Big tech e AI: investitori insoddisfatti delle ultime trimestrali
Il calo in Borsa di Microsoft, Alphabet e AMD dopo le ultime trimestrali mostra che anche i giganti tech non sono immuni alla volatilità del mercato AI
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Francesco segue il mondo della tecnologia dal 1999, scrivendo per numerose testate online e cartacee. È specializzato soprattutto in tecnologia B2B, hardware e nuovi m... Leggi tutto
Le principali big tech fortemente legate all’intelligenza artificiale hanno perso un totale di 190 miliardi di dollari di valore in borsa nella tarda serata di ieri, dopo che Microsoft, Alphabet e AMD hanno presentato risultati trimestrali che non hanno impressionato gli investitori.
Il crollo dei risultati dei colossi tecnologici sottolinea ancora una volta le elevate aspettative degli investitori dopo l’esplosione del mercato azionario alimentato dall’intelligenza artificiale negli ultimi mesi, che ha spinto le azioni delle big tech ai massimi storici con la promessa di integrare l’IA generativa nei loro prodotti software e hardware.
Alphabet ha perso il 5,6% dopo che i ricavi pubblicitari del trimestre di dicembre hanno disatteso le aspettative. Alphabet ha anche dichiarato che quest’anno la spesa per i data center a sostegno dei suoi piani in ambito IA aumenterà, evidenziando i costi elevati necessari a competere con Microsoft.
Mentre la crescita dei ricavi di Google Cloud ha leggermente superato gli obiettivi di Wall Street grazie all’interesse per l’intelligenza artificiale, Azure è cresciuto più rapidamente. Microsoft ha infatti superato le stime degli analisti per quanto riguarda i ricavi trimestrali, grazie alle nuove funzionalità di IA che hanno contribuito ad attirare clienti verso i suoi servizi cloud e Windows. Tuttavia, il titolo è sceso dello 0,7% negli scambi prolungati dopo aver toccato brevemente un record.
L’ottimismo nei confronti dell’intelligenza artificiale ha comunque spinto il valore del mercato azionario di Microsoft oltre i 3.000 miliardi di dollari questo mese superando persino Apple, mentre AMD, che prevede però forti vendite per i suoi processori IA, è crollata del 6% dopo che le sue previsioni sul fatturato del primo trimestre si sono rivelate inferiori alle stime.
Anche le azioni di Nvidia, che hanno registrato un’impennata del 27% a gennaio dopo essere più che triplicate lo scorso anno grazie all’ottimismo nei confronti dell’intelligenza artificiale, hanno ceduto parte dei loro guadagni negli scambi prolungati, registrando un calo di oltre il 2%.
Infine, le azioni del produttore di server Super Micro Computer, un’altra importante azienda tech che ha beneficiato della forte domanda legata all’IA, sono scese di oltre il 3% dopo aver toccato il giorno prima livelli da record all’indomani della presentazione degli ottimi risultati trimestrali.
C’è sempre più voglia di Blockchain: nel 2023 quasi 300 progetti a livello globale
Il mercato italiano vale 38 milioni di euro (-10%), trainato dai settori finanza, assicurazioni, PA e agrifood. L'analisi degli Osservatori del Politecnico di Milano
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Il 2023 è stato un anno di forte trasformazione per il mondo web3, con lo sviluppo del quadro normativo e numeri incoraggianti di mercato e adozione. Dopo un periodo di relativa stabilità, il mercato delle criptovalute ha registrato una ripresa (+110% rispetto al 2022), grazie anche allo sviluppo degli ETF spot su Bitcoin
Circa 3 milioni di utenti nel mondo ogni giorno utilizzano 15.000 applicazioni decentralizzate (DApp) e l’ecosistema della finanza decentralizzata (DeFi) ha mantenuto investimenti stabili intorno ai 45 miliardi di dollari, rilevanti anche se lontani dai 160 miliardi di aprile 2022, prima del crollo di Terra-Luna e del successivo “cryptowinter”. In questo contesto, aziende e PA di tutto il mondo hanno proseguito lo sviluppo di progetti basati su blockchain:sono 297 i nuovi casi del 2023, +19% rispetto al 2022, che portano a oltre 1300 i progetti complessivamente censiti dal 2016 ad oggi.
Inoltre, il 31% delle più importanti imprese globali della domanda della Fortune Global 500 ha implementato almeno un progetto basato su blockchain negli ultimi anni: 153 imprese che in totale hanno sviluppato 336 progetti tra proof of concept, progetti pilota e progetti operativi. Sono in forte crescita in particolare i progetti Blockchain for business (+58%), pari al 36% del totale, con 106 nuovi casi tra soluzioni di token e smart contract per ottimizzare i processi aziendali. Sono invece in linea con il 2022 i progetti di Decentralized web, in cui la blockchain serve a sviluppare servizi vicini al paradigma del Web3, con 96 nuovi casi pari al 32%. Stabili anche i nuovi progetti basati sullo scambio di valore, il cosiddetto Internet of Value (tra criptovalute, stablecoin e Central Bank Digital Currency): nel 2023 si contano 95 casi, 32% del totale.
In Italia, il 2023 ha visto investimenti in progetti di Blockchain per 38 milioni di euro (in calo del 10%). Ma gli attori hanno spostato attenzione dal lancio immediato di progetti di piccola entità, che nel 2022 erano stati principalmente legati alla creazione di NFT, a prototipi e progetti pilota di maggiore dimensione.
Il 39% degli investimenti italiani riguarda il settore finanziario e assicurativo, che si conferma predominante, mentre aumenta la rilevanza di progetti della PA, al 14%, e dell’agrifood, 10%, seguiti dal fashion (7%). È stabile l’interesse degli italiani per criptovalute e token: 3,6 milioni dichiarano di possederli attualmente.
Sono alcuni risultati della recente ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Web3 della School of Management del Politecnico di Milano. “Nel 2023, sono maturati significativi progressi tecnologici, regolamentari e applicativi. Tra le applicazioni ha avuto particolare slancio la tokenizzazione, cioè la rappresentazione di asset tramite sistemi blockchain. Aziende di rilievo hanno integrato nei loro servizi gli stablecoin, denaro fiat tokenizzato, abilitando nuove applicazioni e modalità di trasferimento. La spinta alla tokenizzazione ha interessato sempre più i cosiddetti Real World Assets, asset finanziari tradizionali e persino proprietà di beni fisici. Questa tendenza è guidata dalla prospettiva di migliore trasferibilità e di programmabilità, che li rende utilizzabili in applicazioni trasparenti e più inclusive nel contesto del web3” ha affermato Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3.
Internet of Value
Le applicazioni Internet of Value riguardano l’utilizzo di criptovalute, stablecoin e CBDC per lo scambio di valore. Nel 2023 il progetto per l’Euro Digitale, dopo due anni di studio, è passato ufficialmente il 1°novembre alla fase di preparazione, ma lo sviluppo di forme digitali di moneta di banca centrale (CBDC) non è una peculiarità solo europea. Ben 94 banche centrali (il 60% del totale) stanno infatti esaminando o sperimentando attivamente le CBDC. Il 46% delle iniziative è attualmente in fase di sperimentazione, in aumento del +8% rispetto al 2022.
“In Europa si contano già oltre 1.300 operatori di valute virtuali regolamentati e vigilati, di cui 131 in Italia. Inoltre, spinti dall’inquadramento di questi strumenti nel MiCAr, alcuni attori europei stanno sviluppando stablecoin ancorate all’euro in grado di offrire piena programmabilità e interoperabilità con le applicazioni web3. Nel prossimo futuro sarà cruciale comprendere come criptovalute, stablecoin e CBDC si svilupperanno nel tempo, se in competizione reciproca o seguendo logiche di integrazione nell’ambito del web3” spiegaGiacomo Vella, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3.
Blockchain for business
L’incremento ottenuto nel 2023 in ambito Blockchain for business è avvenuto nonostante i grandi progetti di ecosistema del passato continuino a riscontrare difficoltà. Già nel 2022 diverse iniziative di rilievo come TradeLens e B3i erano state interrotte e anche nel 2023 alcuni progetti hanno dovuto affrontare nuove sfide legate al mantenimento delle relazioni tra gli attori coinvolti o all’insostenibilità economica. La crescita dello scorso anno è principalmente attribuibile alle numerose aziende che hanno sviluppato progetti di tokenizzazione per innovare i processi aziendali. A spiccare è il settore finanziario, dove sempre più attori di spicco a livello internazionale e italiano, come Mediobanca o Crédit Agricole Italia, hanno emesso obbligazioni, NPL o quote di fondi tokenizzati per migliorare l’efficienza dei processi, ridurre i rischi di controparte e accedere a maggiore liquidità.
Decentralized web
Nei progetti Decentralized web la blockchain serve da piattaforma tecnologica per sviluppare servizi innovativi più vicini al paradigma web3, come le applicazioni decentralizzate o i progetti legati ai non-fungible token (NFT). Dopo il forte hype del 2022, il 2023 è stato caratterizzato da progetti più maturi, in cui gli NFT diventano catalizzatori di iniziative più ampie e strategiche per le aziende che decidono di utilizzarli. Possono essere usati come strumenti di customer loyalty a favore del brand di riferimento, come nei casi di Starbucks Odyssey e Uptrip di Lufthansa oppure per creare nuove community online. Shopify sta sperimentando degli e-commerce che consentono ai brand di offrire promozioni, prodotti esclusivi o l’accesso anticipato ai nuovi prodotti esclusivamente ai possessori di determinati NFT.
Le crypto in Italia
Uno sguardo infine al settore delle criptovalute in Italia. Un terzo (32%) dei 3,6 milioni di italiani che dichiarano di possederle attualmente le ha acquistate tramite un exchange di criptovalute e il 17% con un servizio di wallet con acquisto diretto. Il 38% degli italiani preferisce invece esporsi finanziariamente a questi strumenti solo in modo indiretto attraverso servizi di trading tradizionali e app bancarie.
Tra chi possiede crypto-asset, il 37% conserva i propri beni utilizzando servizi di exchange, con Coinbase, Crypto.com e Binance, che rimangono i principali (nel 55% dei casi). In linea con il 2022 invece, il 36% degli utenti utilizza software wallet non-custodial e l’8% hardware wallet. Aumentano gli utenti che detengono criptovalute o token presso servizi di trading finanziari generici o su app bancarie (38%, contro il 23% del 2022), probabilmente anche per via dell’incremento dell’offerta. È più ridotta invece la penetrazione di NFT, giochi play-to-earn e applicazioni DeFi, adottati rispettivamente dall’8%, 8% e 5% degli intervistati.