Yahoo! sempre più in difficoltà

Yahoo! sempre più in difficoltà
Licenziamenti corposi, chiusura di uffici esterni e un piano di risanamento e rilancio all’orizzonte. Ecco come Yahoo! risponde ai risultati dell’ultima trimestrale.

L’avevamo già accennato ieri in riferimento al valore sul mercato raggiunto da Alphabet, ma oggi sono emersi i primi dettagli del piano di risanamento che si appresta ad attuare Yahoo!, sempre più in difficoltà anche sotto la conduzione di Marissa Mayer. Il gigante del web, entro la fine del primo trimestre 2016, ridurrà infatti la propria forza lavoro di 1.700 unità (il 15% del totale) unità e chiuderà gli uffici esteri di Milano, Dubai, Città del Messico, Buenos Aires e Madrid.

L’annuncio è arrivato dopo la presentazione di conti trimestrali piuttosto deludenti, con un fatturato di 1,27 miliardi e un utile di 63 milioni di dollari. Sull’intero 2015 anno Yahoo! ha registrato un fatturato di 4,97 miliardi e una perdita netta di 4,36 miliardi, rispetto ai 4,62 miliardi di fatturato e all’utile netto di 7,52 miliardi del 2014.

Nonostante ciò la Mayer ha dichiarato che l’azienda è ora molto più forte e moderna rispetto a tre anni e mezzo fa e, per il futuro, Yahoo! si appresta a vendere alcune sue parti per ricavarne circa un miliardo di dollari e a puntare a un risparmio di 400 milioni di dollari (ecco spiegato il corposo licenziamento).

Nei piani strategici individuati dalla Mayer, oltre a un maggior impegno sul mobile dove in effetti Yahoo! è poco presente, ci sono soprattutto ricerca, mail, Tumblr, news, sport e finanza, con lo scopo di far crescere Yahoo! in mercati importanti come mercati come gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, Hong Kong e Taiwan.

Di fronte a questi piani alcuni esperti del settore hanno voluto vedere anche una possibile vendita in blocco di Yahoo a un’altra compagnia. Ne hanno scritto ad esempio Recode e Techcrunch, secondo i quali questo nuovo piano strategico voluto dalla Mayer non servirebbe tanto a rilanciare l’azienda in un momento difficile, bensì a renderla più attraente per un possibile compratore.

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Alphabet (ex Google) sorpassa Apple in borsa: vale 533 miliardi

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Alphabet, la holding che controlla Google, ha raggiunto una capitalizzazione sul mercato maggiore di quella di Apple.

La New Economy ha battuto la Old Economy o, in altre parole, Silicon Valley ha battuto il petrolio. Si potrebbe sintetizzare così il nuovo traguardo tagliato ieri da Alphabet, la holding che controlla Google istituita lo scorso agosto che ha raggiunto una capitalizzazione sul mercato di 533,20 miliardi di dollari, superando l’ex numero uno Apple che scende così al secondo posto nella classifica delle società di maggior valore con 532,72 miliardi di dollari.

Un risultato che ha permesso al titolo di Alphabet di balzare in avanti del 8% a Wall Street e che contribuisce a fare della Silicon Valley il polo in assoluto più “ricco” e importante al mondo. Oltre infatti ai primi due posti occupati da Alphabet e Apple, in terza posizione troviamo Microsoft e al quarto posto Facebook (323 miliardi), che scalza ExxonMobil (316 miliardi). Solo Yahoo!, tra i grandi colossi della Silicon Valley, sta attraversando un momento difficile e si appresta a tagliare la propria forza lavoro del 15%.

Lo storico sorpasso della New Economy ai danni della Old Economy si deve anche al crollo delle quotazioni del petrolio, che sta creando non poche difficoltà ai colossi del settore. Basti pensare alla recente decisione di Standards & Poor, che con i prezzi del petrolio che affondano, ha tagliato la propria valutazione su Shell mettendo rating sotto osservazione con implicazioni negative; la stessa possibilità di downgrade del rating potrebbe tra l’altro interessare anche i principali colossi europei del petrolio, tra cui la nostra Eni.

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