A causa della guerra in Ucraina il mercato ICT in Europa avrà una crescita più che dimezzata nel 2022 (da +4,5% a +2%) e perderà 143 miliardi di dollari di investimenti da parte di imprese ed enti pubblici nel quadriennio 2022-2025 rispetto alle previsioni di gennaio. Tutto ciò nello scenario più probabile, quello di una durata del conflitto tra 3 e 12 mesi (short war). Sono i principali dati della prima valutazione della società di ricerca IDC sui possibili impatti della guerra sul mercato ICT, esposti pochi giorni fa in un apposito webinar.

“L’industria ICT sta rispondendo a un’altra crisi mondiale dopo quella della pandemia, con tanti esempi virtuosi”, ha spiegato Philip Carter, Group VP IDC WW Thought Leadership, citandone tre: un vendor che sta lavorando con l’ICRC della Croce Rossa e varie agenzie delle Nazioni Unite fornendo tecnologia e supporto finanziario per NGO e soluzioni di difesa contro i cyberattacchi, un software provider che sta mettendo a disposizione soluzioni per gestire il censimento dei profughi e coordinare azioni dei volontari e distribuzione di aiuti, e piattaforme sviluppate ad hoc per connettere nei luoghi della guerra dipendenti e contractor con colleghi e volontari.

Decine di migliaia di sviluppatori stanno scappando dai due paesi

“Per quanto riguarda i vendor ICT che erano attivi in Russia, stiamo vedendo tre tipi di reazioni: lo stop a operazioni e vendite – con decisioni diverse da vendor a vendor per il supporto -, la tattica “wait and see”, o l’uscita completa dal mercato”, continua Carter.

Per valutare i possibili scenari, IDC ha tenuto conto di 10 variabili chiave, di cui 5 a livello di regione Europa dell’Est, e 5 a livello globale.

“Per quanto riguarda il primo gruppo, il mercato ICT in Russia vale circa 50 miliardi di dollari, quello in Ucraina circa 5, insieme rappresentano circa l’1% del mercato ICT mondiale e il 5,5% di quello europeo”, continua Carter. “Nel 2022 per effetto della guerra l’ICT calerà del 25% in Russia, e del 60% in Ucraina. Prevediamo grandi problemi per le imprese ICT russe per le sanzioni, la perdita delle digital skill di decine di migliaia di sviluppatori che stanno scappando dai due paesi, e inoltre in Russia i vendor ICT cinesi hanno l’opportunità di sostituire in parte quelli occidentali, e la svalutazione del rublo renderà l’import di componenti e tecnologie ancora più caro”.

Passando alle 5 variabili di impatto globale, “l’inflazione crescerà ulteriormente per gli aumenti di petrolio, gas e altre commodity, avremo ulteriori problemi di supply chain perché componenti chiave di processi di produzione ICT provengono dai paesi in guerra (il 90% del neon dall’Ucraina, il 35% del palladio dalla Russia), i cyberattacchi – già aumentati prima dell’invasione fisica – cresceranno in scala e si estenderanno a tutto il mondo, si porranno ancora di più questioni di sovranità dei dati digitali, visto che molti global cloud vendor hanno operazioni in Russia, e infine vedremo un’ulteriore accelerazione degli sforzi di decarbonizzazione, prima come riduzione della dipendenza da petrolio e gas russi, e come transizione alle fonti rinnovabili (se n’è parlato nei giorni scorsi anche al SAP Summit di Cernobbio, ndr).

Il 57% dei CIO sta rivalutando le spese ICT pianificate nel 2022

Alla luce di queste componenti, gli scenari di sviluppo della guerra analizzati da IDC sono tre: diplomatic solution (durata del conflitto meno di tre mesi), short war (3-12 mesi), prolonged war (oltre un anno). E in tutti e tre il mercato ICT sarà impattato, ha spiegato Andrea Siviero, Associate Research Director IDC EMEA Research: “Secondo le nostre rilevazioni il 57% dei CIO sta rivalutando i piani di spesa ICT nel 2022 a causa dell’incertezza geopolitica”.

Per effetto di questo la spesa ICT globale nel 2022, che prima della guerra era prevista in crescita di quasi il 5%, nel migliore scenario secondo IDC aumenterà del 4%, e nel peggiore di poco più del 2%.

Focalizzando l’analisi sul mercato ICT russo, nel 2021 il valore è stato di 51,5 miliardi di dollari: un mercato che IDC descrive come a bassa maturità digitale, hardware centric, con player locali che dominano in molti ambiti, per esempio nei servizi telecom, e bassa penetrazione del cloud con player locali come principali attori. “Nello scenario short war nel 2022 questo mercato calerà del 25% rispetto al 2021, con 56 miliardi in meno spesi in ICT dal 2022 al 2026 rispetto alle previsioni pre-guerra, e una grande incertezza anche per la ripartenza, perché ci sarà un enorme lavoro da fare e ci chiediamo se i service provider russi saranno in grado di scalare abbastanza”.

IDC guerra ucraina grafico 1 short war

Quanto all’Ucraina come detto vale meno dell’1% del mercato ICT europeo e ovviamente subirà impatti molto più gravi della Russia, con gravissimi danni alle capacità infrastrutturali.

Nel resto d’Europa il mercato ICT avrebbe dovuto crescere secondo le previsioni pre-guerra del 4,5% nel 2022, e invece salirà di poco meno del 3% nel migliore scenario, del 2% nel più probabile (short war), e di meno dell’1 nel peggiore.

“Tra 2022 e 2025 andranno in fumo 143 miliardi di spesa ICT precedentemente previsti, inclusa la Russia, e cioè il 15% del valore annuale del mercato ICT europeo”, sottolinea Siviero.

IDC guerra ucraina grafico 2 short war

Il manufacturing è il settore che taglierà di più i budget ICT

L’area del mercato ICT che più risentirà della guerra secondo IDC è quella dei device, che sarà particolarmente colpita, e poi ICT infrastructure e IT services, mentre altre aree invece cresceranno, e tra queste cybersecurity e ICT risk management. I settori che taglieranno di più la spesa sono invece prima di tutto il manufacturing, e poi retail e financial services.

IDC guerra Ucraina impatti ICT resto del mondo short war

“Le raccomandazioni che facciamo ai team di crisis management delle aziende sono “people first”, ossia cercare i modi per usare le tecnologie a fini di aiuto umanitario; reimplementare le azioni di “digital resiliency” non solo per rispondere, ma per essere più proattivi in una situazione così incerta; e valutare attentamente i possibili impatti anche indiretti sulla vostra organizzazione, e su clienti e partner, valutazione in cui le soluzioni digitali giocano un ruolo critico”, ha osservato Carter.

“Comunque la situazione è molto fluida, come IDC rivedremo le previsioni molto spesso, e raccomandiamo di fare valutazioni in ottica di scenario, tenendo conto di varie variabili in continuo cambiamento, e di “collegare i punti”, tenendo conto degli effetti a catena”.