Nel vasto panorama delle multinazionali di consulenza tecnologica, Thoughtworks per distinguersi punta sulle forti radici di sviluppo software custom e sul presidio dell’innovazione di frontiera, con oltre 100 libri pubblicati dai suoi dipendenti, e report periodici di riferimento nel settore IT come il “Technology Radar”. “Un approccio che ci consente”, spiega l’azienda, “di proporre le nuove tecnologie ai nostri clienti prima che raggiungano l’adozione di massa, consentendo loro di acquisire vantaggi competitivi e diventare dei disruptor”.

Thoughtworks Gautam Srusti

Gautam Srusti, managing director Thoughtworks Italia

Fondata a Chicago nel 1993, Thoughtworks è organizzata in quattro service line: Enterprise Modernization, Platforms & Cloud; Customer Experience, Product & Design; Data & AI; e Digital Transformation & Operations.

Nell’ultimo esercizio ha superato la soglia del miliardo di dollari di fatturato, crescendo di quasi il 30%, e ha oltre 10mila dipendenti in 17 Paesi, tra cui l’Italia, dove è presente dal 2017 con una filiale a Milano che impiega 30 persone, e dove recentemente si è presentata alla stampa.

Abbiamo chiesto a Gautam Srusti, managing director Thoughtworks Italia, di spiegarci più in dettaglio l’attività dell’azienda nel nostro Paese.

Thoughtworks ha una filiale diretta in Italia dal 2017. Perché presentarsi alla stampa adesso?

In realtà la società Thoughtworks Italia è stata aperta nel 2014, e nel 2015 abbiamo fatto le prime assunzioni. Nei primi anni abbiamo lavorato solo con i clienti che ci hanno cercato, richiedendoci di risolvere complessi problemi di business attraverso l’uso di tecnologie innovative. Successivamente c’è stato un periodo in cui abbiamo esplorato e approfondito la conoscenza del mercato italiano attraverso brevi contratti con molti clienti.

Nell’ultimo anno poi Thoughtworks ha ricevuto ulteriore spinta dalla quotazione al Nasdaq (vedi immagine in apertura, ndr) e da un rinnovamento del brand, mentre in Italia con la pandemia molte aziende hanno capito la necessità di accelerare gli investimenti nel digitale. A questo punto crediamo di poter rispondere a questa necessità grazie alla combinazione tra technology expertise, metodologie di lavoro agile, la nostra cultura aziendale unica e la conoscenza del mercato italiano.

Una caratteristica di Thoughtworks Italia è la community ShareIT: di cosa si tratta esattamente?

ShareIT è un tech meetup organizzato da Thoughtworks, che al momento ha oltre 700 iscritti. L’obiettivo primario è condividere le nostre conoscenze ed esperienze con la comunità degli esperti e appassionati di tecnologia in Italia. È un’iniziativa partita da circa un anno e che coinvolge persone di Thoughtworks Italia e anche di altri paesi europei.

Thoughtworks ha quattro service line: Sono tutte operative anche in Italia?

Sì, sono service line che operano a livello globale. La cosa interessante è che, dato l’alto numero di brand famosi che qui sono impegnati a diventare moderni business digitali, la linea Enterprise Modernization, Platforms & Cloud e anche la linea Data & AI stanno andando particolarmente bene in Italia.

Chi sono i vostri principali partner in Italia?

Thoughtworks fa partnership per lo più con player globali per allestire tutte le capacità necessarie per i progetti digitali di trasformazione in un panorama tecnologico in continua evoluzione. Quando occorre, facciamo affidamento sui nostri partner per aumentare la velocità e i risultati del nostro impegno presso i clienti. In ambito cloud per esempio siamo partner di Google Cloud Platform (GCP), Microsoft Azure e AWS.

Può citare qualche cliente italiano?

Posso citare il Gruppo PAM. Nel 2012 questo gruppo della grande distribuzione alimentare era limitato da sistemi legacy che creavano forti inefficienze, e ci ha chiamato per ricostruire i suoi sistemi di proicing, merchandising e promozione. Nel giro di 5 anni abbiamo aiutato PAM praticamente in ogni area del suo business, dall’assortimento dei prodotti sugli scaffali alle funzioni di previsione della domanda, fino al tracciamento dei prodotti e delle consegne. Thoughtworks ha anche aiutato PAM a creare e usare un Data Lake: questa soluzione permette di supportare i team di acquisto, marketing e merchandising con sistemi di aiuto alle decisioni basati su AI, e ha creato le basi per l’automazione dei cambiamenti dei prezzi, e per definire dashboard di business intelligence basate su dati in tempo reale.
Per il resto, tipicamente siamo chiamati a lavorare su progetti mission critical, e quindi non posso fare nomi e parlarne in dettaglio. Posso però dire che la maggioranza dei nostri clienti in Italia opera nei settori retail, manufacturing e financial services.

Può allora citare, senza fare nomi, un progetto particolarmente innovativo in cui siete stati recentemente coinvolti in Italia?

Un caso interessante è quello di un famoso marchio fashion di lusso che stiamo aiutando nel suo percorso di trasformazione digitale. Dopo aver introdotto nuove modalità di lavoro e di sviluppo software, una fase del percorso ha riguardato la definizione del processo di product visioning. Qui abbiamo aiutato il team di prodotto del cliente a strutturare un modello “Lean Value Tree” che definisce la loro visione e strategia di prodotto. Una parte essenziale di questo modello è il rafforzamento della customer centricity attraverso pratiche come il testing su clienti reali, e l’A/B testing per migliorare le user experience.