Mercato Cloud in Italia, record di crescita grazie all’AI: +24%
Il mercato del Cloud in Italia nel 2024 farà segnare la crescita più alta degli ultimi sei anni, un +24% che porterà il valore complessivo a 6,8 miliardi di euro.
La componente Public & Hybrid Cloud è la più grande (4,8 miliardi), e anche quella che cresce di più (30%), mentre la spesa in Virtual & Hosted Private Cloud, cioè in servizi infrastrutturali da hardware dedicato presso fornitori esterni, raggiunge 1,14 miliardi di euro (+10%), e quella in Data Center Automation, cioè in modernizzazione di infrastrutture on-premise, cresce del 9% salendo a 817 milioni di euro.
Sono i principali dati del nuovo report dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, presentato pochi giorni fa e giunto alla quattordicesima edizione.
I ricercatori del Polimi indicano i progetti di intelligenza artificiale delle imprese italiane come principale fattore di crescita del mercato Cloud italiano. “Il Cloud è destinato nei prossimi anni a crescere ulteriormente per effetto innanzitutto dello sviluppo dell’Artificial Intelligence, a cui è doppiamente legato”, dichiara in un comunicato Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.
“Da un lato infatti il Cloud “abilita” l’AI in quanto rappresenta la piattaforma di gran lunga prevalente su cui essa viene sperimentata, sviluppata e implementata dalle aziende più mature. Dall’altro lato l’AI consente un’evoluzione nella gestione del Cloud, fornendo strumenti preziosi per gestire la complessità della governance di un sistema Cloud evoluto”.
In forte aumento i servizi di computazione
Scomponendo la componente Public & Hybrid Cloud in Iaas, PaaS e SaaS, lo IaaS (Infrastucture-as-a-service) ha toccato il valore di 2,1 miliardi di euro (+42% sul 2023), posizionandosi per la prima volta come componente principale nel mix complessivo (44%), grazie soprattutto ai servizi infrastrutturali di computazione. Emerge infatti un forte incremento nell’uso delle Virtual Machine per ambienti di sviluppo, test e produzione, perché le aziende italiane scelgono il cloud come infrastruttura su cui sperimentare e poi costruire le proprie applicazioni, soprattutto le più innovative come appunto quelle di AI.
Cresce bene (+23%, per un totale di 845 milioni) anche il Platform as Service (PaaS), spinto dall’uso di componenti di IA come gli LLM messi a disposizione tramite API. Crescita superiore alla media anche per la spesa in Serverless Computing per una maggiore efficienza nella gestione dei sistemi informativi.
Infine il SaaS (Software-as-a-service), che raggiunge un valore di 1,8 miliardi crescendo del 21% anche qui grazie alla domanda di accesso a tecnologie di IA, sia in termini di acquisto di software pronti all’uso, sia di integrazione di funzionalità di IA nelle piattaforme di gestione documentale e collaboration.
Grandi imprese, solo il 2% punta sulla “repatriation”
Come gli scorsi anni poi l’Osservatorio ha approfondito anche le dinamiche della domanda di servizi Cloud sia nelle grandi imprese sia nelle PMI italiane.
Per quanto riguarda le grandi imprese, l’84% ha migrato in Cloud la totalità dei dati critici legati alle attività di core business (32%) o almeno una parte di essi (52%). Il fenomeno “repatriation” – cioè il ri-trasferimento di dati e applicazioni dal cloud pubblico a sistemi on-premise o privati – risulta limitato al 2% del campione, e quindi esce da questo report fortemente ridimensionato.
“Le esperienze acquisite dalle aziende italiane hanno portato a una crescente consapevolezza e maturità nell’adozione del Cloud, sia per lo sviluppo di nuovi servizi digitali che per la migrazione degli applicativi legacy”, dichiara in un comunicato Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio.
“Il paradigma Cloud Native è sempre più diffuso. Scelte affrettate fatte in passato vengono riviste e corrette attraverso refactoring architetturali e, in casi limitati, anche con la ripatriation di alcuni servizi. Osserviamo un percorso di trasformazione ben avviato, ma non certamente concluso. Da una parte ci sono strategie di migrazione del parco applicativo da portare a termine, dall’altra la continua evoluzione dei servizi offerti dai Cloud Provider, in particolare l’espansione delle soluzioni SaaS e di intelligenza artificiale, richiede una continua rivalutazione di scelte e strategie”.
Il 58% è in difficoltà sul controllo della spesa in servizi cloud
A proposito di strategie, la gestione finanziaria del cloud è diventata per le grandi aziende la criticità più importante su cui lavorare. Il 58% ammette di riscontrare difficoltà nel controllare e governare la spesa dei servizi. Le altre principali criticità nella gestione del cloud sono la carenza di competenze (il 54% dichiara di non disporre di skill adeguate) e la gestione della sicurezza (43%).
Come anticipato invece il trend tecnologico nettamente prevalente è il cloud a supporto dell’intelligenza artificiale (e viceversa). Dall’indagine sulle grandi imprese italiane infatti emerge che il 74% dispone di applicativi in SaaS integrati con funzionalità di AI, il 61% per lo sviluppo dei propri sistemi di AI sceglie modelli fruibili in cloud di operatori specializzati come OpenAI, oppure messi a disposizione dai propri Cloud provider, e l’87% delle soluzioni con funzionalità di AI sviluppate nel 2024 sfrutta modelli di servizio in cloud.
Infine un accenno alle piccole e medie imprese (PMI) italiane, che risultano meno sensibili per ora alle attrattive dell’IA generativa. Tra loro il tasso di adozione del Cloud rimane stabile (67%) rispetto al 2023, ma si estende il suo utilizzo: nel 2024 infatti la spesa in Public e Hybrid Cloud delle PMI risulta in crescita del 21% salendo a un valore di 581 milioni di euro.