Nel 2023 il mercato digitale italiano ha registrato una crescita del 2,1%, raggiungendo il valore complessivo di 78,7 miliardi di euro. È il dato di sintesi del consueto rapporto annuale di Anitec-Assinform, presentato ieri, che indica una crescita più che doppia rispetto al PIL (+0,9%), e una tenuta sostanziale rispetto al 2022 (+2,4%).

Tendenze che gli analisti di Anitec-Assinform attribuiscono all’avanzamento dei progetti del PNRR e ai crediti di imposta 4.0 e 5.0, nonché alla diffusione di progetti sulle principali tecnologie abilitanti del digitale, ossia Cloud, Mobile, IoT, Cybersecurity, Big Data e AI/Cognitive Computing.

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Fattori positivi che continueranno a dispiegare i i loro effetti anche quest’anno e almeno per i prossimi tre: “Con una progressione pressoché unica”, commenta Massimo Del Checco, presidente di Anitec-Assinform da poche settimane (nella foto), “l’ICT è diventata protagonista dell’economia italiana: siamo oggi un comparto che crea valore per tutti”.

Scendendo più in dettaglio i dati indicano stati di salute diversi nei vari comparti: molto bene i Servizi ICT (+9% a 16,2 miliardi di euro), soprattutto grazie al traino dei servizi di cloud computing, di cybersecurity e ai servizi professionali e di integrazione, in particolare in ambito AI.

Bene Software e Soluzioni ICT (+5,8% a 9,1 miliardi) e Contenuti e Pubblicità Digitali (+5,5% a 15,2 miliardi), male l’hardware (Dispositivi e Sistemi, -4,8% a 19,7 miliardi) – affossato soprattutto dai cali di personal computer, tablet e apparecchi TV – nell’attesa di una ripresa trainata dagli AI PC.

Mentre i Servizi di Rete TLC sono tornati a una crescita minima (+0,2% a 18,1 miliardi) dopo anni di flessioni, grazie al graduale aumento della tariffa media (Arpu) e ai contenuti digitali.

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I tassi più alti di crescita (molti dei quali in doppia cifra) sono messi a segno ovviamente dalle componenti tecnologiche più innovative, che il rapporto definisce Digital Enabler e Transformer, alcune delle quali sono ormai veri e propri comparti consolidati. A cominciare dal Cloud, che ormai vale 6,3 miliardi di euro e nel 2023 ha sfiorato il 20% di crescita, seguito da Mobile (5,3 miliardi, +4,5%), e IoT (4,4 miliardi, +9,3%).

Di dimensioni simili ed entrambi in crescita a due cifre sono poi i comparti Cybersecurity (+12,4% a 1,8 miliardi di euro) e Big Data Management (+13,2% e 1,7 miliardi di euro), mentre il tasso di incremento più alto è ovviamente dell’Intelligenza Artificiale (+31,1% a 674 milioni, nel grafico 4 i principali utilizzi nelle imprese italiane).

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Per quanto riguarda le aziende utenti, si conferma per l’ennesima volta il fatto che la spesa e la crescita della spesa sono più alte man mano che le dimensioni aumentano. Le grandi imprese (250+ addetti) nel 2023 hanno speso 30,2 miliardi di euro (+5,4%), le medie imprese (50-249 addetti) 8,8 miliardi di euro (+4%), le piccole (1-49 addetti) 9,8 miliardi di euro (+2,9%).

Come accennato, anche nei prossimi anni si prevede un andamento ampiamente positivo per il mercato digitale, favorito dal PNRR e dalla diffusione di Digital Enabler e Transformation. Nel 2024 la crescita prevista da Anitec-Assinform è del 3,3%, e per gli anni successivi fino al 2027 sarà oltre il 4% annuo.

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Per quanto riguarda specificamente il PNRR, l’impatto sul mercato digitale nel 2024 sarà di 2,1 miliardi su un totale di 81,2, mentre raggiungerà il suo massimo nel 2025, con 2,7 miliardi su un totale di 84,5 miliardi, con ulteriori effetti positivi fino al 2027.

“Il mercato digitale italiano è in salute”, ha detto Del Checco alla presentazione del rapporto. “I progetti digitali degli enti pubblici sono stati trainati dal PNRR, e le imprese private hanno fatto investimenti importanti, non era scontato: chi ha investito in digitale si è dimostrato più resistente alle difficoltà, e infatti l’export italiano ha avuto una forte crescita”.

“Il nostro compito come associazione è fare consapevolezza tra chi non ha investito, soprattutto le PMI: un grande aiuto può venire dalle grandi imprese nella gestione della loro filiera, e soprattutto dalle politiche industriali”.

A questo proposito, continua Del Checco, “L’attenzione del governo per il nostro settore è molto forte, abbiamo visto le iniziative per l’AI, l’ACN, il piano Transizione 5.0, ci sono tante azioni di diversi ministeri e sta anche a noi contribuire al loro coordinamento, e favorirne altre su priorità fondamentali come la formazione di competenze digitali, la semplificazione dei meccanismi per usufruire degli incentivi, e la consapevolezza sui potenziali rischi e benefici nei campi della cybersecurity e dell’intelligenza artificiale”.