VMware acquisita da Broadcom per 61 miliardi di dollari: è ufficiale
Ultimo aggiornamento: 27 maggio 2022
È arrivato l’annuncio ufficiale, a confermare le autorevoli voci di cui avevamo riferito tre giorni fa: Broadcom ha acquisito VMware in cambio di 61 miliardi di dollari. VMware ha precisato di non avere sollecitato l’offerta, ma entrambi i board hanno approvato l’operazione all’unanimità.
Tre giorni fa appunto avevamo raccontato dello scoop di Bloomberg, che dava le trattative in fase avanzata e ipotizzava un annuncio ufficiale entro la settimana: ipotesi che si è puntualmente avverata.
Anche il Wall Street Journal, parlando di un’offerta intorno ai 140 dollari per azione, per un totale di circa 60 miliardi di dollari, era andato molto vicino alla verità, perché l’offerta è di 142,5 dollari o 0,252 azioni Broadcom per ogni azione VMware, per un totale che si aggira appunto sui 61 miliardi di dollari, ovvero al cambio attuale circa 56,7 miliardi di euro.
L’accordo prevede che tutte le attività software di Broadcom (Broadcom Software Group) confluiranno in VMware.
Le “termination fee”: da 750 milioni a 1,5 miliardi di dollari
Inoltre prevede una clausola “go-shop” secondo la quale VMware e il suo board potranno ricercare e valutare eventuali proposte alternative entro il prossimo 5 luglio. Se VMware riceverà e accetterà un’offerta alternativa entro questo periodo dovrà pagare a Broadcom una “termination fee” di 750 milioni di dollari, se la accetterà dopo il 5 luglio la termination fee sarà doppia: 1,5 miliardi.
Se invece l’acquisizione non va in porto per altri motivi – per esempio perché non si verifica qualcuna delle tipiche condizioni preliminari, in primis l’approvazione delle autorità antitrust – sarà Broadcom a dover pagare a VMware 1,5 miliardi.
Secondo il comunicato ufficiale, la combinazione delle due aziende conta su 55mila dipendenti – di cui 20mila di Broadcom e 35mila di VMware – e una capitalizzazione di mercato di 267 miliardi di dollari.
“VMware ha ridefinito il mercato dell’IT negli ultimi 24 anni, ci siamo sempre impegnati nell’innovazione e nel saldissimo supporto dei nostri clienti e delle loro più importanti operazioni di business, e ora estendiamo il nostro impegno a livelli eccezionali di servizio e innovazione diventando la nuova piattaforma software di Broadcom“, ha dichiarato il CEO di VMware Raghu Raghuram.
Dopo essere stata scorporata da Dell Technologies a fine 2021, VMware ha come maggiori azionisti Michael Dell (che ne detiene circa il 40% e che se l’acquisizione va in porto incasserà 24 miliardi di dollari) e il private equity Silver Lake (che ha una quota del 10%). Sia Dell che Silver Lake hanno firmato un impegno di sottoscrizione dell’offerta di Broadcom.
In base alla quotazione di borsa immediatamente precedente all’inizio delle voci di acquisizione, VMware ha un valore di mercato intorno ai 50 miliardi.
L’operazione è coerente con la strategia di diversificazione per acquisizioni che il CEO di Broadcom, Hock Tan, sta portando avanti da alcuni anni, e che ha compreso alcuni grossi nomi del mercato software, anche se specializzati in ambiti piuttosto diversi: Brocade Communications nel 2017, CA Technologies nel 2018, e Symantec Enterprise nel 2019.
Broadcom inoltre è stata protagonista di insistenti voci di trattativa anche per Qualcomm nel 2018, e per SAS Institute l’anno scorso, ma in entrambi i casi queste voci non sono state confermate da un accordo effettivo.
I recenti trascorsi di Broadcom con l’antitrust
A questo proposito, è verosimile comunque attendersi una verifica molto approfondita dell’Antitrust USA sull’acquisizione di VMware da parte di Broadcom. Nel 2018 infatti la trattativa con Qualcomm fu bloccata dall’Amministrazione Trump per motivi di sicurezza nazionale. Per l’US Committee on Foreign Investment infatti non si poteva permettere che Broadcom – che allora aveva quartier generale a Singapore, mentre ora l’ha trasferito a San Jose, California – controllasse un fondamentale produttore statunitense di semiconduttori, perché se avesse tagliato i fondi per la ricerca e l’innovazione di Qualcomm, in particolare nei chip 5G, l’industria delle comunicazioni americana avrebbe subito un danno nei confronti di quella cinese.
Inoltre l’anno scorso l’antitrust statunitense ha avviato un procedimento contro Broadcom accusandola di pratiche monopolistiche in alcuni segmenti di chip per i settori TV e fiber optic internet: Broadcom avrebbe costretto i clienti a firmare dei “loyalty agreement” che proibivano loro di comprare chip da produttori suoi concorrenti. Un procedimento simile è stato aperto nei confronti di Broadcom dall’antitrust della Comunità Europea nel 2020. In entrambi i casi Broadcom è pervenuta a un accordo con le due autorità garantendo che non avrebbe imposto in futuro condizioni simili.
Le possibili sinergie
Quanto alle possibili sinergie tra i due operatori, Broadcom produce chip, semiconduttori e prodotti elettronici, rivolti soprattutto ai settori IT, telecom e industriali. VMware ha inventato il software di virtualizzazione dei server, prosperando a lungo su questo business, e successivamente ha cercato di posizionarsi nel mercato cloud, concentrandosi ultimamente sul multi-cloud management.
E proprio l’entrata nel mercato del software per il cloud management sarebbe secondo analisti e osservatori la motivazione dell’offerta di Broadcom per VMware.
Bloomberg sottolinea che i data center sono un’area fondamentale per la crescita di Broadcom, per cui un operatore come VMware può apportare sicuramente più opportunità di business: “Le due aziende non hanno sovrapposizioni di offerta, ma i loro prodotti sono spesso usati insieme per gestire data center”.
L’operazione sarebbe anche un modo per Broadcom di diversificarsi rispetto al mercato dei chip, che secondo quanto ha dichiarato il CEO
Se si verificasse per queste cifre, l’operazione Broadcom-VMware sarebbe una delle più grandi acquisizioni di sempre nel settore IT, seconda quest’anno solo a quella di Activision da parte di Microsoft per 69 miliardi. Secondo Bloomberg, il valore delle acquisizioni nel settore tecnologie in questo 2022 è già a quota 263 miliardi di dollari, il 46% in più dell’anno scorso.
I commenti degli analisti
I commenti degli analisti sulla possibile acquisizione non sono concordi. La multinazionale di servizi finanziari Wells Fargo ha scritto che “l’operazione avrebbe senso dal punto di vista strategico: è coerente con l’obiettivo di Broadcom di rafforzare il suo posizionamento nel software per le infrastrutture IT delle grandi aziende”.
D’altra parte molti evidenziano che nelle precedenti grandi acquisizioni Broadcom non ha investito in innovazione e integrazione quanto avrebbe dovuto: “Per Broadcom sarebbe un solido investimento, e faciliterebbe il raggiungimento dei suoi obiettivi finanziari”, ha scritto Keith Townsend, Principal di CTO Advisor. “Ma l’integrazione e l’innovazione non sono tra i suoi principali punti di forza, penso che l’abbiano dimostrato nel post-acquisizione sia di CA sia di Symantec”.
Townsend fa l’esempio delle voci di integrazione delle tecnologie di encryption e data protection di Symantec direttamente nei chip di Broadcom: “Non ne abbiamo saputo più niente dopo l’acquisizione. Non vedo questa acquisizione come una notizia positiva per i clienti”.
Più critica ancora la visione di David Bicknell, Principal Analyst di GlobalData: “VMware dovrebbe tenere conto delle esperienze di Symantec e CA Technologies dopo essere state acquisite da Broadcom. CA ha subito un taglio del 40% del personale negli USA, e anche i costi dei tagli del personale di Symantec sono stati alti”.
VMware, continua Bicknell, ha una solida reputazione di protezione degli endpoint, workload e container dei clienti, e la cosa migliore che Broadcom può fare per far funzionare questa acquisizione è lasciare che VMware – che è profittevole – resti VMware.
“Normalmente un produttore di chip che compra uno specialista di software cloud non solleverebbe preoccupazioni nelle autorità di regolamentazione USA, ma il takeover di uno specialista di cloud software “leading edge” da parte di una società con base a Singapore e con forti legami con la Cina, dato l’attuale scenario geopolitico, potrebbe attirare l’attenzione delle autorità di regolamentazione, anche se è improbabile che l’acquisizione venga bloccata”.
Più positivo è invece Daniel Newman, Principal Analyst di Futurum Research: “Questa potenziale acquisizione è vista con una certa preoccupazione sia dal punto di vista tecnologico che da quello dei clienti, perché le strategie di post-acquisizione di Broadcom sono state forse sottovalutate nel caso delle sue precedenti grandi acquisizioni”.
Data l’importanza di VMware nei sistemi di molte grandi aziende, continua Newman, i CIO possono essere preoccupati di ciò che succederà alle soluzioni multi-cloud e di virtualizzazione di VMware sotto Broadcom. “Ma personalmente non considero questo un grande rischio: Broadcom ha un approccio alle acquisizioni che non fa sempre contenti i sostenitori dell’innovazione, ma finora ha funzionato, specialmente dal punto di vista degli azionisti”.
Il commento dell’ex CEO Pat Gelsinger
Bloomberg ha anche raccolto il parere di Pat Gelsinger – che è stato a capo di VMware per oltre otto anni e che ora è CEO di Intel – ai margini del World Economic Forum di Davos: “Sono combattuto su cosa pensare: se questo aiuterà VMware a crescere in modo più innovativo e originale allora è positivo, altrimenti è negativo”.
“Ho dedicato otto anni della mia vita a VMware, impegnandomi con tutto me stesso, perciò sono rimasto sorpreso leggendo questa notizia”, ha aggiunto Gelsinger.