Digitale in Italia: 2021 anno straordinario, 2022 incerto ma comunque in crescita
“Per il mercato delle tecnologie digitali in Italia il 2021 è stato un anno straordinario, in crescita del 5,3%, per un valore complessivo di oltre 75 miliardi di euro che è il record di tutti i tempi. Il 2022 è un anno molto diverso, dominato dall’incertezza, per il quale comunque stimiamo una crescita superiore a quella del PIL (+3,6% contro +2,8%), anche se sensibilmente inferiore all’exploit del 2021”.
Questi i dati principali del rapporto Assinform “Il digitale in Italia 2022 Volume 1” presentato ieri in Assolombarda a Milano, nelle parole di Giancarlo Capitani, Presidente di Netconsulting Cube, società di ricerca che ha curato la ricerca per conto di Anitec-Assinform.
Il mercato per segmenti: software +8%, servizi ICT +7,6%
Come di consueto il rapporto Assinform approfondisce i trend secondo diverse dimensioni. Cominciando dai segmenti del mercato digitale, i Dispositivi e Sistemi hanno registrato un incremento del 9,1%, per un valore di 21,1 miliardi di euro, trainati principalmente dalle vendite di pc e apparecchi TV. Il segmento Software e Soluzioni ICT è arrivato a 8,1 miliardi con una crescita dell’8%, i Servizi ICT hanno raggiunto i 13,6 miliardi in crescita del 7,6%, grazie alla ripresa degli investimenti nei servizi di System Integration, per effetto dei progetti di digitalizzazione, e a un’ulteriore importante crescita dei servizi di Cloud Computing e Cybersecurity.
Completano il quadro il segmento dei Contenuti Digitali (+8,7%), che ha ripreso a crescere, trainato dal ritorno agli investimenti pubblicitari su piattaforme internet, e i Servizi di Rete TLC (-3,3%), unico segmento in calo, anche se più contenuto di quello del 2020.
Digital enabler, dal Cloud che vale 4,2 miliardi (+24,4%) all’AI che vale 329 milioni (+31,5%)
Assinform come da qualche anno in ambito tecnologico approfondisce poi i mercati “digital enabler”, cioè le tecnologie determinanti per la digitalizzazione di imprese e PA, sui quali domina il Cloud, sia come volume del mercato (4,2 miliardi di euro), sia come tasso di crescita: +24.4%.
Il 2021, si legge nel rapporto, “è stato l’anno della consapevolezza da parte delle aziende – che in molti settori si è tradotta in piani di migrazione e modernizzazione applicativa per portare progressivamente in Cloud gran parte di sistemi e applicazioni – e l’anno della scelta definitiva del Cloud come piattaforma che abiliterà la digitalizzazione della PA, con circa 1 miliardo di euro previsti dal PNRR e la definizione di una strategia Cloud nazionale”.
Anche i mercati Cybersecurity e Big Data, che hanno dimensioni simili tra loro, sono cresciuti in doppia cifra: il primo del 12,6%, per un valore di 1,4 miliardi, il secondo del 15,3% per un valore di 1,3 miliardi.
Mobile business e IoT sono mercati più maturi, con volumi e tassi di crescita più consolidati (rispettivamente 4,7 miliardi e +8,5% il primo, 3,7 miliardi e +9,9% il secondo), mentre l’ambito AI/Cognitive registra la crescita più forte in assoluto tra i “digital enabler” (+31,5%) ma con volumi ancora piuttosto contenuti (329 milioni).
Settori economici, per la prima volta è la PA a fare da traino
Passando alla spesa per settori economici, nel 2021 tutti i settori hanno fatto segnare forti crescite ma l’elemento più interessante è che per la prima volta il ruolo di traino è stato assunto dalla PA (+9,6% la Sanità, +9,4% la PA Centrale e +9% la PA Locale), seguita da Banche (+8,2%), Industria (+7,9%), Assicurazioni (+7,7%) e Distribuzione/Servizi (+7,1%).
“I tassi di crescita nel 2021 e le previsioni di breve periodo confermano che le nostre imprese e le nostre amministrazioni stanno dando continuità ai piani di investimento strategici per il rilancio delle filiere e dei servizi pubblici, e certificano che la digitalizzazione è stata un fattore imprescindibile per la ripresa dell’economia del nostro Paese”, ha detto il presidente di Anitec-Assinform, Marco Gay.
La domanda business quindi è stata il fattore determinante per la crescita del mercato digitale, e questo è confermato dall’incremento di spesa delle grandi imprese (+8,6%), delle medie (+6,3%) e delle piccole (+5,1%), nel confronto con quello della spesa consumer, che si è fermato a +2,3%.
Per quanto riguarda le PMI, “anche nel 2021 l’incremento della spesa delle piccole e medie imprese si è confermato più esiguo della media complessiva del comparto”, si legge nel rapporto, che rimanda a una recente indagine Istat per evidenziare i maggiori ritardi rispetto alle grandi aziende. “A fronte di questa situazione e di uno scenario economico e geopolitico sempre più complesso, l’accesso ai fondi del PNRR rappresenta per le PMI italiane un’opportunità straordinaria di crescita e innovazione: perloro sarà fondamentale poter contare sul supporto di società di consulenza, enti e sistema camerale per riuscire ad accedere ai finanziamenti del PNRR”.
Le prospettive per il 2022 e nel triennio 2023-2025
Infine le prospettive per il 2022 e per i prossimi anni. L’andamento del mercato digitale quest’anno secondo Anitec-Assinform sarà influenzato dalla combinazione di due fattori: l’accesso alle risorse del PNRR destinate ai progetti di digitalizzazione del Paese, e le ripercussioni economiche della guerra in Ucraina, in particolare sull’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Il risultato stimato per ora come anticipato è una crescita del 3,6%, trainata da contenuti e pubblicità digitali (+7,3%), Servizi ICT (+6,4%) e Software e Solutioni ICT (+5,1%), che porterà il volume di mercato a circa 78 miliardi di euro.
Per gli anni seguenti i ricercatori invece ipotizzano una diminuzione degli impatti della crisi internazionale ed energetica, e un ampio impiego delle risorse del PNRR, con crescite in graduale aumento dal 4,2% nel 2023, al 5,7% del 2024, al 6,3% del 2025, quando il mercato digitale in Italia – se queste previsioni si avvereranno – supererà i 91 miliardi di euro.
“Ora stiamo affrontando uno scenario nuovamente mutato a causa del conflitto in Ucraina, di problemi nelle catene di fornitura di alcuni beni, del costo dell’energia e di un’inflazione crescente. Per bilanciare tali dinamiche e per fare avanzare la transizione digitale dell’economia sarà pertanto fondamentale l’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR”, ha detto Gay.
“Il motore più potente di crescita sarà il PNRR, il cui impatto sarà più diluito nel tempo rispetto alle prime previsioni, a causa di difficoltà burocratiche maggiori del previsto, per esempio nell’accesso ai fondi e nelle rendicontazioni”, ha detto Capitani. “In conclusione la vera sfida di sistema, che coinvolge tutti, è trasformare in progetti concreti le grandi risorse messe a disposizione dal PNRR nonostante l’allarmante carenza di competenze digitali”.
Colao: servizi pubblici e competenze i nodi cruciali per la digitalizzazione
Una sfida su cui il Ministro per l’Innovazione e la Transizione Digitale Vittorio Colao, intervenuto alla presentazione del Rapporto Assinform in collegamento da Bruxelles, si è detto molto ottimista: “Sul PNRR stiamo rispettando i tempi stabiliti, è confermato che abbiamo centrato i 45 traguardi del primo semestre 2022 per i quali abbiamo richiesto i 24 miliardi previsti. In particolare siamo molto soddisfatti per l’ambito digitale, abbiamo assegnato tutti i bandi della strategia per la banda ultra larga, grazie al partenariato tra stato e privati, e anche la gara per il polo cloud nazionale, uno degli ambiti più cruciali”.
Il paese, continua Colao, sta reagendo molto bene a questa disponibilità di fondi PNRR: ora due dei nodi cruciali della digitalizzazione sono i servizi pubblici e le competenze. “Nel primo ambito abbiamo registrato un miglioramento enorme da gennaio 2021 a oggi, abbiamo performance raddoppiate o triplicate su tutti i KPI tra cui pagamenti e accessi. Sulla formazione delle competenze digitali i ministri competenti stanno lavorando al raddoppio dei PhD e dei laureati in materie STEM: grazie ai fondi europei possiamo sfornare molte più competenze, e vogliamo dare più peso ai profili più richiesti”.
Riassumendo, ha concluso il ministro, il trend è positivo ma va rinforzato su PMI e competenze: “Il PNRR ci sta aiutando, il partenariato pubblico-privato è fondamentale, aiutiamoci a vicenda a convincere i ragazzi a studiare il digitale”.