Mercato PC: ancora crisi nera nel terzo trimestre 2016

mercato pc
Con quello del terzo trimestre 2016 sono otto i cali trimestrali consecutivi del mercato PC, un record negativo dal quale non sembra per ora esserci una via di uscita.

Gartner ha reso note le stime sul mercato globale dei PC (desktop, notebook, ultramobile) riferite al terzo trimestre 2016, chiusosi a fine settembre. In questi tre mesi le spedizioni di PC hanno toccato quota 68,9 milioni di pezzi, in calo del 5,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Si tratta tra l’altro dell’ottavo trimestre consecutivo in calo, ovvero il periodo negativo più lungo nella storia dell’industria dei PC. Gartner attribuisce questo risultato alla modesta domanda di PC nel periodo back-to-school, al periodo di vita sempre più lungo di un PC e allo scarso interesse verso questi prodotti mostrato dall’utenza consumer, soprattutto nei mercati emergenti.

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A livello di produttori il terzo trimestre 2016 vede i primi sei brand occupare il 76% dell’intero mercato, con Lenovo stabile in prima posizione (20,9%) seguito da HP (20,4%), Dell (14,7%), Asus (7,8%), Apple (7,2%) e Acer (6,7%). Questi ultimi due sono gli unici ad aver perso quote di mercato rispetto a un anno fa, anche se il calo più consistente in termini di pezzi venduti è di Acer con -14,1% anno su anno (-13,4% invece per Apple).

Per quanto riguarda invece le spedizioni in area EMEA, il trimestre preso in esame ha visto un totale di 19,2 milioni di PC (-3,3% anno su anno), un calo dovuto soprattutto alla debole domanda nell’Europa dell’est, nel Medio Oriente e in Africa, mentre la Brexit non ha per ora portato conseguenze particolari al mercato PC britannico, sebbene i prezzi in sterline siano dati in aumento tra la fine dell’anno e l’inizio del 2017.

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Mercato ICT italiano: il primo semestre cresce più del previsto

mercato ICT italiano
Nei primi sei mesi del 2016 il mercato digitale italiano ha toccato i 31.953 milioni di euro, crescendo del 1,2% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Il rallentamento del quadro macroeconomico non intacca le potenzialità di ripresa della digitalizzazione del Paese. Nei primi sei mesi del 2016 il mercato digitale italiano (informatica, telecomunicazioni e contenuti) è infatti cresciuto dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente fino a toccare i 31.953 milioni di euro, lasciando intravedere una crescita per l’intero 2016 dell’1,3% a 65.759 milioni di euro a fronte di una crescita 2015 dell’1% e di cali continui negli anni precedenti.

E se si scorpora dal mercato la pur importante componente dei servizi di rete di telecomunicazione, il confronto diventa ancora più incoraggiante, con una crescita del 3,2% nel primo semestre del 2016 contro il 2,5% del primo semestre dell’anno scorso. Queste le principali evidenze numeriche dell’andamento del mercato ICT in Italia per i primi sei mesi del 2016 secondo le rilevazioni di Assinform condotte in collaborazione con NetConsulting Cube.

“Per recuperare i ritardi accumulati negli scorsi anni servirebbero dinamiche più sostenute, ma i segnali sono comunque buoni sia per il segno più che per il secondo anno accompagna i trend complessivi, sia e soprattutto perché è sempre più evidente un mutamento della domanda che spinge le componenti più legate all’innovazione di processi, servizi, prodotti“ ha commentato Agostino Santoni, Presidente di Assinform.

i dati indicano che alla crescita hanno concorso un po’ tutti i comparti

E infatti, mentre la progressione dei contenuti e della pubblicità digitale (+ 9%) compensa il calo dei servizi di rete (-2,2%), crescono i servizi ICT (+2%, spinti dal cloud) e ancora di più il software e le soluzioni (4,8%, grazie anche all’IOT). Se poi si attraversano i diversi comparti per pesare le dinamiche delle componenti più innovative (digital enabler), si nota come il cloud cresca a tassi attorno al 20%, l’IoT al 15%, il mobile business al 13/14% e le soluzioni per la sicurezza al 5%.

Già a un primo livello di disaggregazione i dati indicano che alla crescita hanno concorso un po’ tutti i comparti, tranne, come detto, i servizi di rete: servizi ICT a 5.198,5 milioni di euro (+ 2%), software e soluzioni ICT a 2.863 milioni (+4,8%), dispositivi e sistemi a 8.355 milioni (+1%), contenuti digitali e Digital Advertising a 3.816 milioni (+9%). Nell’ambito dei singoli comparti gli andamenti dei diversi segmenti hanno una volta di più confermato il rallentamento di quelli più tradizionali e il dinamismo di quelli più legati alla trasformazione digitale dei modelli produttivi e di servizio.

Il mercato dei dispositivi ha comunque dato segno di tenuta, grazie alle componenti più marcatamente infrastrutturali e agli smartphone (1.570 milioni, + 9,8%), che oramai sono nelle mani del 65% degli italiani e che nel semestre in esame hanno generato un traffico dati su rete mobile in crescita del 52,7%. È calata la componente PC (-8% in volumi) ma non nella fascia dei PC server, che anzi sono cresciuti, sempre in volumi, del 10,3%, a riprova della trasformazione in atto nelle aziende e del continuo potenziamento dei data center.

i servizi ICT sono secondi solo ai servizi di rete per peso sul mercato digitale complessivo

A livello software è cresciuto il software applicativo (2.034 milioni, +7,1%), mentre le soluzioni tradizionali (-0,2% a 1.060 milioni) sono risultate sostanzialmente stabili. Hanno frenato il software di sistema (-0,4% a 246 milioni) e anche il middleware (583 milioni, -03% contro il +2,6% dei primi 6 mesi dell’anno scorso), ma non per carenza di domanda, quanto piuttosto per la migrazione di buona parte di essa negli ambiti del cloud e dell’outsourcing infrastrutturale.

Una nota molto incoraggiante viene dai servizi ICT, secondi solo ai servizi di rete per peso sul mercato digitale complessivo. La crescita rilevata, del 2% a 5.198,5 milioni, si contrappone non solo alla staticità dello scorso anno (+0,3%), ma anche ai cali continui degli anni precedenti e rivela tutta la consistenza dei nuovi e più evoluti trend di spesa.

Il comparto è infatti trainato dai servizi di data center e cloud computing (+18,8% a 1.074,8 milioni) che compensano la staticità dei servizi di assistenza tecnica (339 milioni) e l’andamento in moderato calo di tutti gli altri segmenti (outsourcing -1,7%, formazione -2,5%, consulenza -1,2%, sviluppo applicativo e systems integration -1,9%), più esposti sui fronti dell’ICT tradizionale ma comunque coinvolti nella trasformazione in atto.

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