La multinazionale statunitense di software analytics SAS Institute ha annunciato un piano di quotazione in Borsa per il 2024, dopo 48 anni ininterrotti da azienda privata. L’ha annunciato Jim Goodnight, co-fondatore e CEO fin dalla nascita dell’azienda nel 1976, in un’intervista alla Reuters.

SAS si definisce da anni come la più grande azienda di software a capitale privato. Goodnight, che ha 78 anni, ha spiegato che la decisione di diventare una public company è dovuta alla necessità di offrire ai dipendenti stock option per attrarre giovani talenti, e di definire un piano di successione che posizioni SAS nel modo migliore per una crescita a lungo termine.

Il processo richiederà tre anni, ha precisato SAS, per la necessità di conformare i rendiconti dell’azienda agli standard contabili richiesti dalla SEC, l’autorità di Borsa statunitense.

SAS ha 83mila clienti pubblici e privati in 147 paesi, principalmente nei settori finance, sanità, farmaceutico e manufacturing. In Italia è presente dal 1987, con sedi a Milano, Roma, Mestre e Torino, per un totale di 330 dipendenti, guidati da Mirella Cerutti, dal 2017 country manager e dal 2019 managing director.

L’annuncio di Goodnight segue soltanto di pochi giorni le voci di un’offerta di acquisto di SAS da parte di Broadcom per 15 miliardi di dollari. In risposta a queste voci SAS aveva però negato di essere in vendita, in una mail ai suoi 12.500 dipendenti, e Goodnight aveva declinato ogni richiesta di ulteriori commenti.

“La mia principale preoccupazione è che l’azienda continui a prosperare e a muoversi verso il futuro senza essere spezzettata, divisa o fusa con qualche altra azienda”, ha detto Goodnight alla Reuters. “Abbiamo un brand fortissimo che ha bisogno di rimanere a se stante, e il modo migliore di farlo è diventare un’azienda pubblica”.

Essendo un’azienda privata, SAS – che ha sede centrale a Cary, North Carolina – non ha l’obbligo di pubblicare i suoi bilanci, ma rilascia comunque un report annuale con alcune informazioni finanziarie e societarie, e in quello del 2020 ha dichiarato un fatturato di 3 miliardi di dollari, di cui metà proviene dagli USA e metà dall’estero. Nel report si precisa che l’azienda è profittevole da molti anni, e non si è mai finanziata ricorrendo a fonti esterne. Per l’anno prossimo SAS prevede una crescita del 15% a parità di tassi di profittabilità, grazie agli investimenti in settori ad alta crescita come il farmaceutico, e nelle soluzioni di hybrid cloud.

“La quotazione è il percorso migliore per risolvere le significative sfide che Goodnight ha davanti: attrarre talenti, e accedere a risorse finanziarie con multipli più alti di quelli che otterrebbe da qualunque takeover privato o acquisizione pubblica”, ha commentato Daniel Newman, Principal Analyst di Futurum Research.

“Dopo molti decenni alla guida di SAS, Goodnight si trova in una situazione in cui nessun membro della sua famiglia o dipendente di lunga data può succedergli come CEO: il più probabile successore, Oliver Schabenberger, ha lasciato SAS qualche mese fa”.

L’unione con Broadcom secondo Newman sarebbe stata “molto innaturale” (“sono due aziende diametralmente opposte”), mentre diventare un’azienda pubblica è una soluzione vantaggiosa per SAS stessa e per i suoi dipendenti: “Le stock option sono un ottimo strumento per attrarre talenti e per definire un executive team in grado di guidarla nel futuro”.

“La IPO darà anche a Goodnight l’iniezione di liquidità per l’uscita personale e per lasciare l’azienda al valore che ritiene più consono: avrebbe potuto ottenere questo risultato anche accettando un’acquisizione, ma data la dimensione di SAS gli acquirenti adatti erano davvero pochi”, conclude Newman.