Partner e licenze VMware, la versione di Broadcom. Intanto la UE chiede spiegazioni
Nonostante siano passati quasi 5 mesi dal completamento della fusione di VMware in Broadcom, continuano le tensioni e le preoccupazioni nell’ecosistema VMware (partner e clienti) per i profondi cambiamenti apportati da Broadcom, soprattutto in termini di prezzi, politiche di vendita, licensing, bundle di prodotti e programmi di canale.
Mentre il CEO Hock Tan torna ancora una volta a spiegare le ragioni di Broadcom nel blog aziendale, Reuters riporta che la Commissione Antitrust della UE avrebbe chiesto spiegazioni all’azienda a seguito delle lettere di protesta di alcune associazioni di settore (come il CISPE, ne abbiamo parlato qui) e di clienti VMware.
Intanto Gartner in un report sostiene che la quota di mercato di VMware nel mercato Hyper converged infrastructure (HCI) full stack si ridurrà dall’attuale 70% al 40% entro cinque anni. Ma andiamo con ordine.
Le tre risposte di Broadcom
Lunedì scorso il CEO di Broadcom, Hock Tan, ha scritto un post che i clienti VMware “hanno molte domande su come stiamo traducendo in azione i loro feedback”, e ha dato le sue risposte, raggruppabili in tre temi principali.
Primo: Broadcom continuerà a investire miliardi in R&D per sviluppare una vera e continua esperienza di private cloud, competitiva con il public cloud, e ha fortemente ridotto i prezzi di VCF per aumentare il tasso di adozione dei clienti.
Un punto, quest’ultimo, che molti clienti e partner VMware contestano, sostenendo di essere stati costretti ad adottare dei bundle (pacchetti di soluzioni) con componenti di cui non avevano bisogno, spendendo così alla fine più del necessario.
Le necessità di competere col public cloud e di alzare il tasso di adozione, comunque, continua Tan, hanno anche spinto Broadcom a semplificare al massimo l’offerta, concentrandola su due principali soluzioni alternative: VCF (VMware Cloud Foundation) e VVF (VMware vSphere Foundation), “per quei clienti che non si sentono ancora di andare totalmente in cloud e hanno bisogno di gestire VM e container”.
Cloud Provider: tariffe e stack tecnologico standardizzati, white label per i più piccoli
Secondo: il malcontento per i cambiamenti nella gestione dei partner, specialmente i cloud provider, dopo l’apertura ai reseller di qualche mese fa. L’integrazione dei partner VMware nel partner program Broadcom richiede qualche aggiustamento, risponde Tan.
“Con l’obiettivo di permettere ai clienti di muovere liberamente i loro workload tra i loro data center e i cloud providers, e tra un cloud provider e l’altro, Broadcom ha fatto due cambiamenti”.
Uno è standardizzare la tariffazione per i cloud provider sul licensing per core, e introdurre la portabilità delle licenze di VCF, “che Google Cloud ha sottoscritto: speriamo presto sia seguita da altri hyperscaler e cloud provider”. Il secondo è standardizzare lo stack tecnologico per i cloud provider su VCF, “per garantire ai clienti la stessa esperienza tecnologica e di supporto presso qualunque cloud provider”.
Per quanto riguarda i piccoli cloud provider, “abbiamo esteso il Broadcom Advantage Partner Program Premier Tier per accogliere qualunque cloud provider certificato, con sconti sul primo anno per i loro clienti”. Quelli che non soddisfano i requisiti del Premier Tier potranno invece godere delle offerte “white label” dei partner ammessi (ne abbiamo parlato qui).
Le aperture per i clienti con licenze perpetue
Terzo: tutta l’offerta VMware passerà al modello subscription, che è il modello adottato da tutti i grandi software vendor ed elimina le pratiche di upsell che spacciano le evoluzioni incrementali come major release, sottolinea Tan.
In questo campo, una importante apertura annunciata dal CEO di Broadcom è che i clienti con contratti di manutenzione scaduti e non disposti a sottoscrivere un piano di subscription “potranno continuare a usare le loro licenze perpetue in modo sicuro: assicureremo accesso gratuito alle patch zero-day per le versioni supportate di vSphere, e prossimamente per altri prodotti”.
Inoltre, dato che il passaggio dalle licenze perpetue alle subscription in termini di gestione finanziaria interna ai clienti richiede tempo, “abbiamo concesso estensioni del supporto a quei clienti che hanno chiesto dei rinnovi mentre sono ancora alle prese con questo passaggio”.
Gli appelli delle associazioni di CIO alla Commissione Europea
Intanto come accennato Reuters riporta che la commissione antitrust dell’Unione Europea avrebbe chiesto chiarimenti sui cambiamenti che Broadcom ha apportato appunto alle condizioni di licensing e supporto delle soluzioni VMware, a seguito degli appelli di alcune associazioni.
Una è certamente il Cispe, associazione che riunisce 26 cloud provider europei (la metà sono italiani) e AWS, che ha annunciato pubblicamente la sua protesta.
Le altre citate da Reuters sono Beltug, un’associazione belga di 2200 CIO e manager tecnologici, Cigref, associazione francese di 150 grandi imprese ed enti pubblici utenti di soluzioni digitali, CIO Platform Nederland, che riunisce 130 aziende olandesi utenti di soluzioni digitali, e Voice, associazione di 400 CIO tedeschi.
Queste associazioni hanno scritto una lettera congiunta al commissario EU per la concorrenza Margrethe Vestager, al commissario per il mercato interno Thierry Breton e alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, protestando per gli improvvisi cambiamenti di Broadcom che avrebbero portato a forti aumenti di prezzi, ripacchettizzazioni delle licenze, il divieto di rivendita delle licenze, e al rifiuto di mantenere in sicurezza l’utilizzo delle licenze perpetue.
Gartner prevede un forte calo di VMware nel mercato full-stack HCI
Nel frattempo pochi giorni fa Gartner ha pubblicato il report “Market Guide for Full-Stack Hyperconverged Infrastructure Software” per il 2024, spiegando che i fornitori di soluzioni HCI stanno espandendo il raggio d’azione al cloud e verso l’edge, e sono diventati player significativi in ambito distributed hybrid infrastructure, e raccomandando alle organizzazioni utenti di intraprendere un percorso di “ri-virtualizzazione”, attraverso l’implementazione dello stack completo delle tecnologie HCI.
In questo scenario, sostiene Gartner, “a causa dell’acquisizione di VMware da parte di Broadcom, la quota di base installata di full-stack HCI che non è su soluzioni VMware, che nel 2024 è del 30%, aumenterà al 60% entro il 2029”.
Questa “Strategic planning assumption” nel report di Gartner non è ulteriormente approfondita, se non indirettamente, spiegando che un terzo degli utenti di infrastrutture private cloud stanno valutando di ri-virtualizzare i loro ambienti, specialmente per gli aumenti dei prezzi e i bundling delle soluzioni di virtual storage e network, e questo può favorire cambiamenti nell’andamento dei vendor HCI.
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