.
Pat Gelsinger, CEO di Intel, ha affermato che la carenza di chip è costata all’economia statunitense 240 miliardi di dollari l’anno scorso e si prevede che il settore continuerà a incontrare difficoltà almeno fino al 2024. La stessa Microsoft ha cominciato ad avvertire questi nuovi problemi di approvvigionamento a seguito del blocco e del rallentamento della produzione a causa dei lockdown cinesi.
In questo scenario Zinsner ha anche affermato che Intel prevede di gestire “l’ambiente inflazionistico” abbassando i propri costi di produzione e aumentando i prezzi in alcuni segmenti, sebbene non abbia specificato tali segmenti. “Stimiamo però che l’impatto sarà relativamente contenuto partendo dal presupposto che questi lockdown si stanno avvicinando alla fine. Ovviamente, in caso di nuove restrizioni o del prolungamento di quelle attuali, l’impatto sarà ben più pesante”.
Intel ha affermato di aver distribuito più di 15 milioni di processori Alder Lake di 12a generazione e sta inviando i primi esemplari di Raptor Lake (il suo processore di nuova generazione), che sarà seguito dalla famiglia Meteor Lake nel 2023. Gelsinger ha affermato infine che i PC di Acer, Asus, Dell, HP, Lenovo, Samsung e altri utilizzeranno le prime GPU Alchemist (serie Arc 3) distribuite all’inizio di quest’anno, mentre le GPU delle famiglie Arc 5 e Arc 7 verranno spedite entro la fine dell’anno.