Lenovo cresce diversificando le attività: il contributo dell’Italia
Lenovo sta continuando la sua trasformazione da produttore di PC, ampliando il suo campo d’azione ad ambiti come gli smart device, il Data Center, la Internet of Things e l’Intelligenza Artificiale, come dimostrano i i risultati finanziari per il quarto trimestre e per l’anno fiscale 2017/18,che si è concluso il 31 marzo.
Sull’anno fiscale, l’azienda ha visto crescere i ricavi del 5% su base annua fino a 45,3 miliardi di dollari, aumentando i risultati operativi da 96 a 193 milioni di dollari. L’anno si è comunque chiuso in perdita di 189 milioni di dollari, a causa di uno storno una-tantum di $ 400 milioni non-cash per imposte differite nel terzo trimestre 2017/18.
L’azienda ha anche unificato le divisioni PCSD (Personal Computer & Smart Devices) e Mobile Business Group nella nuova “Intelligent Devices Group”. In un periodo di stagnazione del mercato PC, il gruppo PCSD ha comunque registrato una crescita del 16% del fatturato. I dispositivi mobile vanno forte in America Latina, dove crescono del 40% a volume (20 volte più del settore) e in America del Nord (+57%). Il Data Center Group ha visto crescere i suoi ricavi del 44%, la crescita maggiore dai tempi dell’acquisizione della divisione SystemX da IBM. In questo settore, la crescita maggiore è attribuita alle infrastrutture Software Defined (+130% dei ricavi anno su anno).
Abbiamo chiesto a Emanuele Baldi, Country Leader, Lenovo Italy, Israel, e ad Alessandro de Bartolo, Country General Manager Lenovo Data Center Group Italy di commentare i risultati, inserendo le prestazioni della filiale italiana nella prospettiva del gruppo.
Come ha contribuito l’Italia ai risultati del gruppo? È in linea o ci sono settori che si differenziano dall’andamento complessivo?
Emanuele Baldi: L’area EMEA – compresa l’Italia che ha dato il suo valido contributo – sono stati in realtà il traino dei positivi risultati finanziari sia del trimestre, sia dell’intero anno fiscale. Un contributo importante deriva dalla strategia della divisione PCSD (Personal Computing e Smart Devices), che è stato quello di modificare via via il mix di offerta consumer e professionale, andando sul mercato in modo innovativo, spostandosi dai fattori di forma tradizionali (i laptop di tipo “clamshell”), a quelli più innovativi e che sono in crescita come fatturato: i cosiddetti “Thin & Light” o “ultraslim”, i convertibili come lo Yoga, i 2-in-1 detachable come i Miix ecc. Inoltre abbiamo cambiato l’organizzazione nei confronti del canale, sia in ambito Data Center Group – con una maggiore specializzazione della squadra che segue lo SMB -, sia in ambito PC, dove abbiamo appena concluso un roadshow per dare maggiori competenze e servizi ai nostri Partner per crescere insieme a loro.
Quali categorie di prodotto sono andate meglio nella divisione PCSD?
E.B.: Parlando della divisione PCSD, è importante contestualizzare l’area che noi definiamo Commercial, che tratta i prodotti professionali, e l’area Consumer. In generale hanno dato migliori risultati tutti i device con i nuovi fattori di forma, come convertibili, 2-in-1 e ultraslim, un mercato in cui Lenovo è leader e ha portato molta innovazione. Sono prodotti performanti ma allo stesso tempo eleganti e leggeri. Nel mondo professionale la punta di diamante è rappresentata dalla ormai leggendaria linea ThinkPad, che lo scorso anno ha celebrato il venticinquesimo anniversario e che, costantemente aggiornata e arricchita, rimane la linea aziendale “ammiraglia” di Lenovo. Per quanto riguarda le linee Consumer, la scelta strategica di puntare sui convertibili come gli Yoga, sui 2-in-1 come i Miix, e sugli ultrasottili, come gli IdeaPad contrassegnati da un “s” dopo il numero dei modelli (es. IdeaPad 320s) sta incontrando ottime risposte dal mercato.
Quali prodotti e tecnologie sono andate meglio per il Data Center Group?
Alessandro de Bartolo: L’anno fiscale che si è appena concluso ha visto, per la divisione DCG, il lancio delle linee ThinkSystem e ThinkAgile che rappresentano una soluzione completa per i Data Center. Fenomeni quali l’iperconvergenza, l’incentivazione dell’Industry 4.0 e l’adeguamento delle aziende alle normative GDPR, hanno rappresentato un importante stimolo alla crescita della divisione DCG, che nell’ultimo trimestre fiscale ha addirittura registrato un balzo in avanti del +44% rispetto al corrispondente periodo del precedente esercizio fiscale.
In generale questi ottimi risultati derivano dalla focalizzazione del business sia in termini strutturali che organizzativi. Possiamo fare leva sulle nostre capacità di produzione personalizzate in funzione delle esigenze dei clienti, e su un approccio aperto e legacy-free, che offre ai clienti flessibilità e libertà di scelta. Con Lenovo, i clienti possono scegliere la soluzione che li avvantaggia di più ad esempio, a livello di infrastruttura, perseguire le strategie di cloud ibrido con ThinkSystem e in particolare ThinkAgile, le soluzioni hardware-software integrate con i nostri partner ISV (DataCore, Microsoft, Nutanix, VMWare, eccetera).
In ambito High Perfomance Computing, poi, siamo i numeri due al mondo come numero di sistemi di supercalcolo installati a livello mondiale. Altro aspetto importante, oltre ai prodotti e alle soluzioni, sono i servizi che in un mercato maturo come quello dei server su piattaforma x86, consente una relazione più duratura con il cliente rispetto alla semplice acquisizione della struttura. Anche in Italia, in termini qualitativi, siamo allineati a queste dinamiche.
Cosa ci si aspetta dalla fusione di MBG e PCSD in IDG a livello locale?
E.B.: A livello italiano, la creazione della divisione IDG (Intelligent Devices Group) non cambierà sostanzialmente il modo in cui Lenovo si approccia al mercato. La scelta di accorpare le divisioni PCSD e MBG (Mobile Business Group) a livello centrale risponde all’esigenza strategica di guidare la crescita di Lenovo su tutto il portfolio di dispositivi smart di tipo “client”. In quest’ottica ha senso creare una singola struttura che ci consente di ottimizzare la convergenza fra le tecnologie di elaborazione e di comunicazione, in modo da sviluppare prodotti sempre più efficaci nel “far parlare tra loro” dispositivi, applicazioni, contenuti e gli utenti stessi.
Perché in Europa MBG non è andato bene come nelle Americhe?
E.B.: Nelle Americhe, soprattutto in America Latina, la prestazione di Motorola è stata importante, grazie a una presenza storica del brand anche negli anni di passaggio (tra Google, prima, e Lenovo, poi). D’altro canto abbiamo ancora margini di miglioramento negli altri mercati, dove la competizione è significativamente più forte e le quote di mercato sono meno facili da attaccare. Motorola è un brand storico con un portato importante e questo, unitamente a una strategia innovativa basata sull’offerta completa e modulare – specie per la linea moto Z con i moto mods -, ci fa guardare avanti con ottimismo.