Le Startup e PMI innovative italiane del settore ICT sono oltre 8000, e nell’ultimo anno sono aumentate di circa il 23% in numero, grazie all’accelerazione della digitalizzazione nel Paese, e nonostante la crisi sanitaria e l’incertezza legata alla guerra in Ucraina.

Questo il principale dato del terzo report di monitoraggio sulle Startup e PMI innovative italiane iscritte nel Registro Imprese con i codici Ateco relativi al settore ICT (comparti hardware, software a pacchetto, software custom e consulenza, distribuzione, servizi IT, servizi TLC), presentato ieri da Anitec-Assinform e InfoCamere, con dati aggiornati al 4 aprile 2022.

Più precisamente, le Startup e PMI innovative ICT italiane (d’ora in poi per comodità S&PMII) sono in totale 8169 (+22,6% rispetto a inizio marzo 2021) di cui 797 PMI e 7372 Startup.

Più di 7 su 10 sono negli ambiti software e consulenza IT e quasi 2 su 10 nei servizi IT, mentre oltre 9 su 10 sono SRL.

Nel 2021 le nuove registrazioni di startup e PMI innovative ICT sono state 2579 (+28,6% rispetto al 2020), ovvero 2321 startup innovative e 258 PMI innovative. Questo tasso di crescita è superiore di più di 10 punti a quello generale delle nuove registrazioni in tutti i settori.

La distribuzione geografica delle S&PMII ICT non evidenzia grandi sorprese: la Lombardia ha la maggiore concentrazione con quasi il 30%, seguita da Lazio (14%) e Campania (8%). Stabili o in diminuzione Emilia-Romagna (7,1%) Veneto (6,8%) e Piemonte (5,5%). In aumento le quote di Puglia (4,7%) e Toscana (4,6%).

È una distribuzione simile a quella dell’intero settore ICT, anche se con una concentrazione ancora maggiore in Lombardia, che oltretutto ospita oltre un quarto di tutte le startup innovative italiane (26,6%). Inoltre la Lombardia è la prima regione per incidenza (quasi il 70%) di S&PMII sul totale delle società ICT costituite negli ultimi 5 anni, incidenza che tocca invece valori minimi in Umbria e Veneto (44,5%) e Sicilia 23,3%. Rimane preoccupante la carenza di S&PMII di ICT al Sud: Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia messe insieme non arrivano al 20% del totale.

Fonte: Anitec-Assinform/Infocamere

Fonte: Anitec-Assinform/Infocamere

Quasi 7 su 10 hanno al massimo 4 addetti. Pochi gli imprenditori giovani e donne

Come tutte le startup e PMI innovative, anche le S&PMII nel settore ICT sono soprattutto microimprese: più di due su tre (68,6%) hanno al massimo 4 addetti, e poco più del 5% raggiunge o supera i 20 addetti. 8 su 10 hanno un capitale proprio inferiore a 50.000 euro e più della metà ha valore della produzione sotto i 100mila euro, mentre meno del 9% supera il milione.

Quanto al profilo imprenditoriale, è smentita la classica immagine delle imprese innovative create dai giovani: meno di una S&PMII ICT su 5 (19,4%) è stata fondata da under-35, e risultano molto poche anche le imprese fondate da imprenditrici (10,7%).

startup PMI innovative Assinform Infocamere

Fonte: Anitec-Assinform/Infocamere

Le specializzazioni più diffuse: AI, IoT, soluzioni digitali e Mobile App

Le tecnologie digitali più innovative, definite da Anitec-Assinform “Digital Enabler”, confermano il loro ruolo trainante ovviamente anche per le S&PMII.

Dall’analisi dei filoni di attività indicati sulla piattaforma #ItalyFrontiers, 764 di esse sono specializzate in soluzioni digitali, 757 su intelligenza artificiale e machine learning, 721 realizzano soluzioni di IoT e 569 si concentrano sullo sviluppo di Mobile app.

Rispetto alla crescita complessiva del 23% del numero di S&PMII italiane dell’ICT in 12 mesi, i segmenti con crescita superiore alla media sono blockchain (+52%), cybersecurity e cripto (+35%), soluzioni digitali (+34%), Artificial Intelligence e Machine Learning (+26%), e-commerce (+29%), mobile app (+24%). Leggermente inferiori alla media, ma sempre a doppia cifra, gli aumenti di numero nei comparti automation (+21%), cloud (+20%), big data e data science (+17%) e social science (+15%).

Inoltre anche molte delle S&PMII con core business in settori non ICT indicano filoni di attività ad alto contenuto digitale. Più precisamente 517 S&PMII non ICT indicano di essere attive nell’ IoT, 446 in Industria 4.0 e 230 in IA e machine learning.

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Fonte: Anitec-Assinform/Infocamere

Ricerca e sviluppo e brevetti, il Sud fa meglio del Nord-Est

Resta critica la bassa presenza di attività brevettuale malgrado i progressi negli ultimi anni nella regolamentazione e nell’erogazione di incentivi.

Sono 1328 le S&PMII ICT depositarie o licenziatarie di privativa industriale o titolari di software registrato: sono aumentate di quasi il 22% rispetto al 2021 ma restano una minoranza (16,3%) del totale, percentuale che si alza al 37% nel Nord-Ovest e al 22% nel Nord-Est.

In 2046 casi (25% delle S&PMII ICT registrate) si rileva la presenza di un team composto da personale altamente qualificato, presenza definita come “almeno 2/3 del personale con laurea magistrale oppure almeno 1/3 del personale fatto di dottorandi, dottori di ricerca o laureati con 3 anni di esperienza in attività di ricerca certificata”. Il dato è in calo rispetto a un anno fa (era il 26,6%) e anche qui la percentuale al Nord-Ovest è molto più alta (oltre il 37%, in aumento), mentre al Centro è del 21% (in aumento), nel Sud e isole è del 24% (in calo). Sorprendentemente la percentuale più bassa (18%, e pure in calo) è quella del Nord-Est.

Le crescite al Nord-Ovest e al Centro fanno pensare che negli altri territori sono meno diffusi il ricorso a finanziamenti e incentivi per la creazione di startup e le iniziative di collaborazione con le università, e più forte è la carenza di competenze STEM e ICT.

Gay: “Un segmento da stimolare con politiche industriali e PNRR”

Sono 6063, ovvero il 74% del totale, le S&PMII ICT con livello significativo di intensità di spesa R&S (almeno il 15% del maggior valore fra costo e valore totale della produzione). Sono 4 volte e mezzo di più delle S&PMII ICT con brevetti.

Anche qui la concentrazione più alta è nel Nord-Ovest, e quella al Centro e al Sud & isole è maggiore rispetto al Nord-Est.

In conclusione le S&PMII ICT hanno confermato in questi due anni molto instabili una forte dinamica di crescita, ma il loro potenziale resta molto dipendente (in positivo e in negativo) dagli ecosistemi economici e territoriali di riferimento, che possono fare da freno per i noti punti deboli legati a disponibilità di investitori strutturati (venture capital privati, aziendali, regionali e statali) e di competenze avanzate, imprenditorialità giovanile e femminile e attrattività dell’economia italiana.

Per quanto riguarda gli investimenti in particolare le startup hi-tech in Italia nel 2021 hanno raccolto quasi 1,5 miliardi di euro, un valore in forte crescita (+118% rispetto al 2020) ma pur sempre 6 e 8 volte inferiore a quelli raccolti rispettivamente dalle startup tedesche e francesi.

Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, commenta così questi dati: “La crescita delle startup e PMI innovative del settore ICT continua malgrado la crisi sanitaria e il conflitto Russia-Ucraina. Questo segmento si conferma protagonista della trasformazione digitale del Paese in un momento economico instabile con Pil in calo (-0,2% nel primo trimestre 2022) e inflazione in aumento (in aprile è al 6,2%). Mi auguro che le politiche industriali e i nuovi progetti supportati dal PNRR riescano a stimolare la crescita di nuove S&PMII ICT”.

Paolo Ghezzi, Direttore Generale di InfoCamere, ha così commentato: “I dati confermano che l’innovazione oggi si declina al digitale e che le competenze necessarie vanno sviluppate rafforzando i collegamenti tra università, territorio e impresa. Non è un caso se il 53% circa di tutte le startup innovative si concentra nella produzione di software e consulenza informatica e nella ricerca e sviluppo, attività strettamente funzionali all’evoluzione dell’intero ecosistema produttivo nazionale. Il fenomeno delle startup e PMI innovative – riassunto dalle informazioni nel portale startup.registroimprese.it – è dunque un sensore attendibile per capire le direzioni di sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale ed elaborare le politiche più opportune a sostenerlo e promuoverlo”.