La filiera dell’e-commerce e del digital retail si conferma come un comparto fondamentale per la crescita dell’economia italiana. Ha superato come fatturato complessivo i 70 miliardi di euro, e pesa ormai per oltre il 40% della crescita di fatturato totale delle imprese private. Inoltre è al primo posto tra 99 attività economiche italiane per crescita dell’incidenza sul fatturato totale delle imprese private, essendo salito dall’1,2% al 2,1% tra il 2016 e il 2020.

Sono le principali conclusioni della seconda edizione dello studio “Il ruolo e il contributo dell’e-commerce e del digital retail alla crescita dell’Italia” di Netcomm in collaborazione con The European House-Ambrosetti, presentato due giorni fa a Roma.

grafico Netcomm filiera e-commerce 2023Lo studio, come vedremo nel dettaglio più avanti e come spiega lo schema a fianco, definisce la filiera (o rete del valore) dell’e-commerce e digital retail in Italia come l’insieme degli operatori che vendono online e che offrono servizi a supporto di tali vendite (principalmente logistica e sistemi di pagamento).

I ricercatori di Netcomm e Ambrosetti stimano che nel 2021 la crescita della filiera e-commerce sia stata del 4,4% rispetto al 2020, attestandosi a quasi 71 miliardi di euro di fatturato complessivo a livello nazionale, quasi il doppio (+95%) del 2016.

Inoltre il moltiplicatore economico della filiera e-commerce e digital retail in Italia è 2,48: questo significa che per ogni 100 euro investiti in questa filiera se ne generano ulteriori 148 nel resto dell’economia. Inoltre per ogni 100 unità di lavoro generate in modo diretto dalle attività dell’e-commerce e del digital retail, si attivano ulteriori 141 unità di lavoro.

“Alla luce di questo studio non possiamo che decretare una volta per tutte la fine della concezione di e-commerce come un semplice ‘trend’. Parliamo di una filiera concreta e tangibile che fa crescere la nostra economia più di di tutte le altre attività economiche prese in considerazione e che riguarda 723 mila imprese”, commenta in un comunicato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia.

“Il commercio digitale e la sua filiera si configurano – e si configureranno sempre di più – come un ecosistema in cui canale tradizionale e digitale coesistono e collaborano in un orizzonte strategico di crescita e con ramificazioni e interrelazioni cross-settoriali”.

“L’indagine condotta presso le imprese italiane indica che l’e-commerce è riconosciuto come un canale prioritario per la crescita del business, con investimenti crescenti che verranno indirizzati sul digital marketing e sull’export digitale. Questo settore è una grande opportunità per l’internazionalizzazione delle produzioni del Made in Italy e per la creazione di valore per l’Italia”, aggiunge Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence di The European House-Ambrosetti.

e.commerce netcomm ambrosetti grafico 2 cwi

Imprese su tutto il territorio nazionale, ma metà del fatturato proviene dal Nord-Ovest

A livello geografico, le imprese della filiera e-commerce e digital retail sono equamente distribuite sul territorio italiano, ma metà del fatturato proviene dal Nord-Ovest (51,1%, con un importante contributo della Lombardia). Tra i sotto-settori, la logistica ha un ruolo di traino, grazie alla forte ripresa durante la pandemia, con crescita media annua (CAGR) del 13,7% in termini di fatturato.

Come accennato, i ricercatori articolano la rete del valore dell’e-commerce e dei digital retail in due macro-aggregati: vendite online e servizi a supporto. Le vendite online oltre ai marketplace e digital retailer comprende piattaforme pubblicitarie, servizi per la presenza web e di customer care. I servizi a supporto delle attività di e-commerce comprendono logistica, sistemi di pagamento, attività di packaging e di riciclo del packaging.

Il segmento delle vendite online in Italia nel 2020 ha fatturato quasi 41 miliardi di euro (CAGR 2016-2020: 13,1%); vi operano 673mila imprese, che sono distribuite in tutta Italia, con una lieve prevalenza nel Nord-Ovest (28%) e nel Centro Italia (27%), e danno lavoro a 175mila persone. Il 57% del fatturato delle vendite online si concentra nel Nord-Ovest, in particolare in Lombardia.

Il segmento dei servizi a supporto in Italia al 2020 ha fatturato 27 miliardi (CAGR 2016-2020: 13,6%). È composto da circa 50mila imprese, che sono localizzate in tutto il Paese, con lieve prevalenza nel Mezzogiorno (34%) e Nord-Ovest (26%), e impiegano circa 203mila persone. Circa la metà (43%) del fatturato si concentra nel Nord-Ovest, con leadership della Lombardia.

Priorità di investimento: digital marketing e miglioramento della user experience

Da una survey tra le aziende associate a Netcomm e appartenenti al network di The European House–Ambrosetti è emerso come la vendita online permette di avere un rapporto diretto con la clientela (per un quarto dei rispondenti attivi nel canale B2B e per il 22% attivo nel canale B2C) e di offrire un’esperienza più completa e soddisfacente (soprattutto in chiave multicanale nel segmento B2C). Per 1 operatore su 5 l’ingresso nel canale online ha permesso di ridurre i costi di gestione dell’ordine, e solo per una minima parte dei rispondenti (10% nel B2B, 6,4% nel B2C) ha implicato un ridimensionamento della rete fisica retail, a conferma della convivenza e del mutuo supporto tra segmento online e offline.

Passando agli investimenti futuri, le imprese coinvolte nella survey mettono al primo posto il digital marketing, prima voce sia per il canale B2B (38,5% del panel) sia per il canale B2C (23,9% del panel). Seguono gli investimenti per il miglioramento della user experience, in particolare il sito di e-commerce (23,1% del panel B2B, 22,9% per il B2C). Al terzo posto l’incremento della presenza su marketplace per il B2B (15,4%), e per le imprese B2C l’incremento del team dedicato al canale e-commerce (22,2%).

Infine Netcomm e The European House-Ambrosetti suggeriscono 3 ambiti d’intervento per sostenere lo sviluppo della filiera dell’e-commerce in Italia: destinare parte dei fondi del PNRR agli investimenti tecnologici delle imprese dell’industria del commercio; prevedere finanziamenti per la formazione di risorse per il settore; e incoraggiare accordi con i principali marketplace ed e-Tailer internazionali B2C e B2B per la promozione delle produzioni del “Made in Italy”.