Twitter, l’offerta da 43 miliardi di Elon Musk segna un punto di svolta
Elon Musk colpisce ancora. L’eclettico miliardario americano, una delle persone più ricche del pianeta (secondo alcune fonti è il più ricco in assoluto), ha scritto a Bret Taylor, Chairman of the Board di Twitter, offrendosi di comprare tutte le azioni del popolare social network che ancora non possiede – Musk è già detentore del 9,2% di Twitter – in cambio di 54,20 dollari per azione.
Questa offerta rappresenta un premio del 54% rispetto all’ultimo giorno prima che Musk iniziasse a investire in Twitter (28 gennaio 2022) e del 38% rispetto all’ultimo giorno prima che tale investimento fosse reso pubblico (1 aprile 2022).
Se tutti i detentori di azioni di Twitter sottoscrivessero l’offerta, Musk dovrebbe sborsare una cifra intorno ai 43 miliardi di dollari.
“Ho investito in Twitter perché credo che abbia il potenziale di essere la piattaforma per la libera espressione (free speech) di tutto il mondo, e penso che la libera espressione sia un imperativo sociale per il corretto funzionamento della democrazia”, scrive Musk nel breve messaggio a Taylor.
“Tuttavia dopo il mio investimento mi sono reso conto che l’azienda non può prosperare né assolvere a questo imperativo sociale nel suo attuale assetto: Twitter deve diventare un’azienda privata”.
Si tratta, conclude Musk, “della mia migliore e ultima offerta. Se non venisse accettata dovrei riconsiderare la mia posizione come azionista della società”.
Il board (consiglio di amministrazione) di Twitter ha confermato di aver ricevuto l’offerta non sollecitata di Musk con un breve comunicato dai contenuti standard, sostenendo che la esaminerà con attenzione per decidere il corso d’azione che riterrà più aderente agli interessi della società e dei suoi azionisti, senza specificare tempistiche per la risposta.
Naturalmente Musk può comunque dare seguito alla sua offerta anche se il board dovesse rifiutarla, in forma di takeover ostile, cioè rivolgendosi direttamente agli azionisti per l’acquisto delle quote.
Come accennato, l’investimento iniziale di Musk in Twitter è stato reso pubblico all’inizio di aprile, e da allora il miliardario ha iniziato a fare sondaggi dal suo account Twitter, tra cui quello sulla nuova funzionalità da anni più richiesta e più discussa per il social network, e cioè la possibilità di un tasto “edit” per correggere i post pubblicati. Sondaggio che ha ricevuto 1,2 milioni di voti, di cui 3 su 4 favorevoli al tasto edit.
Nel frattempo Musk ha anche fatto trapelare la volontà di entrare nel board (consiglio di amministrazione) di Twitter, che aveva dato parere positivo, ma vincolandolo a un limite di quota azionaria (14,9%) che Musk poteva raggiungere. Qualche giorno dopo Musk ha comunicato la rinuncia a entrare nel board.
Twitter – che come società nel 2021 ha fatturato circa 5,1 miliardi di dollari crescendo del 37%, con 221 milioni di perdite nette – è uno dei social network più famosi. Non è certo quello con più utenti in assoluto (secondo Statista ha circa 320 milioni di utenti in tutto il mondo), ma è considerato una delle fonti principali per apprendere notizie in tempo reale, spesso direttamente dagli account delle persone più potenti e famose del mondo: capi di stato, studiosi, sportivi e personaggi pubblici.
Da tempo però diversi analisti ne segnalano la crescita lenta e la poca innovatività rispetto agli inizi, e pochi mesi fa il fondatore e CEO Jack Dorsey si è dimesso dopo 16 anni proprio per favorire un cambio di marcia.
Uno degli elementi più discussi della strategia di Twitter – come peraltro succede per tutti i social network – riguarda i criteri di moderazione dei post, che a quanto emerge dal messaggio di Musk sarebbe per lui il primo punto su cui intervenire.
In una delle prime interviste dopo l’offerta, a Vancouver, Musk ha spiegato che se dovesse diventare l’azionista di maggioranza di Twitter ne renderebbe pubblico il codice sorgente, e che qualsiasi intervento umano o dell’algoritmo per dare più o meno visibilità ai post dovrebbe essere comunicato in modo trasparente, per evitare l’idea di manipolazioni dietro le quinte.
Secondo Musk, l’unico limite per Twitter dovrebbe essere il rispetto della legge, riporta “Politico”, e alla domanda di cosa farebbe con i tweet che potenzialmente incitano alla violenza, ha risposto: “Se è in un’area grigia, direi che il tweet deve rimanere pubblicato”.