Innovazione: Italia 24esima al mondo, Corea del Sud prima
Bloomberg ha rilasciato nelle scorse ore la nuova edizione del suo Innovation Index, una classifica a livello mondiale che elenca i Paesi che fanno più innovazione secondo diversi parametri. La classifica tiene infatti conto di variabili come la quantità di imprese tecnologiche e di ricercatori presenti sul territorio, il numero dei brevetti depositati, la presenza di industria manifatturiera ad alto valore aggiunto, l’efficienza del settore terziario e il rapporto fra PIL e investimenti in ricerca e sviluppo.
In questa nuova edizione, che ha interessato i 78 Paesi dei quali Bloomberg è riuscita a raccogliere i dati relativi a tutti questi parametri, l’Italia si è posizionata al 24esimo posto, guadagnando due posizioni rispetto all’edizione precedente.
Il Paese che ha dominato la classifica, così come lo scorso anno, è ancora una volta la Corea del Sud, seguita però da un quartetto tutto europeo composto da Svezia, Germania, Svizzera e Finlandia che è riuscito a superare Paesi tradizionalmente più tecnologico come Singapore e Giappone (sesto e settimo posto), mentre per trovare gli Stati Uniti bisogna scendere alla nona posizione.
Interessante poi osservare i singoli parametri relativi al nostro Paese. L’italia risulta infatti al 18esimo posto come rapporto fra numero di abitanti e aziende hi-tech, al 20esimo per la manifattura a valore aggiunto, al 25esimo per gli investimenti in r&d e al 29esimo per la produttività.
Gli indici che ci vedono più indietro sono però quelli relativi al numero di ricercatori (36 esimo posto), alla quantità di brevetti registrati e all’efficienza del terziario (entrambi al 37esimo posto). Stupisce invece lo scivolone della Russia, che in un anno è passata dal dodicesimo al 26esimo posto, principalmente a causa delle sanzioni economiche e del calo nelle esportazioni di gas e petrolio.
Un parametro che sta diventando sempre più importante per tastare il polso dell’innovazione tecnologica di un Paese, ma che l’Innovation Index di Bloomberg non considera ancora, è invece il numero delle startup. Un sinonimo di vivacità e di predisposizione all’innovazione che speriamo di trovare nell’edizione del prossimo anno, anche se, considerando come sempre più spesso la nazionalità di una startup non corrisponda alla sua residenza, non sarà facile effettuare un simile conteggio.